di Marinella Panceri
Un congresso intitolato “Progettare il futuro –Il contributo dei sardi nel mondo al tempo della crisi”, tema di grande attualità, ma per progettare il futuro è necessario e indispensabile conoscere la strada percorsa fino ad oggi con senso critico e capacità di elaborare nuove idee, tutto questo è ben esplicitato nelle tesi congressuali, ognuna meriterebbe attenzione e approfondimenti. La FASI dalla sua costituzione ad oggi ha visto modificare in parte l’operare dei circoli, si è avviato un processo lento ma irreversibile, così operando ha chiamato a raccolta i circoli perché si facessero a loro volta promotori e sostenitori di queste proposte. Oggi i circoli sono iniziatori di cultura oltre che luoghi di tempo libero, quindi propulsori di cambiamenti, di promozione della Sardegna nei diversi aspetti: cultura, turismo, prodotti agroalimentari, ecc. senza dimenticare le iniziative a difesa della continuità territoriale, a sostegno dei pastori e di tutti i lavoratori sardi. Questa innovazione ha comportato un maggior impegno dei gruppi dirigenti nei circoli, ma ha anche creato opportunità di approfondimento dei temi trattati nei vari convegni e quindi un arricchimento culturale per i soci ma anche per tutti coloro che partecipano siano essi sardi o non. Ma c’è dell’altro, l’adesione alla FASI ha significato anche essere riconosciuti come parte di un unico popolo sardo. Occorre pertanto continuare su questa strada. Alla FASI per il futuro chiedo di fare un sforzo a sostegno della parte burocratica che i circoli sono chiamati ad affrontare sia nei rapporti con la Regione che per quanto riguarda lo Stato, per esempio dare indicazioni per uniformare la contabilità, agevolazioni per la SIAE, promuovere la condivisione di alcuni progetti tra circoli, per ottenere alcuni risultati come: risparmi economici e fatiche organizzative, allargamento della cittadinanza coinvolta, crescita culturale per tutti, condivisione di conoscenze e sapere. Divulgare e rendere disponibile in ogni circolo materiale informativo di iniziative proprie al fine di arricchire gli archivi, le biblioteche il dibattito tra i soci. I circoli hanno svolto una funzione di accoglienza, integrazione nel territorio, di mutuo soccorso. Oggi queste funzioni – benché negli statuti dei circoli continuano ad essere tra le finalità e gli scopi – rappresentano un impegno minoritario (è cambiata la modalità di emigrare). Sono maggiormente impegnati nell’attività culturale ed essere sempre più strumento di rappresentanza e promozione della Sardegna, senza dimenticare l’attività ricreativa che spesso rappresenta anche una buona fetta di autofinanziamento. Innovazioni (se tali si possono chiamare) che spesso non vengono accettate dai più anziani, a volte anche osteggiate dai vecchi dirigenti facendo serpeggiare quel malumore che serve solo ad allontanare i vecchi soci e non favoriscono i nuovi che timidamente si affacciano, tra questi naturalmente i giovani che non sentendosi accolti vanno altrove. Esperienze provate personalmente che vanno superate, come la vicenda del ruolo di presidente ricoperto da non sardi. Condivido pienamente l’affermazione ”Per un dirigente di lungo corso il miglior motivo di orgoglio è di aver contribuito a formare i gruppi dirigenti che verranno, la peggiore sconfitta è lasciare il circolo in crisi o chiuderlo”. I circoli devono e dovranno continuare a rappresentare un punto di riferimento per gli emigrati, per i sardi che per motivi vari lasciano la Sardegna anche temporaneamente, dovranno continuare a svolgere la funzione di rappresentanza, divulgazione di tutto ciò che ha interesse per la Sardegna. Molto si può fare nel campo del turismo, andare oltre la bigliettazione, promuovere il turismo a 360 gradi per 365 giorni all’anno, compito difficile. Dovranno continuare a ricordare alle istituzioni che la Sardegna non è un’entità a se stante ma fa parte dell’Italia pertanto quando parliamo di Sardegna spesso si parla di problemi che riguardano tutta la Nazione: lavoro, disoccupazione, emigrazione ed immigrazione, tutela del territorio. I giovani: il loro rapporto con i circoli è difficile e faticoso ma dobbiamo trovare il modo di comunicare con loro. Questo Congresso ha visto una partecipazione numerosa di giovani: è il frutto di un lavoro che dura da anni e che con determinazione è stato portato avanti dalla FASI. Oggi c’è una nuova emigrazione giovanile fatta magari di pendolarità – perché non vogliono tagliare del tutto i ponti con la propria terra d’origine ma hanno la necessità di realizzarsi e progettare il loro futuro – mai dimenticare che emigrare è una condizione che porta a questa scelta. Per questi giovani, oggi come allora, uscire dalla Sardegna per lavoro, per studiare, per turismo o altro, e restarvi lontani per periodo più o meno lunghi gli fa riscoprire e valorizzare la propria identità, la propria sardità. I figli degli emigrati pur amando la Sardegna la vedono con occhi diversi rispetto ai giovani sardi. Per molti di loro rappresenta il luogo delle vacanze, della spensieratezza, non pensano di avere gli stessi problemi: lavoro, casa, studi, famiglia. L’incontro di queste due realtà potrebbe favorire la presenza dei giovani nei circoli, è una meta che ogni circolo dovrà cercare di raggiungere o favorire. Invito tutti gli emigrati di ieri ad essere e rappresentare una forza positiva nei confronti dei giovani sostenendoli magari con il racconto della propria esperienza -sarebbe mantenere viva una tradizione fortemente radicata in Sardegna – affinchè i giovani ne facciano tesoro ed a loro volta imparino a tramandare la loro storia ai propri figli, nipoti. Per concludere, molto è stato fatto e tanto ci sarà da fare, per continuare abbiamo bisogno di tutto e di tutti ma insieme sarà possibile….