APPROVATA ALL'UNANIMITA' AL CONGRESSO F.A.S.I. DI ABANO TERME, LA MOZIONE SULLA CONTINUITA' TERRITORIALE SUI TRASPORTI DA E PER LA SARDEGNA

la platea congressuale


mozione promossa dall’ACSIT di Firenze

                                        L’assemblea del V congresso nazionale della FASI,

– lette e approvate le tesi congressuali n. 15, 16 e 17 in tema di continuità territoriale con la Sardegna;

                                                                        rilevato che

– qualsiasi disciplina della materia deve da una parte  rispettare la normativa comunitaria sulla libera concorrenza nei servizi e dall’altra evitare di essere sanzionata come “aiuto di Stato” da parte dell’Unione Europea;

– al momento attuale, il regolamento comunitario in vigore prevede soltanto per il trasporto aereo la possibilità per lo Stato nazionale di imporre oneri di servizio pubblico ai vettori che gestiscono servizi aerei di linea. per “una regione periferica o in via di sviluppo”, salvaguardando comunque la libera concorrenza anche attraverso gare d’appalto pubbliche (Reg. CEE n. 1008/2008 del 24.9.2008, che ha sostituito regolamenti precedenti);

– nel rispetto di questa normativa comunitaria,  in base all’art. 36 della legge n. 144 del 17.5.1999 sono state imposte tariffe agevolate per le principali rotte tra Sardegna e continente a favore sia dei residenti e dei nati in Sardegna, sia di disabili, giovani dai 2 ai 21 anni, anziani ai di sopra dei 70 anni, studenti universitari fino ai 27 anni di età, indipendentemente dal loro luogo di nascita o di residenza;

– peraltro, la legge finanziaria 2007 ha trasferito alla Regione Sardegna “le funzioni relative alla continuità territoriale” (art. 1, comma 837 della legge 27.12.2006 n. 296);

 

                                                                    considerato che

– al fine di compensare gli svantaggi dell’insularità è assolutamente necessario applicare il principio della continuità territoriale anche al servizio di trasporto marittimo, giacché è attraverso questo servizio che viaggia la stragrande maggioranza delle merci e dei passeggeri tra la Sardegna e il resto del territorio nazionale;

– analogo e più grave problema si pone per il trasporto marittimo tra la Sardegna e le isole minori, le quali, senza una politica di continuità territoriale, si trovano esposte a una penalizzazione doppia, dovendosi assommare al danno che colpisce l’Isola madre anche quello che colpisce le isole minori;

– la riprova della esistenza e gravità del problema si è avuta con la esplosione delle tariffe praticate per la stagione estiva dalle compagnie di navigazione private che gestiscono il trasporto marittimo con la Sardegna, esplosione che, non trovando alcuna plausibile giustificazione nell’addotto aumento del costo del carburante, ha fatto giustamente sospettare un accordo di cartello che finisce per gravare sulla economia dell’Isola e sulle spalle degli stessi sardi;

– un ulteriore aggravamento del problema è stata la privatizzazione della Tirrenia di Navigazione S.p.A. e la successiva vendita, invano contrastata dalla Regione, a una cordata dei più grandi armatori privati interessati alle rotte marittime tra Sardegna e continente (come è noto l’acquirente Compagnia Italiana di Navigazione è formata da Marinvest, Moby e Grimaldi);

– la meritoria iniziativa della Regione Sardegna di istituire  per l’estate scorsa la c.d. flotta sarda con navi della Saremar, pur avendo raggiunto un parziale effetto calmieratore, non può certamente costituire una soluzione del problema, anche se prorogata oltre il 15 settembre;

–  non a caso nel giugno scorso una mozione parlamentare approvata da maggioranza e opposizione ha impegnato il Governo “a promuovere la definizione di un quadro normativo che, in accordo con l’Unione europea e nel rispetto delle prerogative della regione Sardegna, risolva in maniera definitiva la continuità territoriale marittima con la Sardegna, così come avvenuto nel settore del trasporto aereo”;

                                                                       ritenuto che

– la realizzazione della continuità territoriale è una precondizione necessaria  per lo sviluppo della Sardegna e per la tutela della stessa dignità dei sardi, emigrati o no, contro ogni discriminazione geografica e sociale;

– per conseguenza, essa costituisce il presupposto indispensabile per la realizzazione dei fini economici, sociali e culturali previsti dallo statuto della FASI;

– come può risultare dalle precedenti considerazioni, il tema, pur registrando una apprezzabile convergenza politica da parte della Regione, dei parlamentari sardi e della opinione pubblica, presenta una notevole complessità istituzionale, sia a livello nazionale che a livello comunitario, e implica scelte economiche difficili in momenti di crisi come quelli che il Paese sta attraversando;

– è opportuno quindi istituire una commissione permanente per la continuità territoriale, dotata delle competenze necessarie per supportare l’azione della FASI presso la Regione, il Parlamento e il Governo, al fine di renderla più efficace e continua;

                                                                            manda

all’Esecutivo eletto dal Congresso di nominare una Commissione permanente per la continuità territoriale, con funzioni consultive e propositive, composta di membri interni o esterni al Consiglio Direttivo Nazionale, purché dotati delle professionalità, delle motivazioni e delle sensibilità necessarie per proporre e valutare le linee di azione più efficaci al fine di realizzare una adeguata compensazione dei disagi dell’insularità sarda.     

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