di Brunella Mocci
La Cineteca Sarda e la Biblioteca Provinciale di Cagliari hanno ospitato domenica 18 settembre la presentazione del libro di Vittorio Agnoletto e Lorenzo Guadagnucci: “L’eclisse della democrazia” L’incontro con l’autore è stato presentato da Antonello Zanda direttore della Cineteca Sarda, e moderato da Vito Biolchini.
Il dibattito è stato introdotto dalla proiezione di due video: “Cittadino” di Machina Amniotica ed un altro prodotto dalla Cineteca Sarda sui fatti del G8.
Era presente uno degli autori, Vittorio Agnoletto. Presentare questo libro/testimonianza, ha un valore ancora più forte della sola denuncia. Per questo affiora un senso di sgomento, nel constatare che non fa quasi rumore nel panorama editoriale italiano, una deflagrazione come quella provocata dalla esposizione approfondita dei fatti di Genova. Dopo 10 lunghi anni. Questa constatazione spaventa almeno quanto i fatti rimasti impuniti accaduti durante il G8. La difficoltà degli autori a portare il libro all’interno di spazi di condivisione pubblica quali manifestazioni culturali o reti televisive rivela quanto sia ancora oggi difficile poter fare nomi e cognomi di personaggi pubblici, rappresentanti dello stato e servizi, nonostante questi siano stati condannati in secondo grado.
Vittorio Agnoletto racconta la sua esperienza di portavoce del Genoa Social Forum, una rete composta da decine di migliaia di associazioni e cittadini, facente parte del Forum Sociale Mondiale, nato a Porto Alegre e composto da masse di individui critici contro le multinazionali e l’attuale sistema economico sfrenatamente liberista. Con lo slogan“un altro mondo è possibile” entrarono in contatto tutte quelle forze civili di ong, sindacati, associazioni che nel 2000 a Seattle si mobilitarono contro le politiche del fondo monetario internazionale e della banca mondiale. Da allora in poi imponenti manifestazioni in varie parti del mondo diedero vita ad una nuova coscienza di aggregazione civile, di ribellione contro le istituzioni internazionali che governano il mondo imponendo le politiche ed il futuro a milioni di persone. Il modello di sviluppo consolidatosi nel mondo occidentale e poi estesosi su gran parte del pianeta cominciava a implodere. Politiche insostenibili sul piano ambientale ed energetico che ignoravano e stravolgevano le specificità locali, richiedevano forme nuove di organizzazione economica e sociale. Da qui la tensione ad un nuovo contesto mondiale, ad una globalizzazione umana e solidale che ponesse l’essere umano al primo posto.
Al G8 di Genova del 2001 il Social forum approda con la sua voce non violenta e aperta, confluendo in un’organizzazione strutturata che intende far riflettere a 360 gradi sul futuro del pianeta proprio i grandi della terra presenti al G8.
I fatti li conosciamo tutti, l’assalto al corteo delle tute bianche, le torture, i 93 arresti, le connivenze tra polizia e black bloc, le ingiurie, i pestaggi a sangue e le prove false come le molotov poi inspiegabilmente scomparse. Una vera e propria sospensione dei diritti e della democrazia, dal punto di vista sociale uno sfacelo del rapporto tra cittadini e pubblica sicurezza, volto a far esplodere il G8 ed a screditare l’immagine del social forum additandolo a movimento intriso di violenti e black bloc. Da un lato dunque una durissima repressione, dall’altro una campagna mediatica martellante con un unico obiettivo: bloccare la crescita di una corrente d’opinione e di una forza militante che in meno di due anni crebbe impetuosamente in tutto il mondo, proponendosi come unica e credibile alternativa al pensiero liberista. Il movimento venne intenzionalmente criminalizzato e le sue idee messe fuori gioco con la forza.
Il libro è la ricostruzione precisa e fedele degli atti dei processi, l’assalto alla caserma Bolzaneto, le torture e le ingiurie, piazza Alimonda ed infine l’uccisione di Carlo Giuliani. Anche grazie al contributo di “voci” interne agli apparati dello stato, si descrivono i tentativi di bloccare le inchieste, di condizionare i testimoni, di screditare gli inquirenti ed indirizzare i processi. Enrico Zucca, pm al processo sui fatti della Diaz, per la prima volta racconta i retroscena di un’inchiesta tanto delicata quanto pericolosa. Vittorio Agnoletto ha ricevuto e riceve tuttora minacce e intimidazioni. Ha subito pressioni, danneggiamenti, aggressioni perfino dentro casa e vari furti di materiali di lavoro e computer.
Il dopo Genova è l’espansione dell’indole autoritaria di apparati dello stato che ne rinnegano totalmente i valori costituzionali. Amnesty International ad un anno dal G8 definì quei giorni di luglio 2001 come una violazione dei diritti umani di proporzioni mai viste in Italia ed in Europa nella storia più recente. Le giornate del 20 e 21 luglio sono state contrassegnate da attacchi indiscriminati, gratuiti e sistematici ai manifestanti pacifici. Venne richiesta a gran voce una commissione parlamentare d’inchiesta ma questa non venne mai istituita. Unica concessione, anche sulla spinta di pressioni internazionali, fu l’avvio di una semplice indagine conoscitiva, ad opera di un comitato parlamentare formato ad hoc. Le inchieste della magistratura di Genova hanno portato alla condanna in secondo grado di decine di agenti, funzionari e dirigenti delle forze dell’ordine, inclusi i massimi vertici della polizia di stato e dei servizi segreti. Sono esiti giudiziari clamorosi, senza precedenti. Un evento inedito e per sua natura esplosivo. Nella nostra, come in altre democrazie, è rarissimo che la magistratura arrivi a mettere sotto processo e condannare i massimi responsabili, in piena carica, delle forze di sicurezza. Eppure tutti i condannati, seppure inchiodati da ricostruzioni dei fatti rigorose, sono rimasti al loro posto, con l’avallo dell’intero arco politico parlamentare. La magistratura di Genova ha lavorato superando ostacoli e boicottaggi, la politica al contrario ha mostrato da subito il suo potere andando in una direzione: quella di non scegliere la piena legalità costituzionale, preferendo proteggere quei corpi civili dello stato finiti sotto inchiesta. Rinunciando a chiederne le dimissioni e anzi confermando coperture e promozioni agli imputati, spostati ad alti incarichi di forte rilievo istituzionale. Quasi un premio. A chi ha vessato ed umiliato dei cittadini inermi e indifesi. Il tragico luglio genovese del 2001 ha lasciato una pericolosa ferita aperta nella società italiana e nelle sue istituzioni.
Ma c’è una cosa che è inaspettatamente intervenuta in favore dei manifestanti al corteo: migliaia di cittadini hanno ripreso, fotografato e quindi documentato l’escalation di violenza sulla piazza pacifica da parte della polizia. Uno dei documentari più riusciti è sicuramente “OP” realizzato dalla segreteria legale del Genoa social forum. Si concentra su un episodio chiave: la carica dei carabinieri al corteo autorizzato delle tute bianche. Mettendo insieme video, registrazioni audio, fotografie e testimonianze è questo il video che meglio rappresenta le conclusioni poi raggiunte anche dai giudici. Fu una carica incomprensibile e illegittima, al punto da giustificare anche sul piano giuridico la reazione dei manifestanti. Migliaia di cittadini hanno quindi contribuito a dimostrare che l’ordine pubblico fu turbato in primo luogo dalle stesse forze dell’ordine. Una sorta di democratizzazione della verità attraverso foto e filmati girati dai telefonini dei manifestanti. Questa comunicazione seppur confusa e concitata date le circostanze, riuscì da subito a passare e ad avere la meglio sull’ipocrisia dell’informazione televisiva.
Introduce ai fatti del libro la descrizione dell’incontro con un personaggio importante dei servizi segreti che scoraggia Agnoletto dal prendere l’iniziativa di scrivere il libro, dicendogli che “per il suo bene” dovrebbe evitarlo.
Più che di eclisse, vien voglia di dire, scoraggiati, il buio della democrazia… ma, come dice Vittorio, la giustizia può richiedere un tempo straordinariamente lungo. Continuare a lottare, anche con la voce del suo libro, è il modo migliore di tentare di affermarla e mantenere viva la memoria di quei giorni così oscuri della democrazia italiana. E’ da qui che dobbiamo ripartire.
Ho letto questo libro e voglio fare i complimenti alla giornalista che ha scritto questo articolo perché descrive molto bene le cose che denuncia Agnoletto. Ho visto anche lapresentazione a Iglesias però era senza i video.
Come mai l’hanno fatto solo a Cagliari? Dove si possono trovare?
Gentile Sandra,non sono una giornalista! ti ringrazio ma sono solo una che scrive per passione. Conosco bene Vittorio, essendogli amica da tanti anni. Ne conosco la lucidità e l’onestà intellettuale che gli fanno instancabilmente denunciare con forza i fatti di Genova. Il video di Machina Amniotica, “cittadino”, lo trovi su youtube, quello della Cineteca non so, potresti forse richiederlo alla sede di Cagliari in Viale Trieste. La serata di Cagliari è stata organizzata da noi amici di Vittorio e dalla Cineteca, per cui è stato possibile inserire i contributi video. Ci saranno forse altre date prossimamente. Per ora un saluto cordiale!
Grazie mille Brunella! Sei stata davvero gentile! Spero di poter leggere altre cose tue qui sul sito. Saluti.