di Bruna Murgia
Luca Pacioli, religioso, matematico ed ispiratore di Leonardo da Vinci nel 1509 scriveva: “Anche il popolo ritiene che l’occhio sia la prima porta attraverso la quale lo spirito conosce le cose”; di fatto è proprio nello sguardo che si riconosce il primo veicolo di conoscenza e il punto di partenza per comunicare e raccontare eventi dei quali si è stati testimoni. In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia il Circolo Gennargentu di Nichelino ha ospitato un incontro inedito del progetto “Le Strade del tempo” dove a raccontare gli anni prima, durante e dopo quel fatidico 17 marzo 1861 sono stati proprio gli sguardi di coloro i quali, venendo da fuori hanno conosciuto la Sardegna e di tutti quelli che, in preda ad una nostalgia struggente la raccontavano dall’esterno facendo conoscere usi, costumi e immagini al “continente”. La vasta sala del centro sociale Grosa di Nichelino ha accolto, nella giornata di domenica 18 settembre, un folto pubblico curioso che ha ammirato la mostra “Fratelli d’Italia” della F.A.S.I ed ha assistito all’incontro dibattito “Visti da dentro con gli occhi di fuori, Visti da fuori con il cuore di dentro” che ha visto alternarsi, moderati dalla scrittrice Bruna Murgia, le relazioni dello storico dell’arte Francesco Ledda e della giornalista Mariella Cortes. I saluti e le relazioni sono state introdotte dal presidente del Circolo Gennargentu, Salvatore Fois, che ha ribadito l’importanza del ruolo della nostra Isola nel Risorgimento, la necessità di sentirsi tutti parte integrante di un’unica nazione e l’importanza di festeggiare insieme la ricorrenza storica. Parole ribadite dall’assessore comunale uscente Carmen Bonino che ha voluto sottolineare, come più volte fatto in passato, l’amicizia che la lega al Circolo Gennargentu e la riconoscenza per le attività realizzate nel territorio dai componenti dello stesso. Le succede il giovane assessore alla cultura Francesco Azzolina nei cui saluti ha trovato posto il discorso sulla lingua di Dante Alighieri per sottolineare l’importanza della conservazione delle caratteristiche idiomatiche unitarie che tengono conto della ricchezza delle lingue parlate nel nostro Paese. L’assessore ha espresso il desiderio di raggruppare, in occasione della conclusione dei festeggiamenti dei 150 anni tutte le associazioni regionali presenti a Nichelino per vivere insieme appieno l’Unità d’Italia. Bruna Murgia ha introdotto le due relazioni in cui si evidenzia la visione esterna della Sardegna analizzata da Francesco Ledda che ha raccontato gli sguardi di Giuseppe Cominotti, l’architetto giunto in Sardegna per progettare strade, ponti e teatri che ha lasciato un ricco patrimonio di acquerelli a testimonianza degli usi e dei costumi dell’epoca; quelli del padre domenicano Peter Paul Mackey, del pittore Giuseppe Biasi, del generale-esploratore Alberto La Marmora alla scoperta del continente Sardegna, del fotografo Edoard Delessert (primo “occhio fotografico” della Sardegna), di Max Leopold Wagner, il padre della linguistica sarda, spaziando per quelli di D.H.Lawrence nelle sue suggestive descrizioni di un’isola selvaggia, fino a Giuseppe Garibaldi, l’eroe dei due mondi che in Caprera ne scopre un terzo, quasi da conquistare, nella quale lascia importanti tracce della sua eclettica personalità. A seguire, dopo la lettura di un breve stralcio di “Mare e Sardegna”, Bruna Murgia ha introdotto la seconda relazione “Visti da fuori col cuore di dentro” in cui Mariella Cortes ha illustrato la situazione della Sardegna all’alba dell’Unità d’Italia e le molteplici relazioni intrattenute dai protagonisti del Risorgimento con riferimento a personaggi sardi più o meno noti. Tra questi spiccano le figure di Giorgio Asproni, illuminata personalità politica che lottò per il miglioramento delle condizioni della Sardegna e l’imprenditore Giovanni Antonio Sanna che risollevò in maniera preponderante le sorti dell’attività mineraria in Sardegna. Dieci anni dopo la proclamazione dell’Unità d’Italia nasce Grazia Deledda, prima e coraggiosa penna ad esportare nel continente aspetti caratterizzanti della sua Terra, mediante la narrazione di comportamenti e tradizioni che osservava nella socialità isolana. Sul sentiero da lei tracciato, Francesco Ciusa, il disegnatore Tarquinio Sini e i suoi contrasti iconografici e tanti altri sardi, meno noti, che scelsero di emigrare, ma non scordarono mai la propria Terra contribuiscono a farla conoscere oltremare. La storia dei personaggi più noti si intreccia con quella dei meno conosciuti. I momenti in cui gli italiani si sentirono finalmente uniti e facenti parte di un’unica Nazione furono proprio quelli dell’emigrazione e delle due guerre mondiali. La relazione termina con il gradito intervento del giovane assessore ai grandi eventi Diego Sarno e con l’ulteriore saluto di Carmen Bonino. In questo scorcio d’estate in cui ognuno ha ascoltato un po’ della propria storia, il Circolo di Nichelino ha fatto gradito omaggio ai relatori e alle personalità presenti del volume “Fratelli d’Italia” edito dalla FASI, e gli organizzatori de “Le strade del tempo” hanno contraccambiato con un cesto tradizionale contenente gli antichi strumenti delle filatrici, a significare come la vita di ogni sardo che vive fuori dell’Isola sia strettamente intrecciata con quella di chi sta ancora nella sua terra e che il sentimento dell’Unità va continuamente costruito e raffinato negli anni e nelle coscienze, come una matassa di lana grezza da lavorare sapientemente.