di Claudia Sarritzu – Tiscali
La riduzione da 80 a50 consiglieri è stata rimandata. Perché? Perché un voto segreto in aula ha permesso di allungare i tempi dell’approvazione, addirittura di procrastinarla fino al varo del nuovo Statuto. Sembra uno scherzo, soprattutto dopo tutte le belle parole che erano state dette durante la fine dell’estate sulla necessità di dare agli elettori sardi un segnale, di far intendere di aver capito le enormi difficoltà in cui versano le famiglie isolane. Pareva avessero capito che per evitare di terminare anche la seconda repubblica con un disprezzo generale nei confronti della classe politica, dovessero prendersi la briga di sforbiciare tutti gli sprechi che interessano la loro categoria. Che di fatto, questi sprechi, sono soprattutto l’essere in 80 a prendere 14 mila euro al mese, quando 50 andrebbero più che bene. In tutto questo bisogna segnalare che la votazione è andata in questo modo a causa di franchi tiratori nelle file dell’opposizione. Io non pecco di ingenuità se affermo che ero convinta che questa volta la politica avrebbe scelto di salvarsi. Perché non è che siamo noi, poveri cittadini, a provare ormai disgusto per certe pratiche, ma è proprio la politica che sta dimostrando di avere intenti suicidi. Mi chiedo ancora come tutte queste mosse sbagliate, questa tutela indiscriminata dei propri interessi possa far pensare al nostro parlamento che una volta chiusa questa epoca, dove l’Italia ha perso una gran fetta della sua dignità a causa di chi la governa, che coloro lo compongono siano degni di riproporsi nuovamente in una società diversa e si spera più equa e indenne dagli sprechi. La politica non sarà più un lavoro domani, mettetevelo in testa miei cari Partiti. Lo so che per molti è duro accettarlo, significherebbe iniziare a faticare, ma noi giovani, a cui avete tolto il futuro non abbiamo più voglia di scherzare. L’epoca delle riappacificazioni, delle amnistie e dei condoni, del volemose bene è terminata, ora tocca noia, ora chiederemo il conto dei danni che ci avete procurato.