di Paolo Pulina
Giuliano Amato, volendo probabilmente stigmatizzare il fatto che la Costa Smeralda di Berlusconi e il Billionaire di Briatore sono meta da dieci anni non solo di straricchi vacanzieri ma anche di molti politici, ha usato queste parole: “C’’è troppa Sardegna nella vita politica italiana, non me ne vogliano i sardi, non ho niente contro di loro…”. L’inadeguatezza espressiva dimostra come anche un politico che sembrava a prima vista non averne bisogno deve prontamente dotarsi di un ghostwriter, di qualcuno che gli scriva delle frasi che abbiano un senso e che quindi non espongano al ridicolo il presunto (fino a ieri) Dottor Sottile. Il presunto (fino a ieri) regista di centrocampo Giuliano Amato ha commesso un autogol (in questi giorni è stato ad Alghero, quindi in Sardegna, anche Massimo D’Alema, con cui condivide la presidenza della Fondazione ItalianiEuropei) e ha fornito uno splendido assist al governatore della Sardegna Ugo Cappellacci: “Penso che sia vero l’esatto contrario di quanto sostenuto dal presidente Amato: infatti, non vedo dei Cossiga, dei Gramsci, dei Berlinguer né vedo delle Grazia Deledda e neppure delle figure politiche portatrici dei valori della gloriosa Brigata Sassari. Insomma nella politica italiana c’è poca, pochissima Sardegna e si vede”. Bel colpo, maestro, pardon, scolaretto, veramente debole nella competenza linguistica dell’italiano.
LE DICHIARAZIONI DI AMATO AL MEETING DI RIMINI DI “COMUNIONE E LIBERAZIONE
TROPPA SARDEGNA NELLA POLITICA ITALIANA
L’ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato, censura i costumi della classe politica. Parlando al Meeting di Comunione e Liberazione dice che “c’è troppa Sardegna nella vita politica italiana, non me ne vogliano i sardi, non ho niente contro di loro…” perché l’allusione di Amato non è all’isola ma ai costumi dei ricchi vacanzieri tra i quali anche politici di grande importanza. Citando il messaggio che il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha lanciato dal Meeting di Cl, Amato ha sottolineato che “ha ragione Napolitano”. “Non si può fare carico a un Governo di tutte le difficoltà che ha davanti. Negli ultimi dieci anni si è affermato il trionfo dell’individualismo immemore degli altri”. Un individualismo che prevede anche “quel padre che aveva come massimo della vita che la propria figlia sedicenne vincesse il concorso per il miglior ‘lato b’ e quelle madri che come massima aspirazione hanno che la propria figlia faccia la velina o che venga invitata su uno yacht a Porto Rotondo. Sono cose – ha sottolineato – che fanno rimanere sconcertati”. “La metafora sulla Sardegna utilizzata dal professor Amato è una gaffe, che non è accettabile e che non può non essere rettificata da un uomo di cultura come lui”. Così il presidente Cappellacci ha commentato le dichiarazioni dell’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato. “Amato – ha aggiunto Cappellacci- conosce bene i valori dei sardi ed è consapevole di quanto siano lontani dalla metafora utilizzata. Peraltro, tra i ‘velini’ e le ‘prime donne’ della politica nazionale non rientra certo alcun esponente della nostra isola. Penso che sia vero l’esatto contrario di quanto sostenuto dal presidente Amato: infatti, non vedo dei Cossiga, dei Gramsci, dei Berlinguer né vedo delle Grazia Deledda e neppure delle figure politiche portatrici dei valori della gloriosa Brigata Sassari. Insomma – ha concluso Cappellacci – nella politica italiana c’è poca, pochissima Sardegna e si vede”.