ricerca redazionale
Crollano gli investimenti nel settore dell’edilizia (- 3,8%), giù il volume di affari (- 2,6). Ancora, segno negativo sotto la voce abitazioni (-10), edilizia non residenziale (-19) e immobiliare (-5,3). Il grido di allarme è giunto questa mattina da Francesco Porcu e Paolo Porru, segretari regionali di Cna e Cna edilizia che hanno presentato il rapporto semestrale sul mercato delle costruzioni in Sardegna. I rappresentanti della confederazione imprese artigiane hanno lanciato alla politica un appello alla stabilità, per dare respiro ad un settore che ormai non ce la fa più. “La Giunta va avanti con un turn over più da call center che da governo della Regione.
Le imprese sono alla disperazione – hanno detto – e sempre più si rivolgono agli usurai per mettersi in regola con i pagamenti. La rivolta delle partite Iva è un chiaro segno di un malessere che temiamo possa sfociare in azioni più eclatanti”. Sotto accusa la politica che non dà risposte. “Tre assessori in due anni e mezzo privano di respiro strategico l’azione di governo”. I dati sono eloquenti.
Lo stato di salute del settore, assieme al turismo il più trainante dell’economia isolana, registra un crollo su tutti i comparti. Il dossier mette in evidenza anche la frenata delle gare d’appalto, meno 7,4% nel primo semestre 2011. Forte preoccupazione è stata espressa per quanto riguarda l’occupazione con 11 mila posti di lavoro in meno e un tasso del 99% in più delle ore che riguardano la cassintegrazione solo nel primo quadrimestre. “Sassari, Ogliastra e Oristanese sono le province che soffrono di più, ma il malumore è diffuso – ha rimarcato Porru – gli effetti del piano casa non si sono fatti sentire. Dal 2006 le volumetrie sono calate del 51,9 %”. I rappresentanti di Cna ora chiedono una task force guidata dalla Regione per mettere in appalto tutte le opere che possono essere subito cantierabili, per dare respiro alle aziende, la semplificazione delle autorizzazioni.