di Paolo Pulina
Nella mia “Guida letteraria della provincia di Pavia” (2005) ho ricordato le commemorazioni in onore dello scrittore e diplomatico Carlo Dossi (Carl’Alberto Pisani Dossi, 1849- 1910) tenutesi in Oltrepò nel settembre 1990 (a Zenevredo), nel giugno 1997 (ancora a Zenevredo) e nel novembre 1999 (a Santa Maria della Versa e a Montecalvo Versiggia). In tutte e tre le occasioni fu organizzato un incontro di studi sull’illustrissimo oltrepadano utilizzando sempre l’occasione della presentazione di un volume “dossiano”.
Nel 1990 fu presentato il volume Zenevredo l’altr’ieri di Egidio Maggi. Nel 1997, nell’area verde della località Fossone, l’ incontro culturale prese lo spunto dalle bozze del volume I colori della letteratura nella Lombardia postunitaria, atti di un convegno tenuto a Rivanazzano in onore di Ettore Mazzali con un saggio di Giuseppe Polimeni relativo alle ricerche di Cesare Angelini sugli ambienti dossiani in Oltrepò. Nel 1999 il libro che offrì il destro fu quello delle Opere di Carlo Dossi, 1400 pagine di testi pubblicati da Adelphi, magistralmente introdotti e annotati da Dante Isella (non a caso protagonista assoluto di quella giornata di studi).
Dopo i fasti dei tre giorni (15-17 novembre 2010) di un convegno nazionale organizzato nel centenario della morte (avvenuta a Cardina, Como, il 16 novembre 1910), intitolato “Lo scrittore, il diplomatico, l’archeologo” e tenuto presso l’Università degli Studi di Milano, il paese natale di Carlo Dossi (Zenevredo, 27 marzo 1849: da Giuseppe, esponente della nobiltà locale, e da Ida Quinterio, di nobile famiglia lodigiana) e quello in cui passò l’infanzia (Montecalvo Versiggia) meritoriamente hanno voluto dare un nuovo segnale di interesse locale rispetto a questa straordinaria figura di letterato, diplomatico, appassionato di scavi archeologici.
Al centro degli incontri, tenuti nel pomeriggio (a Zenevredo) e nella serata (a Montecalvo) del 22 luglio, questa volta sono state queste due opere: L’Oltrepò di Carlo Dossi: luoghi, personaggi ed aneddoti della terra pavese da Zenevredo a Montecalvo a Mairano di Casteggio abbozzati da Carl’Alberto Pisani Dossi a cura di Fabrizio Bernini e Siro Brondoni (165 pagine, illustrate, stampa 2009, edite dal Comune di Zenevredo grazie al contributo della Fondazione Comunitaria della provincia di Pavia – di cui è presidente Giancarlo Vitali – e grazie alla collaborazione del Comune di Montecalvo Versiggia); Note Azzurre di Carlo Dossi, edizione integrale a cura e con prefazione di Dante Isella e un saggio finale (“I quaderni alla prova. Per una storia editoriale delle Note Azzurre”) di Niccolò Reverdini, Adelphi, 2010, pp. XXXIII + 1042 + indice analitico + scritto di Reverdini.
A Zenevredo, dopo i saluti del sindaco Pietro Gramegna, del viceprefetto Rinaldo Argentieri e del presidente della Provincia di Pavia Daniele Bosone, è seguita la visita alla casa natale dello scrittore. Fabrizio Bernini e Siro Brondoni hanno quindi illustrato il proprio libro mentre il notaio e cultore di storia locale Franco Tonalini ha svolto una relazione che ha preso come punto di partenza il fatto che il diplomatico Dossi, per iniziativa del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, è stato inserito tra i più importanti funzionari dello Stato che hanno dedicato la propria vita lavorativa al servizio della collettività nei vari rami della pubblica amministrazione (la provincia di Pavia è assolutamente ben rappresentata se si considera che vi figurano, oltre Dossi, Giovanni Montemartini di Montù Beccaria; Angelo Annaratone di Frascarolo; Paolo Baffi di Broni; Emilia Morelli di Pavia; Rina Monti, dell’Università di Pavia; e Cesare Correnti, nato a Milano ma laureato a Pavia, nel 1849 eletto parlamentare della Camera subalpina in rappresentanza del collegio di Stradella).
A Montecalvo, la sera, nella chiesa parrocchiale, dopo i saluti del sindaco Roberto Delmonte, del parroco don Bruno Scanarotti e di Giancarlo Vitali, e dopo le sintetiche esposizioni di Bernini, Brondoni, Tonalini, la parola è passata a Pierangela Fiorani, Niccolò Reverdini e Pierangelo Lombardi. La prima, direttore della “Provincia Pavese”, ha rievocato il suo incontro, presso l’Ateneo pavese, con il massimo studioso di Dossi, il prof. Dante Isella, che la convinse a lavorare su una tesi volta a scovare le fonti giornalistiche dell’opera narrativa Cento Anni (1859-1864) di Giuseppe Rovani, autore apprezzatissimo da Dossi. Reverdini, discendente della casata Pisani Dossi, ha ripercorso l’avventurosa storia dell’edizione integrale postuma di quell’eccezionale “zibaldone” di annotazioni (5794, scritte da 17 anni fino agli ultimi giorni di vita) cui è stato dato il titolo di Note Azzurre; Lombardi, docente di Storia dell’Università di Pavia (ma anche sindaco di Stradella) ha tratteggiato il finora misconosciuto operato di Carlo Dossi come diplomatico (le sue fortune sono legate a quelle dell’esponente della sinistra storica Francesco Crispi. Quando il governo Crispi cadde, nel 1891, Dossi fu inviato “per punizione” a Bogotà, in Colombia. Nel 1894 tornò ad essere capo del Gabinetto del ministro degli Esteri; tra il 1896 e il 1897 fu in Grecia, dove cominciò i suoi primi scavi archeologici).
Sia a Zenevredo che a Montecalvo la chiusura della commemorazione è stata affidata all’avv. Beno Reverdini, marito di Giuseppina Pisani Dossi (nipote di Carlo Dossi) e padre di Niccolò, il quale ha ricordato che nella villa di Como la famiglia di Pisani Dossi conserva l’archivio letterario e quello storico – diplomatico dell’illustre antenato. Ventimila documenti riguardanti la vita politica italiana, nel 1942, furono tuttavia ritirati dalla Sovrintendenza Archivistica e ora sono depositati presso l’Archivio Centrale dello Stato (Fondo Pisani Dossi). Il desiderio della famiglia, con cui si è dichiarato d’accordo il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è quello di unire di nuovo tutti questi materiali.
Nei racconti autobiografici del 1868 L’Altrieri (infanzia) e del 1870 Vita di Alberto Pisani (adolescenza) numerosi e ampi sono i riferimenti ai paesi e alle colline dell’Oltrepò in cui Dossi ebbe nascita e crescita. Nelle Note Azzurre vi è una messe di annotazioni su questi stessi luoghi ma anche una miniera di notizie, spesso piccanti, sulla vita (anche intima) di personaggi della cerchia familiare e sulle manie di celebrate personalità della vita accademica a Pavia (nella cui Università Dossi si era laureato in Giurisprudenza).
Se in futuro potesse concretizzarsi il progetto di un parco letterario volto a far conoscere agli amanti del turismo per ragioni letterarie i luoghi dell’Oltrepò pavese, il nume tutelare e l’ispiratore non potrebbe essere che Carlo Dossi. Guardando la pianura dalle sue colline scrisse in L’Altrieri: “Là c’intorniàvan robinie. L’ombre di esse, una di cui ci copriva, allungàvansi tra le gambe delle panchette, sul suolo, bizzarramente; e, negli squarci da fusto a fusto, scorgèvasi giù sciorinata la campagna, gibbosa, sparsa di villaggi dai lucenti tetti d’ardesia, macchiata da querceti – masse nere, cupe. In fondo, una benda argentina: il Po; al di là, terra terra, un fumoso chiarore (esalazioni appestate): la città. Appresso, tutto si confondeva col cielo, d’un azzurro cinereo, giojellato di stelle che lappoleggiàvano senza posa e dalle quali staccàvansi di tempo in tempo ràpide strisce di fuoco”.
Il parco letterario, come sappiamo, ha il compito di “trasformare le antiche memorie in occasioni di sviluppo economico”, ma innanzitutto, dico io, è contesto utile per far vivere emozioni speciali, quali possono essere solo quelle originate dalla lettura, proprio in quel luogo determinato, delle descrizioni di quel luogo lasciateci da un grande scrittore (stando al caso nostro: Carlo Dossi).