di Paolo Pulina
A Vigevano, nella mattinata di domenica 10 luglio, è avvenuta la presentazione ufficiale alla cittadinanza della mostra della FASI e della Regione Sardegna “Fratelli d’Italia. 150° anniversario dell’Unità d’Italia celebrato per immagini”, visitabile e visitata in realtà dal pubblico già dal 2 luglio. L’apertura della mostra (allestita fino al 17 nei prestigiosi spazi espositivi della strada sotterranea del Castello Sforzesco, gentilmente messi a disposizione dal Comune) era comunque stata preannunciata attraverso una conferenza stampa, tenuta il 1° luglio, nella quale il Comune di Vigevano era stato rappresentato dall’Assessore alla cultura Giorgio Forni, la FASI dal coordinatore della Circoscrizione Lombardia Antonello Argiolas, il locale circolo sardo “S’Emigradu” dal presidente Giovanni Podda e dagli altri collaboratori per l’organizzazione. Alla presentazione ufficiale, oltre i dirigenti e un gruppo di soci del Circolo, sono intervenuti il nuovo Assessore alla cultura Giuseppe Bellazzi (subentrato da pochissimi giorni al dimissionario Forni), la dirigente del Settore cultura Daniela Vecchi e il sottoscritto in rappresentanza della FASI. Dopo i saluti del presidente Podda, ha preso la parola l’assessore Bellazzi, medico di famiglia e quindi profondo conoscitore dei problemi della comunità locale in generale. L’interessante “chiacchierata” (così ha definito il suo intervento) di Bellazzi ha riguardato i modi in cui, secondo i suoi precisi ricordi, si sono “sistemati” a Vigevano i sardi richiamati, insieme a molti meridionali, agli inizi degli anni Sessanta, dalle possibilità lavorative offerte dallo sviluppo potente dell’industria calzaturiera. Ospitati nelle cosiddette “tettoie” i sardi non si sono persi d’animo e grazie alla loro caparbietà e orgoglio hanno superato i difficili momenti iniziali e si sono potuti godere meritate soddisfazioni sia per quanto riguarda il lavoro, sia per quanto riguarda il decoro della casa, ma anche per quanto concerne l’integrazione perché dal 1977 si sono organizzati in un circolo culturale sardo che non ha proposto soltanto i prodotti alimentari e il folclore della amata isola di origine ma anche occasioni di arricchimento culturale a vantaggio dei soci e dell’intera cittadinanza vigevanese. La mostra “Fratelli d’Italia” è il coronamento di questa azione anche culturale e non a caso il Comune la ha qualificata come manifestazione di chiusura dell’iniziativa “2011. Buon compleanno, Italia! Mostra tricolore di eccellenze italiane”. Personalmente, ho richiamato una citazione lusinghiera per i sardi presente nel romanzo “Il meridionale di Vigevano” (1964) di Lucio Mastronardi, lo scrittore che più di tutti ha raccontato la Vigevano del boom economico (quella dei “Soldi. Soldi. Soldi” secondo il famosissimo incipit di un articolo di Giorgio Bocca per “Il Giorno” diretto da Italo Pietra): “I figli nati fra vigevanesi e sardi vengono fuori dei fiò, che a dirgli belli è dirgli poco”. Nello stesso romanzo, tra i nomi di paesi del Sud e delle isole detti ad alta voce dalla centralinista nel posto del telefono pubblico, vengono nominati: “Busachi cabina quattro!”; “Assemini cabina uno!”. La mostra “Fratelli d’Italia”, di fatto, costituisce il contributo più significativo della Sardegna alla celebrazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. In questo caso, l’organizzazione dei sardi emigrati nell’Italia continentale (la Sardegna “di fuori”) ha operato con tempismo e intuizione, sfruttando i collegamenti internazionali offerti dalla rete dei circoli degli emigrati sardi nel mondo ma anche quelli garantiti dalla Federazione internazionale delle associazioni degli illustratori. Come si vede dalle immagini satiriche esposte, provenienti da tutto il mondo, oggetto di attenzione sono stati i 150 anni dell’intera Italia unita (visti naturalmente secondo la prospettiva che risulta agli occhi di un osservatore attuale) ma anche il secolo e mezzo dell’isola di Sardegna nel contesto unitario dello Stato italiano. La presentazione della mostra serve anche per supplire, con un minimo di informazione di base detta a voce, alle molte lacune che non fanno onore alla maggior parte dei manuali di storia nazionale, nei quali la Sardegna figura poco o niente. Ho fatto qualche esempio citando alcune date e alcuni dati non esplicitati in questi manuali. 28 aprile 1794 (cacciata temporanea dei piemontesi); 1799 (dal Piemonte occupato dai francesi, il re Carlo Emanuele IV e la famiglia si rifugiano in Sardegna fino al 1814); 1820 (editto delle chiudende); 1833 (viene fucilato a Chambéry, perché accusato di essere mazziniano, l’ufficiale sassarese Efisio Tola; a lui è intitolato il circolo sardo di Piacenza); 1835-38 (abolizione del feudalesimo); fine 1847-1848 (“fusione perfetta” della Sardegna con gli Stati sabaudi di terraferma); 1868 (a Nuoro la rivolta di “Su connottu” contro la vendita delle terre comunali); 1869 (inchiesta parlamentare della commissione Depretis sulle cause della miseria della Sardegna); 3 settembre 1904 (a Buggerru l’esercito spara sui minatori in sciopero: tre morti e undici feriti; in reazione: primo sciopero politico generale in Italia); 1915-1918 (prima Guerra mondiale: morti o dispersi oltre 13.000 sardi, tra i 100.000 arruolati nei due reggimenti di fanteria della Brigata “Sassari”); aprile 1921 (viene fondato ad Oristano il Partito Sardo d’Azione); aprile 1946- dicembre 1950 (l’ente regionale per la lotta anti-anofelica in Sardegna, in collaborazione con la Fondazione Rockefeller, debella la malaria); 31 gennaio 1948 (l’Assemblea Costituente della Repubblica Italiana approva lo Statuto speciale della Regione Autonoma della Sardegna); 11 giugno 1962 (viene varata la legge 588 con cui si finanzia il primo “Piano di Rinascita”). A Vigevano, durante la presentazione ufficiale (così come era avvenuto nel corso della conferenza stampa) è stato anche possibile dare una meritata visibilità e la parola a uno degli autori presenti nella mostra e nel catalogo: Ugo Sajini, residente a Vigevano. Spiritosamente (possiamo usare un altro avverbio nel caso di un vignettista?) Sajini ha voluto regalare agli amici sardi di Vigevano due sue vignette, improvvisate alla fine dei discorsi di presentazione. La Sardegna è stata protagonista della giornata del 10 luglio anche nella Cavallerizza del Castello: dalla mattina presentazione, degustazione e vendita di prodotti enogastronomici sardi; nel pomeriggio applaudita esibizione del gruppo etnico sardo “Naramì” con balli, canti e suoni della Sardegna.
Ciao Massimiliano, che piacere! adesso siamo amici anche su facebook! così posso leggere e seguire anche i tuoi post, oltre a leggere Tottusinpari, a proposito: ti ringrazio molto dell’articolo che hai pubblicato ieri sulla mostra che è in esposizione a Vigevano. Saluti. a presto.
Ciao Max e Valentina, como chi TIP est fintzas in Facebook no li
frimmat prus niunu e at a illacanare in mizas de cunzados innidos. Sas
menzus uras, saludos Cristoforo