di Paolo Pulina
L’abate Colombano (Irlanda c. 525-530) è uno dei più illustri esponenti del mondo monastico che si impegnò per l’evangelizzazione e il rinnovamento culturale dell’Europa. Dall’Irlanda si recò (c. 590) in Francia, Svizzera e Italia Settentrionale, creando e organizzando comunità ecclesiastiche e fondando vari monasteri: quello francese di Luxeuil, da lui governato nel rispetto costante di una rigorosa Regola, da lui stesso elaborata; quello di Bobbio (Piacenza), famoso per la disciplina e gli studi, dove morì il 23 novembre 615.
Nell’Oltrepò pavese e nel Tortonese sei parrocchie sono dedicate al santo, ma Santa Giuletta è l’unico paese della provincia di Pavia che lo ha come patrono. A proposito dell’oratorio di San Colombano in Santa Giuletta, il canonico Campi nella sua “Storia ecclesiastica delle città e diocesi di Piacenza” nella parte I, all’anno di Cristo 604, scrive: “Non guari andò che a San Colombano decretati gli furono coi soliti riti d’allora i pubblici divini onori e l’erezione insieme di varie chiese” tra le quali annovera quella di Santa Giuletta. Inoltre: nel luglio 929 l’abate Gerlanno portò da Bobbio alla chiesa di San Michele in Pavia le spoglie di san Colombano per rivolgersi al re Ugo di Provenza: la curticella S.Columbani nominata tra le tappe del percorso viene identificata con l’oratorio, oggi purtroppo scomparso, di Santa Giuletta (a Canevino, in occasione della stessa traslazione, un ragazzo, muto dalla nascita, cominciò a parlare al passaggio delle reliquie di san Colombano).
Su san Colombano indicato come il più degno co-patrono d’Europa (a fianco di san Benedetto) il 27 novembre 1999 l’Assessorato alla Cultura della Provincia di Pavia organizzò un convegno su “San Colombano e l’Europa. Religione, Cultura, Natura”, che vide come relatori Angiolino Bulla, Arturo Calzona, Renata Crotti, Alessandro Ghisalberti, Valeria Polonio Felloni, Paolo Tomea, Luciano Valle, Giuseppa Z. Zanichelli. (Del convegno, per iniziativa della Provincia, nel 2001 furono poi pubblicati gli atti – presso Ibis, pp. 172 – a cura di chi scrive e del prof. Luciano Valle).
Un anno dopo, il 25 novembre 2000, in occasione della festa patronale di San Colombano, a Santa Giuletta, nell’auditorium della scuola media, si tenne un seminario di riflessione dal titolo “San Colombano: attualità di una lezione spirituale e culturale”, sempre organizzato dall’Assessorato alla Cultura della Provincia, a complemento di una tre giorni pavese (22-24 novembre) dal titolo complessivo “Lungo i percorsi della discendenza di Abramo (Ebraismo, Cristianesimo, Islamismo). Storia e filosofia dei millenarismi nel passaggio al Terzo millennio”. (Purtroppo di questa importante tre giorni, per mancanza di fondi, non sono mai stati pubblicati gli atti).
A Santa Giuletta, oltre al sottoscritto, che coordinò i lavori, intervennero: l’allora Assessore provinciale alla Cultura, Delio Todeschini; il sindaco di Santa Giuletta, Carlo Bolognesi; il parroco don Luciano Chiesa; gli specialisti Luciano Valle, filosofo ambientalista; Renata Crotti, dell’Università degli Studi di Pavia; Mauro Steffenini, del Movimento “Columban’s Day” di San Colombano al Lambro; Mario Maffi, enologo. A cura di chi scrive gli interventi (anche del pubblico) furono riportati nel periodico comunale di Santa Giuletta “Partecipare” (n. 36, novembre 2001) ma, per evidenti motivi di spazio, non fu possibile pubblicare sul giornale i testi delle interessantissime relazioni dei quattro specialisti.
Santa Giuletta, sabato 2 e domenica 3 luglio, ha ospitato il XIV Meeting delle comunità colombaniane. Il Meeting si svolge annualmente in una città, sia in Italia che in Europa, legata al monaco ed abate irlandese: in essa viene portato il busto argenteo contenente la reliquia del teschio del santo proveniente da Bobbio e si celebrano varie cerimonie solenni (sempre in Oltrepò pavese, quindi sempre nella diocesi di Tortona, a Canevino – che, come abbiamo detto, vanta tracce e memorie storiche relative a san Colombano – il Meeting si era tenuto nel luglio 2003).
Durante la manifestazione di domenica gli insegnamenti di san Colombano sono stati vigorosamente sintetizzati nell’omelia di mons. Donald McKeown, vescovo ausiliare della diocesi di Down and Connor in Bangor (Irlanda), che ha presieduto la celebrazione eucaristica con la concelebrazione di sei vescovi (Tortona, Piacenza-Bobbio, Pavia, Vigevano, Lodi, Milano): una perorazione in raffinato (per i contenuti) e simpatico (per la pronuncia) italiano, che ha infervorato il cuore delle centinaia di fedeli presenti (a scaldare i corpi ci ha pensato il sole cocente).
Qualche passaggio del discorso. È difficile oggi seguire la regola imposta da san Colombano ai suoi monaci (obbedienza, silenzio, digiuno, disprezzo dei beni terreni, ripudio della vanità, castità, preghiera, discrezione, mortificazione di superbia e orgoglio, buon esempio; esaltazione della debolezza e dell’umiltà; obbligo di esercitarsi ogni giorno anche nel campo culturale e di leggere e copiare i libri: sappiamo che i monaci dovevano istituire scriptoria e biblioteche nei monasteri). Il suo insegnamento generale può e deve essere da tutti apprezzato perché Colombano è stato tra i fondatori della concezione moderna della persona e dell’uomo, ha affermato che non c’è dignità senza libertà, come riportato nell’ingresso della cripta della cattedrale di Bobbio: si tollis libertatem, tollis dignitatem. È inoltre da ricordare che Papa Benedetto XVI lo ha definito “santo europeo”: infatti, San Colombano stesso scrive in una lettera che gli europei devono essere un unico popolo, un “corpo solo” che viene unito da radici cristiane in cui le barriere etniche e culturali vanno superate. Commento: quale messaggio è più attuale di questo?