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Anche nel 2010 la Sardegna è al primo posto tra le regioni italiane (in rapporto alla popolazione residente) per donatori midollo osseo. Nel Registro nazionale dei donatori risultano quasi 21.000 iscritti sardi su una popolazione di 1 milione 650.000 abitanti: 23,14 per mille, considerando la popolazione residente tra i 18 ed i 55 anni. Per ‘potenziali donatori’ si intendono gli iscritti nel Registro regionale in presupposte condizioni di buona salute compresi in quella fascia d’età. Dal 1992 hanno già donato il midollo osseo 149 volontari sardi. Nel 2009 i donatori sono stati 8, nel 2010 altri 9. Per molti pazienti affetti da malattie ematologiche neoplastiche (per esempio, leucemie o linfomi) e non (per esempio, talassemia o anemia plastica), il trapianto di midollo osseo rappresenta una valida possibilità di trattamento e di guarigione. Con il trapianto viene effettuata la sostituzione del midollo osseo malato con cellule sane, capaci di rigenerare il sangue circolante. Le cellule da trapiantare devono ovviamente essere compatibili con il ricevente, per questo motivo, da circa 20 anni, sono stati creati i Registri dei donatori, che attualmente vedono più di 17 milioni di donatori in tutto il mondo e circa 332.000 in Italia. “Un brillante risultato frutto di vari fattori – ha sottolineato l’assessore regionale dellla Sanità, Antonello Liori – L’impegno delle Istituzioni che da anni sorreggono questa attività, la professionalità degli operatori, l’operosità capillare delle sezioni isolane dell’Admo (Associazione donatori midollo osseo), con un ringraziamento particolare al professor Licinio Contu, pioniere in questo campo, e, sopratutto, la generosità dei cittadini sardi. Un prossimo importante passo in questo settore sarà l’apertura della ‘banca del cordone ombelicale’. Stiamo completando l’iter burocratico e credo che entro l’estate sarà inaugurata. Il personale è già stato individuato ed adeguatamente formato, siamo pronti ad operare. Passaggio decisivo per la ‘Banca’ sarà la messa in rete di tutti i punti nascita dell’Isola”. “Un risultato difficile da conseguire, ma sopratutto da conservare per tanti anni, che fa onore a tutte le componenti che hanno contribuito a raggiungerlo – hanno aggiunto Carlo Carcassi, responsabile del Centro regionale trapianti, ed Ugo Storelli, direttore sanitario della Asl 8 di Cagliari – Attività che, oltre ad avere una valenza particolare, potendo ridare una speranza di vita, ci pone all’avanguardia anche rispetto a regioni considerate virtuose nel campo sanitario”.