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La Scorpio correva, ma consumava tanto: 290 kg di gasolio al minuto. Troppi persino per una nave che in appena cinque ore divorava il mare tra Porto Torres e Genova. L’ultimo spreco della Tirrenia galleggia da settembre all’imbocco del porto di Cagliari, un traghetto veloce che – caso più unico che raro – sta fermo, ormeggiato alla diga di Ponente a prendere ruggine. La compagnia pubblica che sta per passare alla concorrenza lo aveva deposto due anni fa ad Arbatax, come un purosangue da corsa in pensione che attende solo il giorno del macello. Poi il trasferimento sine die al largo di via Roma. Il problema è che il cavallo continua a mangiare e resta una delle tante voci di bilancio. Presto saranno affari della Compagnia Italiana di Navigazione, se la privatizzazione annunciata andrà, è il caso di dirlo, in porto. Con disappunto già la Corte dei Conti ha detto la sua: un anno fa ha frugato nei bilanci della Tirrenia in vista della cessione (sfumata) a una holding controllata dalla Regione Sicilia. E’ emerso un debito di quasi 700 milioni, frutto anche di questi sprechi di denaro pubblico che hanno spinto l’ad di Ferrovie dello Stato, qualche giorno fa, a proclamare: “Dobbiamo chiudere 150 treni o facciamo la fine di Tirrenia”. Ormai un caso di scuola se di cattiva gestione si parla. Ben si può riciclare l’invito rivolto a un poliziotto dei film: ispettore dei conti, il caso Scorpio è tuo. Costata 56 milioni di euro, la Scorpio è stata varata il 17 marzo 1999 con la bottiglia delle grandi occasioni: era la prima nave al mondo a raggiungere la velocità di 40 nodi. A due anni dal disarmo non è stata né venduta, né reintegrata in servizio: solo degradata ad arredo di scena del molo, cornice per quei pochi pescatori che ancora osano predare muggini ripieni di nafta. Guardandola stupiti, lanciano la lenza e si chiedono: perché mai buttare via tanti soldi? Perché la Tirrenia si accorse, ma solo dopo averla comprata, che consumava troppo carburante. Scorpio nacque sotto una cattiva stella insieme alle tre gemelle Aries, Taurus e Capricorn. Chi autorizzò l’acquisto non seppe leggere negli astri i futuri rincari del petrolio; forse nemmeno, riponendo giù lo sguardo, lesse a fondo la relazione sui costi di gestione. I quattro traghetti facevano parte della Classe Jupiter Mdv 3000 realizzata nel cantiere di Riva Trigoso tra il ’98 e il ’99. Un gioiello, per l’epoca: navi lunghe 145,6 metri, tutte in lega di alluminio con finiture in acciai speciali. Scorpio accompagnava frotte di passeggeri da Genova a Porto Torres, così in fretta che all’interno non aveva cabine ma poltrone, perché non c’era neanche il tempo di dormire. Nel 2005 fu noleggiata dalla siciliana Siremar, poi tornò in servizio alla Tirrenia lungo le rotte Fiumicino-Golfo Aranci e Fiumicino-Arbatax. Nel 2008 l’ultimo incarico: la Livorno-Golfo Aranci per la Sardinia Ferries. Infine il disarmo l’anno dopo nel porto di Arbatax, dove inizia l’agonia e continua lo spreco. Come denunciò il quotidiano La Nuova Sardegna, la nave fantasma, anche una volta giunta al capezzale, reclamava ancora una ciurma. Non più trenta marinai come ai tempi d’oro, ma sette, pagati dai contribuenti per metterla in moto una volta al mese e tenerla in vita, nella speranza di trovare qualcuno pronto a pagare per portarsela via. A oggi risulta che l’unico acquirente ad aver mostrato un timido interesse sia stata la Marina militare americana. Voleva usare la nave come appoggio nella base di La Maddalena, poi i soldati hanno salutato Santo Stefano e la Sardegna. Poco dopo anche la Scorpio ha levato gli ormeggi per l’ultima volta. Lo scorso 31 agosto la Regione non ha rinnovato la concessione per l’ormeggio nella banchina di Arbatax: era un costo pure quello. Così un rimorchiatore l’ha trasportata a Cagliari, dove oggi attende che si definisca la cessione della Tirrenia. La nave non ha mercato ma è pur sempre un bene, anche se inutilizzabile, così la compagnia pubblica ha interesse a non demolirla per inserirla nella vendita, che il commissario straordinario ha fissato per un valore di 380 milioni. Moby, Grandi Navi Veloci, Snav e Grimaldi, che fanno parte della Compagnia Italiana di Navigazione (unica offerente rimasta in gara) dovranno preoccuparsi anche del caso Scorpio e della sua manutenzione. Pagheranno insomma per entrare in possesso anche di questa nave fantasma, insieme al pacchetto completo della grande mamma Tirrenia: più brava a spendere che a risparmiare, come tutte le signore avvezze a frequentare i marinai per mestiere.