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Una Sardegna «appiattita», unita nel volontariato, divisa nelle relazioni sociali. È la fotografia dei sardi che emerge dal Rapporto di Confartigianato-persone. L’indagine, effettuata su dodici parametri Inps-Istat, riprende la diagnosi del Censis su una «società composta da tanti coriandoli che stanno l’uno accanto all’altro ma che non stanno insieme. I sardi amano leggere e gestire i blog, chattare, intervenire nei forum e nelle discussioni sui social network, partecipare alle associazioni ecologiste, culturali e per i diritti civili. Da questo punto di vista l’indagine avvalora l’immagine dei sardi «poco meridionali»: gli indici di lettura, ad esempio, ci avvicinano alle regioni più sviluppate. In compenso, però – secondo Confartigianato – hanno difficoltà nelle relazioni familiari e trovano poca soddisfazione nel confrontarsi con gli amici. I dodici parametri usati per arrivare a questa valutazione appartengono ai dati ufficiali (Inps e Istat) di quattro ambiti: 1) partecipazione; 2) volontariato-associazionismo; 3) qualità delle relazioni personali; 4) propensione a partecipare alla comunità virtuale sulla Rete. «Dal raffronto è emerso che la nostra isola è posizionata nell’esatta metà della classifica nazionale», spiega Luca Murgianu, presidente della Confartigianato Sardegna, «siamo all’undicesimo posto su 21 regioni e province autonome. Classifica che vede al primo posto Trento e all’ultimo la Puglia». Vediamo la graduatoria. Partecipazione. I sardi non amano le elezioni: ventesimo posto secondo i dati del ministero dell’Interno nelle votazioni per la Camera 2008. Al primo posto c’è l’Emilia Romagna e la Sardegna precede solo la Calabria. Le cose vanno un po’ meglio per quanto riguarda le riunioni in associazioni ecologiche, per i diritti civili e per la pace: qui l’isola si piazza al terzo posto (al primo c’è il Trentino). Nel privato riappare la società a coriandoli: la soddisfazione dei sardi per le relazioni tra parenti è bassa (17 su 21) con solo il trenta per cento che si dichiara molto soddisfatto. Anche il rapporto con gli amici non è dei migliori: quindicesimo posto su ventuno. Attività sociali. Rientra nella media la partecipazione dei sardi: bell’ultimo anno 14º posto su 21 per l’attività gratuita nel volontariato e 12º posto per l’attività nelle associazioni non di volontariato. «La tenuta del volontariato nell’annus horribilis della crisi è importante», afferma Luca Murgianu, «e notare come la quota di popolazione che svolge attività gratuite, che contribuisce anche economicamente alle attività associative non sia calata è confortante. È il momento di puntare su questi sistemi di reti di persone per recuperare relazioni e valori sempre più in difficoltà e per rilanciare un’idea di sviluppo basato sul contributo personale e consapevole di ognuno». Sindacato. Il dato sorprendente riguarda l’attività gratuita svolta per un sindacato: questo è uno dei due parametri in cui i sardi si piazzano al primo posto della graduatoria delle regioni, mentre la Puglia è ancora ultima. Bene il sindacato come attività gratuita ma sesto posto nella classifica generale per versamenti a beneficio di un’associazione, (sono più generosi gli abitanti di Trento). L’altro primo piazzamento riguarda la lettura dei blog. Lettura non creazione o gestione perché in questo caso la classifica è guidata dalla Campania; i sardi si piazzano al sesto posto per inserimento di messaggi, chat, blog, newsgroup o forum discussione online. (Anche in questo caso Campania prima e Bolzano ultima). È l’immagine di una Sardegna che stenta a ripartire con un inconscio collettivo orientato al pessimismo, dove emerge la fatica di essere sardi, del resto l’unica regione d’Italia a non avere un metro di autostrade e nemmeno il metano. Una regione che sperimenta sulla pelle dei suoi abitanti dolorose emarginazioni occupazionali, per chi ha perso il lavoro e va incontro a uno stato di «mobilità» senza ritorno, e a chi il lavoro non lo trova. Da qui le scarse relazioni sociali indicate da Confartigianato.