di Cristoforo Puddu
Il Cristo, Dio e Uomo, è certamente la più stimolante e rappresentata immagine dagli artisti di fede cristiana. Nei primi tre secoli dell’Era cristiana, anche per le proibizioni contenute nelle Sacre Scritture dell’Antico Testamento (Esodo 20,4 e Deuteronomio 5,8: “Non fatevi idoli né immagini alcune…”), non si sentì l’esigenza di fissare in quadri e statue la rigorosa descrizione fisica del Cristo Salvatore. La rappresentazione simbolica di Gesù di Nazareth è dunque espressa inizialmente dall’agnello, dal pane e dal pesce (la figura del pesce eucaristico, datata fine del II secolo, è ben rappresentata a Roma nelle Catacombe di San Callisto). Solo nel VI secolo emerge in Oriente il modello di “ritratto” del Cristo, non attribuibile “alla fantasia di artisti” per “alcuni caratteri asimmetrici, non regolari”, che orienta ed indica l’ideale figura conosciuta attualmente. In occasione del Giubileo del 2000 sono stati promossi interessanti percorsi museali sulla storia della rappresentazione del Volto di Cristo. Il volto -fonte di comunicazione “rivelativa” e veicolo di “presenza”- esprime l’essenza e l’autenticità di una persona; nel Cristo rappresentato nell’arte (o nelle “fedeli” icone conosciute nell’Oriente cristiano come gli Archeropiti di Cristo) è viva la “necessità” degli uomini di contemplare Dio, di ricercare i segni di benevolenza e di vicinanza per la condizione umana. L’iconografia sulla figura del Cristo -prodotta dall’arte cristiana dell’Antichità, del Medioevo e primo periodo del Rinascimento- è principalmente incentrata sulla “via della bellezza” e singolare fisionomia che riflette l’idea annunciata dall’Apostolo Paolo: “Cristo è immagine-icona di Dio” e “nel Suo volto risplende la gloria divina”. Determinante, anzi di assoluta influenza nelle rappresentazioni artistiche della figura del Cristo, l’immagine di passione della Sindone e le conseguenti imago pietatis che alimentarono ed alimentano tuttora le tante opere d’ispirazione sindonica. Una sintesi delle diverse raffigurazioni di Cristo, nel segno evocativo delle sembianze attribuite dalla tradizione a Gesù di Nazareth, sono le significative opere pittoriche Volto di Cristo (olio su tela, cm. 50×70) e Crocefissione (olio su tela, cm. 80×160) di Salvatore Tricarico. La trentennale attività artistica del Tricarico, di origini lucane (Calvello, Pz) e vissuto nello storico quartiere milanese di Porta Ticinese, si è sviluppata specificatamente su soggetti a carattere religioso e “specializzata” nella raffigurazione di Santi e Beati (Madonna con Bambino, San Paolo, San Giovanni, San Marco, Sant’Antonio, San Serafino, San Pio, San Liberato, San Giorgio, San Francesco d’Assisi, Santa Rita, San Nicola da Tolentino, San Giacomo della Marca, Beato Antonio da Amandola, Beata Assunta Pallotta, etc. ); tutte opere che, seguendo una tradizione dell’arte sacra medievale e della pittura devozionale, è possibile ammirare in diverse chiese e monasteri marchigiani, lucani e milanesi (il dipinto di San Pio è esposto nella Chiesa Parrocchiale dell’Immacolata Concezione a Milano). Il ricco catalogo pittorico espresso da Salvatore Tricarico è primariamente un devoto omaggio da credente ed adesione totale che richiama all’invito, rivolto da Papa Giovanni Paolo II agli artisti in occasione del Giubileo, di rendere “percepibile e affascinante il mondo dello Spirito, di Dio”. Sul fronte degli artisti sardi contemporanei rivolge particolare attenzione all’arte di carattere e ispirazione sacra il bortigalese Pietro Longu, pittore e scultore tra i più validi operanti in Sardegna. Insegnante, operatore culturale (ha promosso premi di grafica e pittura, convegni sull’arte figurativa nell’Isola e organizzato la manifestazione a ricordo del “40° anniversario della nascita di Radio Sardegna”) e geniale artista ammirato popolarmente e stimato dalla critica che gli ha riconosciuto prestigiosi attestati accademici anche per il percorso di “personale ricerca” diretto verso la “sperimentazione artistica”. Tra le numerose opere “religiose” del Longu, segnaliamo: Porta degli Angeli per la Chiesa Parrocchiale Madonna degli Angeli di Bortigali; Ipotesi per una visita, opera scultorea donata a Papa Giovanni Paolo II dalla Curia Vescovile di Nuoro in occasione della visita papale del 1985; Via Crucis di 15 formelle in bronzo per la Parrocchiale San Giorgio Martire di Pozzomaggiore; Porta in bronzo Madonna del Carmelo per la Chiesa del Carmelo a Borore; Urna bronzea per la Beata Antonia Mesina a Orgosolo; Formelle in altorilievo in bronzo per la Chiesa delle Grazie a Nuoro; Fonte Battesimale per la Parrocchiale di Gavoi e il monumentale Cristo d’Illorai, opera bronzea (mt. 2×2, q.li 5) commissionata da Zuanne Maria Pitzolu e Gonaria Pintus in memoria dei coniugi Angela Latte e Davide Galistu e collocata nel piazzale antistante il Cimitero di Illorai.
Sono Pietro Longu, ho letto lo stesso articolo nel settimanale “Ortobene”. Mi complimento con il giornalista Cristoforo Puddu per il commento sulle mie opere, che dimostra di aver colto perfettamente il mio pensiero. Sarei onorato di poterla ospitare nel mio studio e mostrarle le mie ultime ricerche artistiche.