di Franco Manca
Quando mi è stato sottoposto il progetto “Fratelli d’Italia, 150° anniversario dell’Unità celebrato per immagini”, elaborato e portato a conclusione dalla FASI, ho apprezzato subito il carattere divulgativo all’origine dell’idea. Affidare alle immagini (talvolta graffianti) le fatiche di un processo unitario che non può prescindere dalle criticità dell’attualità storica, piuttosto che alla solennità della retorica ufficiale, mi è parso il primo motivo di rottura rispetto a formule già sperimentate, improntate a nostalgiche riletture. Mi è piaciuta inoltre la scelta di celebrare i 150 anni dell’Italia unita con il lavoro di artisti di ogni nazionalità. Perché limitarsi a una percezione univoca, o peggio ancora regionalistica, quando i tempi invitano, per raggiungere la conoscenza, a una visione poliprospettica dei problemi? Certo, quando alle più tradizionali proposte di riflessione sull’identità nazionale e sull’autonomia si affiancano sollecitazioni riguardo a una riconsiderazione delle stesse tematiche in un’ottica di mondializzazione, il risultato è difficile da prefigurare. Ma le risposte di alto profilo concettuale e qualitativo che il catalogo offre, ancorchè provocatorie, non possono che documentare il raggiungimento degli obiettivi che la proposta culturale, accolta e sostenuta dalla Regione Sardegna, implicava: rapportare il peso indiscusso dell’eredità storica e della tradizione col bisogno di apertura, modernità e innovazione. Questa è la sfida sulla quale ancora una volta siamo chiamati a confrontarci: partire dal riconoscimento del ruolo centrale del Regno di Sardegna nel processo di unificazione nazionale e dalla sicura attribuzione di simboli e tradizioni a una cultura che le immagini palesano, per trarne motivi (oltre che di orgoglio identitario) di sviluppo e rilancio economico. E’ l’auspicio che accompagna la diffusione della pubblicazione; destinata a percorrere idealmente e in senso unitario tutta la Penisola, sarà poi divulgata all’estero nei luoghi dove i nostri emigrati hanno esportato la vocazione al lavoro e al sacrificio, nonché nelle sedi delle Istituzioni comunitarie e internazionali. Qui, verosimilmente, incrocerà i percorsi di formazione e lavoro di giovani sardi che, partendo dalla forza dell’identità, dovranno rendersi interpreti, col coraggio delle idee, di un processo di rinnovamento e sviluppo.