di Cristoforo Puddu
La ventesima mostra regionale dello zafferano, tenutasi recentemente a San Gavino, ha registrato un significativo ed importante successo di pubblico. Una vera folla ha visitato gli stand “dell’oro rosso”, che può fregiarsi della Denominazione d’Origine Protetta (D.O.P.) per l’area territoriale dei Comuni di San Gavino Monreale, Turri e Villanovafranca. La produzione del Medio Campidano interessa oltre venti ettari coltivati e una raccolta di elevata qualità, provenienti da stimmi o fili del Crocus sativus L.(famiglia delle Iridaceae), che attesta l’Isola come il massimo produttore dello zafferano italiano. L’annata in corso -grazie alle favorevoli condizioni climatiche e soprattutto per le peculiarietà uniche di un prodotto tra i migliori dell’area mediterranea- è complessivamente positiva e rappresenta una voce di rilievo per l’economia locale. La coltura dello zafferano, originario dell’Asia Minore, è stata forse inizialmente introdotta nell’Isola dai Fenici e incentivata successivamente dai monaci Basiliani, tra il VI e IX secolo, e attorno al XIII secolo dai Pisani. Sviluppo notevole della coltura e commercializzazione dello zafferano di San Gavino (usato in passato anche come colorante di parti del costume tradizionale) si ebbe nel XVII secolo, grazie all’opera delle donne “tzafaranaias” che portavano il prezioso prodotto nei diversi centri della Sardegna. Da un’analisi qualitativa dello zafferano sardo risulta che il potere colorante, il correttivo di sapore e le proprietà aromatizzanti sono estremamente superiori alla norma, tanto da farne in assoluto un prodotto preferito nel settore della ristorazione e destare particolare interesse nel mercato estero. Pietro Corrias, giovane originario di Turri, che risiede a Berlino dove è attivo nel settore della ristorazione e promozione turistica, ha recentemente creato un’azienda denominata “Oro Sardo” per l’esportazione in Europa dello zafferano del Medio Campidano. Corrias auspica che anche tanti giovani residenti nell’Isola “possano scommettere su questa attività” ed incrementare “le superfici coltivate” a zafferano in funzione delle richieste importanti del mercato tedesco, francese, belga ed olandese.