di Michele Pio Ledda
Adesso puoi aspettarci alla fine del mare, dove tutto è musica e la musica è tutto, dove incomincia il cielo e le reti hanno le maglie larghe perché niente possa essere trattenuto. Ci aspetterai ancora in quel posto dove finisce il sangue e quel che resta del corpo e della carne si scompone in solo infinito alito di vento, tra la risacca e lo scoglio troveremo il suono della tua voce perduta o nostro amico e siederemo ancora insieme a parlare del nostro viaggiare accanto alle barche che hanno smesso l’orizzonte e alle onde che hanno finalmente trovato pace. In quel posto ricomporremo la tua forma che adesso è conchiglia rovesciata sulla spiaggia, scriveremo il tuo nome sul grande libro della terra dei Mori che ora ti reclama e tu che sei stato aria e suono compagno delle nostre orecchie, che ben sapevi di vento, di mori e di sale, avrai il nome scritto con le parole che non saranno mai più dimenticate. O non piangeremo perché la tua dolce voce non passerà più sulla cresta degli alberi, non abbasseremo sconfitti le nostre bandiere davanti ai nostri nemici, non piangeremo perché il tuo canto non contenderà il volo al falco, nè la frescura alla pioggia: la tua voce non urterà contro il silenzio della tua assenza, non resterà, carica di polvere, a strisciare goffa nei nostri ricordi, non cadrà vecchia tra le trappole della memoria. Prima che la tua ultima vibrazione attraversi l’aria e si infranga muta sulla tua assenza, noi batteremo i nostri cuori fino a svegliare tutti i ricordi perduti affinché possano danzare insieme alla felicità di averti conosciuto. Batteremo i nostri cuori e le nostre mani ed ogni cosa che in questa terra emetta un suono perché i ballerini non siano mai soli e mai sola la danza. Adesso, in questa giornata d’ottobre, tutti noi, vorremo essere leggeri come il vento che ha preso il tuo ultimo respiro e geloso lo ha fatto sedere al suo fianco perché non si perda e non vada perduto e conosca ciò che ancora non ha visto e quello che non ha conosciuto, vorremo essere il vento per farti ancora compagnia, il vento, come una musica che gonfia la sua sinfonia, sopra queste bianche vele che ora ti stanno portando via.