di Mariella Cortès
Parlare di donne e di pari opportunità è diventata, negli ultimi anni, quasi una moda che si limita però a scalfire leggermente la patina di un mondo più vasto e complesso. Parlare infatti non è sufficiente: occorre scavare nell’intimità, analizzare le scelte, mettere in luce le difficoltà e scoprire volta dopo volta, le peculiarità di un macrocosmo che si muove, che produce, vive e agisce in maniera preponderante sul sociale ma che molto spesso è scarsamente considerato. Ecco allora nascere, da due donne, un programma dedicato alla figura femminile e al suo ruolo, ieri e oggi, nella società sarda. “Feminas” è una brillante intuizione di Serena Sias che, insieme alla sottoscritta conduttrice del programma, ha dato vita sulla televisione digitale di cui è direttrice di produzione a un prodotto editoriale di ampio respiro che vuol dar un volto e una voce alla parte rosa della Sardegna. L’idea della trasmissione nasce dalla volontà di valorizzare il ruolo della donna attraverso interviste e figure femminili diverse tra loro per esperienza e cultura. Ogni puntata è dedicata ad un’unica ospite questo sia per evitare un approccio consumistico e superficiale, sia per dare il tempo all’intervistata di sentirsi a suo agio, permettendole di condividere le proprie esperienze, impressioni e competenze in modo discorsivo e senza forzature. Per questo motivo il programma non viene registrato in studio, ma in luoghi scelti dall’intervistata. Quella del programma “Feminas”, partito lo scorso maggio e giunto alla sua undicesima ospite, è una rappresentazione della figura femminile il più possibile sincera, contemporanea e libera dagli stereotipi, nella quale trovano spazio donne attive nel mondo della cultura, della politica e che ricoprono incarichi importanti; come donne che hanno dato il loro contributo nell’ombra, che sono custodi della memoria della nostra comunità e che, con la loro testimonianza, ci ricordano l’importanza del ruolo femminile in una società che troppo spesso non ne riconosce il valore. La videointervista è un importante strumento di testimonianza storica che permette una maggiore condivisione e fruibilità e, grazie alle frontiere aperte dalla rete, può far risuonare la sua voce senza barriere e confini. Ecco così, nella prima puntata le storie della poliedrica artista Chiara Demelio, della ricercatrice Lia Turtas e dell’imprenditrice Daniela Pinna e, di seguito, l’incredibile memoria della novantenne Lucrezia Lentini Mineo, figlia dell’antifascista Andrea Lentini e vittima di persecuzioni, di Matilde Merella, presidentessa della sezione sassarese dell’Alliance Francaise, di Lina Cherchi Tidore, scrittrice, poetessa e madre di otto figli impegnati nei campi universitari, politici e sociali: ancora quelle di due religiose, suor Nicoletta Vessoni, bergamasca trasmigrata a Sassari dove gestisce la Casa delle Poverelle accogliendo donne con situazioni di disagio e Suor Angela Fara che ha dedicato la sua vita alla missione delle suore del Getsemani in Madagascar. Ci sono ancora studiose, ricercatrici, artiste, cantanti, emigrate e donne comuni ma che, nella loro piccola realtà quotidiana hanno raccolto un baule di ricordi che decidono di donare ai telespettatori. “Feminas” non si può riassumere e non si può inscatolare proprio perché ogni donna è diversa e ogni puntata diviene quindi a se stante, come se il filo conduttore si staccasse e poi, sulle note di Rossella Faa e le immagini di Francesca Floris, due artiste sarde, che vanno a comporre la sigla, riannodarsi infinite altre volte.
il canale you tube dove si possono vedere le puntate è http://www.youtube.com/user/Telesassari