a cura di Tonino Bussu
L’Onu e l’Unesco hanno deciso di proclamare il 2009 l’anno dell’Astronoma in quanto cade il 400° anniversario della scoperta e dell’uso del cannocchiale da parte del grande scienziato italiano, il pisano Galileo Galilei che, proprio nel 1609, a Padova, per la prima volta nella storia dell’umanità, aveva puntato il cannocchiale al cielo stellato scoprendo crateri, montagne e mari della Luna, le fasi di Venere, i satelliti di Giove e gli anelli di Saturno.
In virtù di queste scoperte Galileo rivoluzionerà l’idea tolemaica dell’universo e rafforzerà con argomentazioni scientifiche la rivoluzione copernicana per cui è la Terra che gira attorno al Sole, come del resto anche gli altri pianeti, e non viceversa.
Nel 2010 invece cade il 400° anno della pubblicazione del Sidereus Nuncius dove Galileo ha comunicato le sue nuove osservazioni e scoperte.
Proprio in occasione di queste ricorrenze Tonino Bussu ha fatto numerose conferenze su questa tematica e un appuntamento sarà Martedì 21 settembre a Cagliari, nella Sala della Biblioteca della Regione, Viale Trieste, 137, dove Tonino Bussu terrà una relazione su “Chelu isteddau e credèntzias populares”, tutta in lingua sarda, proiettando una serie di sleed. La conferenza sarà certamente seguita con interesse e curiosità considerato che verranno state toccate tematiche singolari dell’astronomia sia con i riferimenti mitologici greci, ma non solo, sia con la visione che i sardi avevano del cielo stellato.
Mentre è abbastanza nota la mitologia greca legata alle stelle, pianeti e satelliti, grande importanza avrà la visione del cielo immaginata dai sardi lungo tutta la loro storia dal periodo pre-nuragico e nuragico per arrivare ai periodi successivi: antico, medievale e moderno.
I sardi avevano un rispetto reverenziale, quasi religioso delle stelle e infatti quando i ragazzi volevano contarle venivano ripresi dai grandi che li distoglievano dicendo: Non si contano le stelle, altrimenti ti nasceranno i porri, le verruche!
Vi erano poi i rapporti dei sardi con la Luna, che ritenevano influisse sulle semine, sulle coltivazioni degli ortaggi, sul taglio della legna e sul destino degli uomini: est naschiu in luna bona!, si diceva per un uomo fortunato.
Vi era anche un calendario lunare, chiamato s’epete, molto conosciuto dai pastori.
Ma il cielo dei sardi era popolato di frades, fratelli(sos sette frades, l’Orsa Maggiore), di gurdones,grappoli,(le Pleiadi per i sardi sono Su Gurdone), di bacheddos, bastoni, come era chiamata la costellazione di Orione, di truvadores, di rughes, croci, come la costellazione del Cigno, chiamata Sa rughe de Santu Gantine in ricordo dell’imperatore Costantino al quale, la notte prima della battaglia di Ponte Milvio contro Massenzio, pare sia apparsa nel cielo una grande croce con scritto: ‘In hoc signo vinces’, in questo segno vincerai.
Sos truvadores hanno una importanza fondamentale per capire i movimenti della volta celeste secondo i sardi.
Infatti truvare significa spingere il gregge, mandarlo avanti, e sas truveras o tramudas sono le transumanze delle pecore che vengono guidate verso pascoli lontani.
Ebbene le costellazioni chiamate truvadores spingono le altre costellazioni da Est verso Ovest, come nella mitologia greca si pensava che Apollo ogni mattina guidasse e spingesse il carro infuocato,rappresentante il Sole, sempre da Est verso Ovest
Ma nel corso della conferenza vi saranno riferimenti all’archeoastronomia, alle pregadorias antiche che trattavano di stelle, alla astronomia nella letteratura come in Omero, San Francesco d’Assisi, Dante Alighieri, Foscolo, Leopardi, Unamuno, Pascoli e tanti altri poeti e scrittori.
Vi sarà anche un accenno alla storia dell’astronomia, ad Aristotele(384-322 a.C.), uno dei più grandi filosofi di tutti i tempi, che, osservando l’ombra della Terra in
un’eclissi di Luna, si convinse che il nostro pianeta era rotondo e non piatto, ad Ipparco (150 a.C.) che intuisce la precessione degli equinozi, ad Eratostene di Cirene (276-194 a.C.), direttore della famosa biblioteca di Alessandria d’Egitto, che con un sistema oltremodo ingegnoso riuscì a misurare la lunghezza della circonferenza della Terra con notevole precisione.
Caro Massimiliano, grazie a Lei per la puntuale tempestività.
Sappia che Maurizio Solinas, di cui sono grande amico, segue Tottusinpari e infatti, nel mese di Ottobre, appena avrò un po’ più di tempo, Le invierò una serie di articoli proprio sulle opere del padre di Maurizio, che si chiamava Giovanni Solinas, che ha scritto numerose opere, tra cui una monumentale storia di Verona.
Spero che questi articoli possano essere di Suo interesse e pubblicati nel suo giornale.
Le invierò certamente un buon servizio giornalistico sull’incontro a Verona.
La pubblicità per il suo giornale da parte mia è non solo un dovere, ma un piacere.
Ci sentiremo presto.