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Dagli ovili e dalle campagne agli atelier di stilisti di grido e sulle passerelle internazionali. Le «strade del velluto» partite dal tardo Ottocento dall’interno della Sardegna hanno fatto ormai migliaia di chilometri vestendo a «sa tzivile» non più e non solo massaios e pastores, possidenti e notabili locali ma da qualche decennio sempre più anche politici e giornalisti di grido, calciatori e cantanti, personaggi della Tv, attori, e uomini e donne dello spettacolo in genere. Il vellutino sardo dalla tradizione alla tendenza insomma, uno stile che fa glamour e viene copiato. E allora, prima che uno degli ultimi vessilli dell’artigianato locale sfiorisca travolto dalla mancanza di mercato, occorre valorizzare un arte di alto pregio e farla diventare un business. Questa la filosofia «imprenditoriale» che ha spinto la camera di Commercio di Nuoro a lanciare l’iniziativa «Le strade del velluto» mettendo in rete e promuovendo 13 sartorie «identitarie» sparse tra il capoluogo barbaricino e la sua provincia. Un percorso capace di creare valore aggiunto alle produzioni di quei «mastros de pannu» che ancora resistono e anzi vogliono crescere nel loro lavoro, senza rinunciare alla tradizione di tagliare e cucire «zanchettas chin martingala» e «pantalones a carrettera» con i migliori velluti italiani, ma senza neanche abdicare all’innovazione come stimolo vitale per il futuro della loro professione. Una trama di velluto che tocca sartorie di Fonni (Maria Serusi) e Desulo (Maria Pina Chessa), di Nuoro (Giovanna Corraine, Giampaolo Gabba, Danila Iadeluca, Fratelli Pinu) e Orani (Modolo), ma anche di Atzara (Maurizio Savoldo e Cristina Serra), Noragugume (Maria Antonietta Serra), Seulo (Alessandro Moi) e Silanus (Carla Serra). «Abbiamo pensato ad una iniziativa di largo respiro che avesse la capacità di promuovere un’arte antica e allo stesso tempo creare un valore aggiunto per quei sarti creatori e testimoni di uno stile che sa di rappresentanza e di sobria eleganza». Così Romolo Pisano presidente della Camera di Commercio di Nuoro ieri mattina ha voluto presentare l’iniziativa e il catalogo di «Le strade del velluto». Il sogno nel cassetto è quello di trasformare il progetto in un vero distretto industriale alla stregua di quello del sughero in Gallura. Un programma di largo respiro appunto, che intanto vivrà di due distinti momenti. Il primo avrà inizio presso il centro culturale polivalente di via Roma a Nuoro dove le tredici sartorie che partecipano all’iniziativa esporranno le loro creazioni in una mostra dal titolo «Dall’orbace al velluto, all’innovazione». Dal 30 agosto sino al 12 di settembre invece le strade di velluto partiranno da Nuoro per coinvolgere i comuni dove hanno sede e operano le sartorie e gli atelier che aderiscono al progetto. Botteghe che verranno aperte ai visitatori che potranno così scoprire i segreti di un arte antica che continua però ad affascinare anche le nuove generazioni. Ne è testimonianza proprio l’età media di questi tredici sarti dove accanto al «maestro» Modolo di Orani, sarto preferito già da testimonial d’eccezione come furono Costantino Nivola prima e Francesco Cossiga dopo solo per citarne due tra i più noti, si affacciano giovani talenti che sul velluto e sulla antica sartoria sarda ci credono e vogliono investire il loro futuro.
L’abito in velluto sardo e’ bello ma pochi sono in grado di confezionarlo a livelli professionali, ho sentito gente che consegna a 6 mesi dall’ordine del capo pochi si attrezzano per fare in fretta e bene: Scusate conosco il settore da anni e sono di parte.Pero’ credo sia vero, visto che molte volte si cuce con la macchina della nonna e quella va bene solo per ricamare gli scialli, se rimangono ancora quei pochi che lo sanno fare.
saluti a tutti.
gianni costa
Si fa presente che la fotografia sopra esposta è stata ricavata dal sito del Comune di Narcao, pertanto i costumi rappresentano le tradizioni del Sulcis/Iglesiente.