di Sergio Concas
La crisi economica continua a colpire inesauribilmente la famiglia. Secondo l’ISTAT calano in modo significativo i consumi delle famiglie. La spesa media mensile per nucleo familiare, ha rilevato l’ISTAT, lo scorso anno è stata di 2.442 euro, con una variazione rispetto all’anno precedente di meno 1,7%. In particolare è diminuito del tre per cento la spesa media mensile per i prodotti alimentari. La percentuale di famiglie che hanno dichiarato di aver diminuito nel 2009 la quantità dei prodotti alimentari acquistati rispetto all’anno precedente è stata del 35,6%, tra queste, il 63% ha dichiarato di aver diminuito solo la quantità, mentre il 15% oltre alla quantità ha diminuito anche la qualità. Rispetto al 2008, ha rilevato l’ISTAT, è diminuita la spesa per pane e cereali, oli, patate, frutta e ortaggi, zucchero e caffè. In definitiva le famiglie spendono meno anche per i beni di prima necessità. Se i dati dell’istituto di statistica si analizzano in modo disaggregato il calo medio nazionale dell’1,7% nel Mezzogiorno diventa del 2,7% e nella Sardegna del 10%. Infatti, risulta che ogni famiglia dell’Isola ha speso mediamente 1.878 euro al mese, cioè il 77% di una famiglia italiana, con un divario che continua ad aumentare. E’ abbastanza chiaro il rapporto che esiste tra i consumi ed i redditi familiari. Il calo dei consumi, infatti, è direttamente legato al crollo del reddito delle famiglie, anch’esso documentato dall’ISTAT qualche mese fa, con un calo medio del 2,8%. E’ anche inutile ribadire che questa situazione è la conseguenza della grave crisi economica e sociale che da troppo tempo ha colpito tutta la Sardegna. Le difficoltà non colpiscono solo i lavoratori che hanno perso o che stanno perdendo la loro occupazione, ma si estendono agli anziani ed ai pensionati, i cui redditi, diminuiti negli anni a causa della mancata rivalutazione, raggiungono mediamente la cifra di circa 600 euro mensili. La condizione della vita dei lavoratori, dei pensionati, dei disoccupati continua a presentarsi difficile e gli aspetti negativi si manifestano spesso nella impossibilità di molte famiglie di “mettere insieme pranzo e cena”. Purtroppo è vero che molte famiglie hanno grosse difficoltà di sopravvivenza. La crisi continua e sono sempre in aumento le famiglie costrette a rivolgersi alle mense della Caritas. Diminuisce il potere reale delle retribuzioni e delle pensioni senza che il Governo riesca a mettere a disposizione gli strumenti che riducano la pressione fiscale, per cui l’effetto inevitabile è che i ceti a reddito fisso continuano a pagare con sacrifici gli effetti della crisi. La progressiva perdita del potere di acquisto delle retribuzioni e delle pensioni, evidenziata anche dai dati ISTAT, rappresenta un’emergenza sociale che occorre affrontare tempestivamente per evitare più gravi conseguenze. Spetta al Governo individuare gli strumenti più idonei per sostenere il reddito delle famiglie e per rilanciare lo sviluppo del nostro Paese. Bisogna affrontare il problema con le parti sociali e definire una nuova politica dei redditi, come avvenne nel 1993, per il controllo dei prezzi, delle tariffe e delle retribuzioni. In questa particolare fase di crisi economica è necessario intervenire per costruire una rete di sostegno pubblico ai redditi delle famiglie che si trovano in particolari situazioni di difficoltà, per le famiglie numerose e quelle con più basso reddito da lavoro e da pensione. Purtroppo, sono ben diverse le intenzioni del Governo che, anche attraverso la manovra economica che si appresta a varare, non prevede alcun intervento di sostegno al reddito familiare. A livello regionale ci sono i presupposti di affrontare il problema in modo diverso se si concretizzeranno gli impegni assunti dalla Giunta Regionale con la stipula dell’Accordo Quadro sui temi dello sviluppo e del lavoro con i Sindacati della Sardegna. A partire dalle azioni di contrasto delle povertà, con il coinvolgimento delle Associazioni firmatarie della “Carta di Zuri”, che hanno impostato su nuove e moderne basi le problematiche del disagio sociale che coinvolge in Sardegna oltre 330 mila persone. Se l’Accordo troverà corretta e puntuale attuazione verrà offerto un importante contributo per affrontare almeno le situazioni più disperate ed evitare che il numero dei poveri in Sardegna continui a proliferare. Per questo sarà indispensabile un’azione continua di tutte le rappresentanze sociali ognuna secondo le proprie responsabilità e le proprie competenze.