di Marco Castrovinci *
Nato in Sardegna, artista del mondo. Poche parole per descrivere una vita a dir poco straordinaria, e un temperamento fuori dal comune, che ha finito per delinearne il tratto, i gusti, gli orizzonti. Marius Ledda è uno dei grandi pittori della Sardegna, cagliaritano, divenuto famoso nel mondo, ma quasi del tutto sconosciuto nella sua terra d’origine. Ora Milano, quasi a voler rimediare a questa mancanza, a 45 anni esatti dalla sua scomparsa (è nato nel 1880 ed è morto a Roma nel 1965), gli dedica una mostra personale, dal 9 al 27 giugno ai piani alti della Villa Necchi Campiglio di via Manzoni 12, uno dei beni milanesi adottati dal Fai. L’esposizione, voluta fortemente dalla nipote dell’artista Gabriella Ledda, aiutata in questo dalla F.A.S.I. (Federazione delle associazioni sarde in Italia), curatore Maurizio Spada, traccia un ritratto esaustivo dell’opera di Ledda che ha lasciato giovanissimo la Sardegna per cercare fortuna prima in altre città d’Italia (Napoli, Roma e Milano) e poi, per moltissimo tempo, all’estero. Un’inclinazione al viaggio forse dovuta all’eredità del padre capitano di mare, allo spirito avventuroso e alla curiosità, che l’ha portato a frequentare diverse latitudini europee come la Romania, l’Albania, la Russia degli zar, l’Ucraina, il Baltico. Luoghi che ha ripreso su carta, su cartoncino, su tela. «Di Ledda colpisce ancora la ricerca della volumetria e della densità delle cose», ha detto all’inaugurazione Elena Pontiggia, curatrice del catalogo e autrice del saggio critico che l’accompagna. «Una vita piena la sua, inquieta nella sua elaborazione del volume, della forza, della solidità. Un’inquietudine che è stata tensione insoddisfatta verso le forme del suo tempo». Tutti tratti evidenti nelle opere, che attraversano temi, tempi e stili differenti, dagli schizzi a matita di scene ordinarie nei bar d’Oriente a nature morte dalle vivaci forme armoniose, dai paesaggi in acquerello di fine anni ’20 ai nudi ben definiti del decennio successivo. «Nove anni fa ho incontrato Gabriella», ha raccontato Mulas, «che mi ha raccontato dell’opera di Marius Ledda, artista molto considerato in quegli anni, che non ha operato in Sardegna ma che ci affascina e continua a farlo riuscendo, da emigrante, a cogliere le suggestioni del mondo». Di Ledda, ad esempio, si sa che nel 1950 figurava tra gli artisti in mostra a Roma per la Mostra di arte moderna della Sardegna accanto a Francesco Ciusa, Giuseppe Biasi, Foiso Fois, Gavino Tilocca, Melchiorre Melis. «Ci sono due modi per non conoscere un artista», ha continuato Pontiggia. «Uno è non conoscerlo affatto, l’altro è conoscerlo male. Ledda ha subito questa dimenticanza perché è stato cittadino del mondo e perché a Milano, con i bombardamenti del ’43, ha perso gran parte della sua collezione. Milano gli dedica la prima mostra, che merita davvero».
* Unione Sarda
Mi farebbe piacere sapere se la mostra sarà portata anche in sardegna e come è possibile avere il catalogo della mostra. Grazie
Il bel catalogo della mostra è stato editato dalla F.A.S.I. Provi a farne richiesta direttamente alla segreteria che si trova a Milano in Piazza XXIV Maggio, 7 –