di Cristoforo Puddu
Il carciofo, nome comune di pianta delle Composite, è un prelibato prodotto di grande importanza per l’agricoltura sarda. La coltivazione affonda le radici nel periodo fenicio ed è lavorato quantitativamente e qualitativamente in diversi comuni isolani. Attualmente distribuito in territorio nazionale come alimento Dop, grazie ad una norma transitoria. Il carciofo spinoso di Sardegna è comunque avviato alla consacrazione definitiva come marchio Dop riconosciuto dalla Commissione europea, che ha chiuso positivamente l’istruttoria e pubblicato il documento su “caratteristiche del prodotto e il suo legame con l’ambiente geografico di appartenenza” sulla Gazzetta Ufficiale Ue (n. C 149 del 8 giugno 2010). Salvo intoppi burocratici -o eventuali osservazioni degli Stati comunitari o Paesi terzi- la registrazione della denominazione avverrà ufficialmente riconosciuta entro sei mesi, ossia per il mese di dicembre 2010. Ottimismo dunque sul fronte politico e su quello dei coltivatori che vedono riconosciute le caratteristiche dello spinoso sardo: pianta precoce che produce, con disponibilità variabile, da ottobre a maggio. La coltivazione -per donare dei “frutti” dal sapore corposo e unicamente indescrivibile- richiede e predilige i terreni argillosi. Il ministro delle politiche agricole, commentando la positiva pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, ha definito il carciofo spinoso di Sardegna “un prodotto di eccellenza del nostro patrimonio agroalimentare e uno dei simboli della Sardegna, rappresentando la tradizione, l’esperienza e la capacità di coltivazione dei produttori isolani”.
E per fortuna che ci stanno pensando
:: Ho avuto modo di assaggiarlo più volte
devo dire che è veramente strepitoso