di Paolo Pulina
Il premio “Giovanni Palatucci” è stato istituito per ricordare il funzionario di pubblica sicurezza (nato a Montella, in provincia di Avellino, il 31 maggio 1909), che, “esiliato” nella Questura di Fiume, con le leggi razziali fasciste in vigore, con gran rischio personale si prodigò a favore di ebrei italiani e stranieri: in sei anni salvò dalla deportazione 5000 persone, prima di essere scoperto dai nazisti e inviato al campo di sterminio di Dachau, dove morì il 10 febbraio 1945.
All’ultimo questore di Fiume italiana già dal 1952 Israele ha attribuito il titolo di “Giusto tra le Nazioni” (il riconoscimento conferito dall’istituto Yad Vashem di Gerusalemme ai non ebrei che abbiano rischiato la vita per salvare gli ebrei dalla persecuzione nazifascista: il “premiato” ha il privilegio di vedere il proprio nome aggiunto agli altri presenti nel Giardino dei Giusti a Gerusalemme) e lo Stato italiano, nel 1995, la medaglia d’oro al merito civile alla memoria.
Dopo il volume di Goffredo Raimo, “A Dachau, per amore” (1989), che ha fatto conoscere questo “benefattore dell’umanità”, definito dal presidente Napolitano “esempio eroico di coraggio e solidarietà a tutela del valore più alto proclamato dalla Costituzione repubblicana, la dignità umana”, all’eroico funzionario di polizia sono stati dedicati diversi altri libri. Nel marzo 2010, a un convegno celebrativo, tenuto nell’aula magna della Questura di Pavia, ha partecipato, tra gli altri, padre Piersandro Vanzan, gesuita, autore dell’ultima pubblicazione (editrice Velar, 2008) su Palatucci “Giovanni Palatucci, Giusto tra le Nazioni” (nell’occasione è stato presentato anche il numero speciale, datato gennaio-febbraio 2010, della rivista curata dall’Associazione nazionale che porta il nome di Palatucci).
Nel pomeriggio del 28 maggio a Como è stato commemorato il sacrificio di quello che può essere definito il “Palatucci sardo”: si tratta del finanziere Salvatore Corrias nato a San Nicolò Gerrei, in provincia di Cagliari, il 18 novembre 1909, ucciso dai fascisti il 28 gennaio 1945 a Bugone (che è in territorio di Moltrasio e che si trova a 1119 metri sul livello del mare a pochi metri dalla vetta del monte Bisbino: il monte è invece in territorio di Cernobbio) per aver favorito il trasferimento in Svizzera, quindi in salvo, di decine di ebrei, di rifugiati politici, di perseguitati dal regime fascista, di profughi.
Dovendomi documentare per l’incontro di Como anche su Palatucci ho provato a controllare quali libri su di lui fossero presenti nelle biblioteche della provincia di Pavia (biblioteche comunali e dell’Università). Ne ho trovati due e li ho chiesti in prestito: dalla biblioteca di Cava Manara “Giovanni Palatucci: il poliziotto che salvò migliaia di ebrei”, a cura della Polizia di Stato- Dipartimento della Pubblica Sicurezza, Roma, 2002; dalla biblioteca di Tromello: “Giovanni Palatucci: il Questore giusto” di Piersandro Vanzan e Mariella Scatena, prefazione di Giuseppe Pisanu, 2. ed. ampliata, Roma, Pro Sanctitate, 2005.
Come è arrivato a Tromello, in Lomellina, questo volume? È stato donato dall’Associazione “Tracce del territorio” che organizza ogni anno il Premio omonimo. Il Premio Letterario Nazionale Tracce di Territorio si articola in tre sezioni riservate a libri editi e regolarmente in commercio di: narrativa, saggistica storica, libri fotografici. Il Premio, oltre ad essere il primo nel panorama culturale italiano ad occuparsi del rapporto fra editoria e territorio, ha la particolarità di donare alle biblioteche comunali tutti i volumi inviati dagli editori. In occasione della premiazione dei vincitori delle tre sezioni dell’edizione 2010 (la cerimonia si è svolta sabato 12 giugno a Mortara, a Palazzo del Moro), mi sembra opportuno mettere in luce i meriti che ha questo Premio sia nel rendere possibile un confronto tra le descrizioni (denotative e connotative) dei vari territori d’Italia sia nel favorire una “contaminazione” documentaria sugli scaffali aperti delle biblioteche della provincia di Pavia. Ciò che può solo aiutare ad approfondire la conoscenza delle “tracce” lasciate dagli altri, diversi territori del nostro comune Paese chiamato Italia.
Nota per gli editori sardi e i lettori sardi e non sardi del Nord Italia appassionati di libri sulla Sardegna. Ovviamente anche i volumi editi in Sardegna e di argomento sardo che sono stati inviati alle tre sezioni del Premio hanno trovato collocazione negli scaffali delle biblioteche della provincia di Pavia (nel 2008, nella quarta edizione del Premio, il vincitore della sezione fotografica “Narrare con l’immagine” è stato il libro di Pablo Volta, “La Sardegna come l’Odissea”, edito da Ilisso di Nuoro). Partecipare al Premio “Tracce del Territorio” inviando i libri di propria produzione può essere comunque un’opportunità offerta agli editori sardi per farsi conoscere (e magari … premiare) in provincia di Pavia.