di Patrizia Cucca
Dopo le spettacolari evoluzioni equestri dei giovani cavalieri del Giara Club Is Pariglias e della Sartigliedda di Oristano, dopo il concerto della cantante folk Maria Giovanna Cerchi, che ha toccato le corde dell’anima dei sardi e delle migliaia di persone assiepate in piazza della Repubblica a Portoferraio a giugno 2009, per l’Associazione Culturale Sarda “Bruno Cucca” quest’anno sembrava impossibile proporre all’Elba e ai suoi ospiti un programma all’altezza delle aspettative. E invece l’instancabile sodalizio che riunisce sotto un’unica bandiera parecchi “elbani di Sardegna”, come viene chiamata la nutrita comunità di emigrati sardi ormai residenti sull’isola napoleonica da almeno un cinquantennio, ancora una volta offrirà un saggio della cultura più autentica e delle tradizioni più arcaiche dell’antica Ichnusa. Lo farà il 12 giugno con il concerto degli Istentales e il 13 con il canto a tenore del Gruppo Santa Maria di Ottana e la musica virtuosa delle launeddas del maestro Fabio Melis. Sempre nel cuore dell’antica città medicea, in piazza della Repubblica. Due serate che si preannunciano cariche di emozioni per lo spessore assoluto degli artisti. A cominciare dagli Istentales, quattro elementi per un gruppo che è considerato la stella che “brilla nel cielo e guida la coscienza del popolo sardo”, come ha avuto modo di scrivere la rivista musicale FREE-TJIMIE quando la band rock-pop nuorese era agli inizi della sua felice carriera artistica. Niente di più azzeccato, perché parlare degli Istentales, il cui nome si deve a una stella della costellazione di Orione che da tempo immemorabile guida le attività di pastori e contadini dell’isola, significa entrare dalla porta principale della Sardegna. Quella di Badde Manna, nel cuore della Barbagia. Nella musica e nel linguaggio del gruppo ci sono infatti la vita e i problemi più spinosi della Sardegna, dall’emigrazione ai sequestri, dalle faide alla disoccupazione. Musica e testi sono talmente intessuti di storie e vissuti dell’isola che lo scorso aprile, attrezzati di strumenti, microfoni, mixer e di uno studio mobile di registrazione, gli Istentales sono sbarcati all’Asinara per testimoniare la propria stima ai cassintegrati Vinyls barricati da mesi nel carcere di massima sicurezza. Da quell’incontro è nata “L’isola ribelle”. Sonorità e parole in favore del diritto al lavoro dei giovani sardi. Del resto, ai messaggi forti e coraggiosi i musicisti di Badde Manna ci sono abituati. Nell’edizione 2010 di Voci di Maggio, il “pop scomodo” degli Istentales si è fuso con l’intramontabile personalità de I Nomadi nell’esecuzione de “S’accabadora”, un canzone sull’eutanasia scritta da Gigi Sanna, autore dei testi, voce e chitarrista della carismatica band nuorese. Parecchi anni fa dalla collaborazione artistica con Pierangelo Bertoli è nata “Viene per noi” sulla guerra in Afghanistan. Quello di musicisti scomodi e provocatori, tanto essere ribattezzati le “pecore nere del pop”, è un cliché che non disturba affatto i quattro componenti del gruppo. Con loro, da sempre, il variegato popolo della piazza, dalle vecchine in costume ai giovani tatuati. Gente comune, con la quale abitualmente a fine di ogni concerto gli Istentales amano soffermarsi a parlare fino all’alba, quando l’ultima stella della notte si ritira per fare posto a un nuovo giorno. Non è musica “qualunque” neppure quella di Fabio Melis, maestro virtuoso di launeddas, uno strumento arcaico dalle caratteristiche timbriche particolari costituito da tre canne di diversa misura. La musicalità di quest’aerofono ad ancia semplice battente si alternerà, la sera del 13 giugno, al canto a tenore dei Tenores di Santa Maria di Ottana, quattro voci (solista di impostazione e guida, alta, di basso e di contrappunto) per un repertorio che attinge alle tradizioni più antiche della Sardegna. Non a caso il canto a tenore è stato dichiarato dall’Unesco Patrimonio intangibile dell’Umanità. Come nelle edizioni precedenti, le due Giornate della Sardegna all’Isola d’Elba saranno accompagnate dalla presenza di stand per la degustazione delle specialità tipiche della gastronomia sarda.