di Lanfranco Olivieri
La Sardegna guida la classifica dei disoccupati in Italia, assieme a Sicilia e Campania. Queste tre regioni mettono a segno tassi di disoccupazione rispettivamente del 13,3%, 13,9%, e 12,9%. Al contrario Trentino Alto-Adige e Valle d’Aosta (3,2% e 4,4%) si posizionano agli ultimi posti della classifica. È quanto emerge dalla Rilevazione sulle forze di lavoro nella media del 2009 diffusa dall’Istat. In Italia l’Istat evidenzia un incremento del tasso di disoccupazione giovanile, passato dal 21,3% del 2008 al 25,4% nel 2009. Anche in questo caso, a livello territoriale, le regioni meridionali mostrano i livelli più alti, soprattutto la Sardegna, la Sicilia e la Basilicata (con valori pari rispettivamente al 44,7%, 38,5% e 38,3%). Il Lazio è l’unica regione del Centro-Nord a presentare un tasso superiore alla media nazionale. Anche sul fronte provinciale la situazione non cambia. I valori più elevati del tasso di disoccupazione emergono sempre nel Mezzogiorno, con Sassari, Palermo e Agrigento oltre il 17%. Le province del Nord segnalano invece tassi di disoccupazione decisamente più bassi. Nel quadro della disoccupazione giovanile, per i maschi il tasso più elevato si registra in Sardegna, con un valore cinque volte superiore a quello del Trentino-Alto Adige. Non solo. In tre regioni del Mezzogiorno (Basilicata, Sardegna, Sicilia) il tasso di disoccupazione giovanile delle donne è ben oltre il 40% e sfiora il 50% in Basilicata. Per quanto riguarda il tasso di occupazione, invece, a livello regionale la stima più elevata si registra in Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige (68,5% in entrambi i casi) e Valle d’Aosta (67%). Quella più bassa è in Campania (40,8%), Calabria (43,1%) e Sicilia (43,5%). In particolare, i tassi di occupazione femminile più elevati si presentano in Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta (Emilia e Trentino hanno i tassi più alti anche per gli uomini). In tutte le regioni meridionali i tassi di occupazione delle donne sono contenuti e, in ogni caso, inferiori al dato medio nazionale. In Campania, Sicilia, Puglia e Calabria si stima che la quota delle donne occupate tra i 15 e i 64 anni sia inferiore alla metà di quella dell’Emilia-Romagna. In Trentino-Alto Adige e Emilia-Romagna sono occupati più di sette uomini ogni dieci tra i 15 e i 64 anni. In Campania e Calabria poco più di cinque. Nel 2009, i disoccupati sardi sono stati mediamente 90.700, il 6,6% in più rispetto al 2008 (5.640 unità). L’aumento della disoccupazione non ha riguardato tutte le province sarde. A Nuoro, Cagliari e nel Medio Campidano c’è stata una riduzione, rispettivamente del 26,9%, 6,7% e 3,6%, mentre in Ogliastra il dato è stabile rispetto al 2008 (-0,1%). Le restanti province hanno invece registrato incrementi notevoli: Olbia Tempio prima fra tutte con una variazione della disoccupazione pari al 59,3%: i disoccupati sono passati da 6.400 a 10.200. Segue Oristano dove i disoccupati sono aumentati del 24,9%, 1.880 persone in più senza lavoro. Terza è Sassari che, con un +16,6%, incrementa il gruppo già cospicuo delle persone in cerca di occupazione. A Carbonia Iglesias, conclude l’indagine, la variazione è ancora positiva, ossia aumentano di 630 le persone senza una occupazione (+12,1%). In questa provincia a perdere il posto sono quasi esclusivamente gli uomini. Nel complesso, il tasso di disoccupazione provinciale è del 19%, a fronte di un tasso medio regionale del 13,3%. Il tasso riferito ai giovani tra 15 e 24 anni arriva al 54,3% (la media regionale è 44,7%, quella nazionale 25,4%): questa percentuale è la più alta di tutte le province italiane.