di Giacomo Serreli
Il Bella Centre, l’ampio centro congressi di Copenhagen che a dicembre ha ospitato l’attesa conferenza mondiale dell’Onu sul clima, è stato animato da un’autentica babele di sonorità provenienti da tutto il mondo.
Il 15esimo World Music Expò, più familiarmente noto come Womex , la più grossa fiera dedicata a quel gran frullatore che spesso è la world music, ha fatto confluire nella capitale danese centinaia di operatori, promoteur, produttori discografici i e artisti per un fittissimo scambio di rapporti e di promozioni delle musiche del mondo. In questo contesto internazionale la Sardegna è riuscita nei quattro giorni del Womex a ritagliarsi un interessante spazio, con una buona visibilità per le sue produzioni e iniziative in un apposito stand. Sotto l’insegna Sardiniamusic proprio “per tentare di ottimizzare al meglio una riconoscibilità e una peculiarità delle sue musiche di cui la Sardegna è già accreditata a livello internazionale”, come ha affermato Filippo Spina uno dei promotori dell’iniziativa. A proporsi in particolare al Womex è stato l’European Jazz Expò che Cagliari ha ospitato dal 20 al 22 novembre e che da qualche anno, ha evidenziato il suo direttore artistico Massimo Palmas, sta puntando a creare sinergie e gemellaggi con analoghe realtà europee come in Catalogna e Norvegia ma che ambisce a continuare a esportare anche le produzioni di questo festival.
Spazio anche per intraprendenti etichette isolane come la S’ard music di Michele Palmas che, quasi a voler rispondere alla crisi che anche nicchie di mercato come queste stanno attraversando in termini di vendite, è presente con tre novità in contemporanea: l’album dei fratelli Bebo e Massimo Ferra, il debutto del gruppo jazz dei Sunflower e soprattutto con il nuovo CD sul repertorio religioso di Elena Ledda. Ma non è solo la musica che in qualche modo si rifà alle radici delle rispettive tradizioni a catalizzare l’attenzione di quanti frequentano il Womex. La Sardegna per esempio ha da qualche anno avviato con il Progetto Brinca o uno stimolante progetto per far saltare il mare alle band sarde non strettamente di area etnica. Anche il Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza appoggia il progetto che a marzo dell’anno prossimo dovrebbe approdare a Berlino con un festival tutto sardo di due giorni mentre la freschissima antologia “Aie d’Italia” dà spazio anche ai sassaresi Nasodoble. Al Womex è stato anche promosso il premio intitolato ad Andrea Parodi che in programma ai primi di dicembre a Portotorres con la sua seconda edizione. E la rassegna danese ha offerto anche interessanti sorprese. Come il riscontro europeo ottenuto dall’album postumo di Marisa Sannia, “Rosa de papel” su poesie di Federico Garcia Lorca rese con rara raffinatezza, distribuito dalla piemontese Felmay e venduto specie in Austria, centro Europa e Spagna. All’interno della fittissima rete di appuntamenti del Womex anche una rassegna cinematografica nella quale è stato inserito anche un documentario sulla scena rap dell’Africa occidentale. “Fangafrika” voce dei senza voce s’intitola il film curato anche da un giovane di origine sarde; Renaud Lioult, nato a Nizza, genitori originari di Seneghe dove ha ancora parenti e torna diverse volte l’anno. Ora vive a Copenhagen e pensa a un film documentario con al centro la tradizione del racconto in Sardegna.