di Annalisa Bernardini
E’ l’edizione numero 44 del Vinitaly. Prende il via la manifestazione enologica di Verona che ospiterà oltre 4.200 aziende di cui 126 in arrivo dall’estero. E anche quest’anno a rappresentare la Sardegna ci saranno 77 espositori e uno stand istituzionale della Regione. Molte le aspettative degli addetti del settore per un’opportunità di business che concentra in cinque giorni il più alto numero di contatti realizzabili in un intero anno. «Il numero dei vini sardi aumenta ogni anno», sottolinea Gigi Picciau, presidente del consorzio dei vini di Sardegna oltre che di Confagricoltura. «Ma non sempre è un bene perché così si frammenta il mercato anche se è un bene che si parli della Sardegna. Magari servirebbe più coordinazione, come fanno i francesi». E quest’anno la novità sembra arrivare dalla promozione del vino in bicchiere e del bottle sharing (ovvero condivisione di una bottiglia tra più tavoli del ristorante). «È importante per l’approccio con i consumatori», sottolinea Valentina Argiolas, dell’omonima cantina di Serdiana. «Permette infatti di assaggiare i prodotti più costosi di cui difficilmente si acquista un’intera bottiglia». Argiolas presenterà quest’anno due nuovi vini: un monica e un nasco con caratteristiche inedite. Novità anche dalla cantina di Santadi che presenta un nuovo cannonau: «Il Vinitaly è una fotografia di cosa avviene nel mondo», sottolinea il direttore commerciale Raffaele Cani, «per capire come andranno le cose in Asia e se ci sarà la ripresa negli Usa». E intanto arrivano già i primi premi. Tra questi l’etichetta d’argento è andata a un vino rosato della Cantina Mesa. Ma il Vinitaly 2010 non sarà solo vino. Nello stand di 1.500 metri quadrati la Regione Sardegna ha previsto anche una cena di lavoro istituzionale e due degustazioni quotidiane in abbinamento ai prodotti alimentari tipici. In programma anche una sfilata degli abiti di Paolo Modolo e dibattiti con gli esperti nazionali del comparto. «L’evento di Verona», spiega l’assessore all’Agricoltura Andrea Prato, «è la vetrina ideale per promuovere la specificità delle nostre produzioni. Presenteremo il progetto di rilancio dell’agricoltura, prendendo a esempio proprio i successi del vitivinicolo». E in contemporanea, a Veronafiere, si svolge anche “Sol” l’unico salone internazionale dedicato all’olio di qualità dove sempre la Regione avrà un suo spazio insieme all’azienda “Argei” di Gergei. A corredo della manifestazione dieci sommelier dell’Ais (Associazione italiana sommelier) proporranno due assaggi quotidiani in abbinamento ai prodotti agro-alimentari di qualità. «I degustatori professionali, che formiamo con i corsi dell’associazione, partecipano ormai da anni», sottolinea Pina Pilloni, presidente dell’Ais Sardegna. «Faremo da tramite tra i clienti e le cantine facendo conoscere le caratteristiche di ogni vino». Il ruolo del Vinitaly, infatti, deve essere proprio quello di promuovere le qualità della Sardegna anche per il neo presidente dell’associazione enologi, Dino Addis: «È un’occasione per far conoscere e riconoscere l’unicità dei vini sardi ma anche la cultura e la nostra tradizione».
Ho partecipato, in qualità di sommelier, al Vinitaly di Verona, come faccio da moltissimi anni.
Ho visto e visitato quasi tutti i prpduttori della Sardegna. Devo dire che i prodotti sono diventati ecellenti e i ptroduttori hanno capito l’importanza di far vedere e assaggiare i loro prodotti. C’è stato un miglioramento importantissimo. Debbo dire ai produttori di protestare presso la Regione Sardegna affinchè vengano annulati i “loculi” per l’esposizione. La Regione deve prendere un grosso spazio dove dare visibilità a tutti i partecipanti allo stesso modo. Basterebbe copiare da altre regioni, forse più povere della Sardegna, ma evidentemente con una visione diversa sul futuro delle nostre produzioni.
Virgilio Mazzei.
Anche io ho partecipato al Vinitaly come aiuto ad un espositore.
Concordo con il Sig. Mazzei circa l’opportunità di intervenire con la Regione Sardegna affinchè non debba ripetersi l’obbrobrio espositivo di quest’anno. I “loculi” erano disseminati in un labirinto dove era difficile districarsi e dove molti espositori non sono stati trovati dai loro clienti. Altre regioni, vedasi Umbria, avevano una buonissima visibilità con degli stand spaziosi e ben arredati, non come quelli della Sardegna con tavolini sgangherati e traballanti.
Considerato i notevoli progressi dell’enologia sarda ritengo che anche la vetrina dovrebbe essere adeguata.