NUOVA IDENTITA' PER IL MARE DI FRONTE ALL'ORISTANESE: ALLELUJA, ABBIAMO IL GOLFO DEI FENICI

golfo
di Gianfranco Pintore

Dunque è fatta: il “Golfo dei Fenici” ha vinto. Ha avuto, raccontano le cronache, anche il bene placito del ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, dopo quello delle amministrazioni provinciali di Oristano e del Medio Campidano e di quelle dei comuni sardi che d’ora in poi potranno bearsi di essere fenici. Per evitare inutili diatribe con i fenicisti e i feniciomani (hanno vinto e buon pro’ gli faccia), chiarisco ancora una volta che il problema non è, né è mai stato, quello della istituzione del “Parco dei Fenici”: il problema sta nel nome che gli si è voluto dare, “Parco del Golfo dei Fenici”.  Un lungo servizio della principale emittente televisiva sarda ha ieri sera mostrato e intervistato i protagonisti, legittimamente felici della buona riuscita dell’operazione “Golfo dei Fenici”. Tutti hanno reso l’onore delle armi alla civiltà preesistente all’arrivo delle “poche centinaia di fenici” che si sono mescolate con i nuragici, la “grande maggioranza” della popolazione nei siti di insediamento. Sono stati gentili e hanno avuto parole di apprezzamento per gli indigeni, i loro nuraghi, anche quelli primitivi, e per l’emergenza di Monti Prama. Tanto sono stati comprensivi da non aver avuto alcun tentennamento nel cooptare nuraghi e Monti Prama nel “Parco archeologico del Golfo dei Fenici – Phoinix”. Tutti insieme appassionatamente, Tharros e Monti Prama, Othoca e Tzricotu che, con il finanziamento statale, diventeranno reperti della grande civiltà fenicia, ammirabili nel Golfo dei Fenici. Riconosco la sconfitta: la Costa Smeralda ha vinto anche qui. Così come ormai nessuno ricorda il toponimo Monti di Mola e tutto è Costa Smeralda, anche nelle carte geografiche, altrettanto succederà qui: Monti Prama, Tzricotu e i loro fratelli saranno tra non molto ospiti di Phoinix, nel Parco del Golfo dei Fenici. A maggio saranno rinnovate le amministrazioni provinciali del Medio Campidano e di Oristano, braccio politico dell’operazione. Qualcuno chiederà conto di questa svendita di identità? La storia futura, credo, una volta passata l’ondata feniciomane, si occuperà di questa brutta vicenda e dei suoi patrocinatori scientifici. Più modestamente, la cronaca politica ci dirà se, per qualche turista in più, è lecito ribattezzare la civiltà nuragica con la stessa disinvoltura con cui passate classi dirigenti permisero che una operazione di marketing ribatezzasse una parte della Gallura.

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