di Veronica Piras
Oltre ad essere un’interprete, scrivo musica e testi per me e per altri colleghi”. Inizia così l’intervista con Maria Luisa Congiu, l’amata cantante sarda. Oltre a quelli musicali, ha avuto anche importanti riconoscimenti letterari, tra i quali le stanno particolarmente a cuore quelli ottenuti a Dorgali, Assemini e ad Oliena, il suo paese d’origine.
Lei ha vissuto a Roma fino alla maggiore età. Inizialmente è stato difficile l’impatto con la lingua e la cultura sarda? Appena sono arrivata in Sardegna, riuscivo a mala pena a capire questa lingua così particolare e difficile per chi non la conosce. Il mio avvicinamento alla tradizione sarda è stato stimolato anche da un certo interesse da parte dei miei familiari. E’ stata una sfida, ma per dna mi piaceva il sardo, andavo a sentire le gare dei poeti e studiavo nei libri la traduzione a fronte, per avere le prime infarinature. Mi sono dedicata inizialmente allo studio della musica un pò arcaica, come il canto a poesia, a tenores e a chitarra, impegnandomi parecchio. Nel giro di un anno e mezzo riuscivo a padroneggiare abbastanza bene questa lingua e il mio continuo documentarmi è sfociato poi nello scrivere.
Nella sua musica riesce a conciliare la tradizione con l’innovazione? Alla tradizione faccio il primo riferimento, la mia musica nasce da una cultura popolare per poi sposare la modernità con sonorità pop unite a quelle più “etniche”. Il mio genere musicale lo vedo un po’ come un ponte tra tradizione e, appunto, musica pop.
Nel 2004 il Duo di Oliena si sciolse. Come ha vissuto questa separazione? Ho sempre messo anima e cuore in quello che facevo, laddove poi siamo in due a decidere la destinazione del prodotto finito, il rischio è che prima o poi avvenga uno scontro. Le mie canzoni le paragono a dei figli, tutto ciò che è frutto del mio studio lo custodisco e proteggo con cura. Io la mamma premurosa, la musica mia figlia. Metaforicamente intendo così il mio rapporto con le note. E’ un po’ come chiedere ad una mamma di discutere la vita di suo figlio con una zia: diventa complicato, era quasi scontato che il duo si sciogliesse. Entrambe avevamo bisogno del nostro spazio, io di esprimere le mie emozioni esattamente come le partorivo dalla mente e dal cuore. Per la mia ex collega, poteva magari diventare un peso cantare quelle che fondamentalmente erano le mie sensazioni. La divisione è stata per entrambe non una fine, ma un nuovo inizio. Comunque il periodo in cui formavamo il duo è stato senza dubbio anche positivo, mi ha aiutata a crescere.
Quale artista le è rimasto nel cuore? Purtroppo la mia conoscenza con Andrea Parodi è avvenuta quando
lui ha iniziato a star male. Il mio voleva essere un tributo, perchè penso che quello che ha fatto durante la sua carriera abbia avuto poco risalto, pertanto lo volevo ricordare. Sono affezionata ai grandi poeti Sotgiu, Zizi, Pazzola e Masala, il loro canto melodioso e le loro argomentazioni sono state una guida per me. Non dimentico i grandi Tenores e l’ “innovativa” Annamaria Puggioni. E’ stato soprattutto il carattere di queste persone a colpirmi. A mio parere, dietro un’interprete o artista in generale ci deve essere sempre una persona in gamba.
Il suo ultimo disco differisce dagli altri? Definisco “Milagros”, l’ultimo mio lavoro discografico, “disco di transizione”. Racconta il periodo buio in quanto sono stata male, ho voluto esprimere la sofferenza in musica
proprio per poter mettere la parola fine. E’ stato anche il momento in cui ho potuto valutare le vere amicizie. Il lavoro sembra essere più lento rispetto agli altri, in alcuni punti più triste, però mi ha aiutato a raggiungere una nuova armonica dimensione. E’ stato una sorta di valvola di sfogo. Attualmente sto lavorando ad un nuovo disco e sto scrivendo per altri artisti sardi. L’ultima tournèe è stata in Olanda, mentre novembre l’ho mantenuto come mese sabbatico. Parteciperò come madrina a qualche manifestazione. A dicembre mi è stato chiesto un inedito con tema religioso per una compilation mista, Perdonanos sarà l’anteprima.
Le grandi stelle si vedono da molto lontano e dal presto mattino quando il sole non è ancora apparso all’orizzonte e non ha ancora lanciato i suoi aurorei raggi rosa,
Tale è da definire Maria Luisa… Che non appena televista in una trasmissione a VL mi resi subito conto della sua valenza
canora e artistica molto ma molto professionale… Dopo la scomparsa di Maria CARTA (mia grandissima e compianta amica) ci voleva un’altra voce sarda come quella di Maria Luisa per poter tenere alta la BANDIERA canora dei Sardi…
Vedremo ancora meglio di Lei in futuro auspico… (posso raccontare un breve aneddoto?) Non appena Marco CARTA vinse
il festival di SANREMO un mio collega romagnolo in una breve pausa in camera di consiglio mi disse: Ma Voi sardi avete
dei bravi canterini… Io aggiunsi anche di poeti… Maria Luisa oltre a doti canore possiede anche la dote di compositrice e
ai tempi d’oggi non è poca cosa!… AUGURI A MARIA LUISA, “a chent’annos mezzus e siemus sardos sempre in d’onzi logu ‘e su mundhu!!!…
(Tore IDDA)
Complimenti anche per il Vs. Blog…. Apprezzo molto xchè a MI ci ho lavorato oltre tre anni e mezzo….
Un caro saluto e un abbraccio…….
Grazie e AUGURI sempre mezzus Maria Luisa