Tirrenia, via alla privatizzazione entro aprile. La compagnia all'asta

di Alessandra Deleuchi

 

La Tirrenia è all’asta. Si avvicina così il tanto agognato processo di privatizzazione della compagnia che vanta novecento milioni di euro di debiti con un fatturato di 600. Nel piatto della compagnia di navigazione in vendita al miglior offerente c’è anche la Saremar, insieme a Caremar, Siremar e Toremar, le altre controllate regionali. La vendita di tutto il comparto e in blocco, sembra davvero certa, secondo una notizia lanciata e diffusa dal quotidiano economico Il Sole 24 ore. La pubblicazione del bando d’asta che mette sul piatto dei compratori interessati tutta la compagnia per intero, è attesa per la fine del mese di aprile. Si sa anche che l’Unicredit e lo studio legale Clifford Change, nominati da Finteca, la società finanziaria italiana che è controllata al 100% dal Ministero dell’Economia e che detiene partecipazioni in svariate aziende, si sono già messi in moto per avviare tutte le procedure necessarie alla cessione della compagnia, dopo aver avuto il via libera dal consiglio di amministrazione della Tirrenia. La privatizzazione della società, quindi, dovrebbe partire a breve ed un altro gruppo made in Italy, dopo quello aereo firmato Alitalia, potrebbe prendere definitivamente il volo. Motivo, anche in questo caso, le difficili condizioni economiche che tormentano da un po’ di tempo la compagnia finanziata da soldi pubblici che sembrano non esserci più o meglio, non essere più sufficienti a mantenerla ancora in vita. Una cessione che potrebbe però rivelarsi difficile, visto che sono cinque i rami regionali che vengono controllati da Tirrenia e che dovrebbero essere acquistati in blocco, per garantirne la massima salvaguardia. In questo caso, solo una cordata di imprenditori, potrebbe riuscire nell’impresa, e si vocifera che sarebbero già interessati all’asta, molti industriali ed armatori italiani, che avrebbero interesse a salvare le sorti di un prodotto mede in Italy. Da possibili acquirenti stranieri, se ne parlava in passato, che detterebbero le loro leggi, anche sulla organizzazione delle tratte e sul numero dei marittimi, mentre pare che il decreto del governo che ha annunciato i tagli e la privatizzazione di Tirrenia, abbia ovviamente previsto la salvezza dei posti di lavoro. Una storia vecchia, però, questa, che ora sta per arrivare al traguardo per una compagnia che, da qualche anno, naviga in acque difficili, trascinandosi dietro anche le sue estensioni regionali, come la Saremar che svolge le tratte locali da La Maddalena e Carloforte, mentre come Tirrenia collega alla penisola Olbia, Cagliari e Porto Torres. Un vero disastro, ma già annunciato da tempo. Oggi, non si tratterebbe più di mettere in gioco e a rischio soltanto le tratte locali, ma un intero comparto, uomini, mezzi, corse e collegamenti, se la compagnia non trovasse acquirenti in grado di rilanciarne lo sviluppo e di garantire la continuità territoriale tra Sardegna e Penisola.

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