di Francesca Madrigali
Meno male che torneraiii, come cantava Loretta Goggi (eh sì, ho insospettabili canzoni del cuore, io). Però sei bella e benedetta, cara primavera, perché anche se le giornate sono difficili, noiose, troppo piene di pensieri e parole, almeno c’è il sole o una sua promessa. Oggi, ad esempio, ancora piovicchia un pochino, ma la temperatura è salita e forse è il caso di abbandonare il pigiama invernale tipo scafandro in pile con doppia calza in lana (e piedi ostinatamente ghiacciati). La vera svolta epocale del mio umore l’ho però avuta ieri, con un segnale che sembra tratto dalla penna di Liala: gli uccellini che cinguettavano, perfino qui in città. Insomma, pare che la Natura si risvegli e che perfino la pianta di cui non conosco il nome né le modalità di trattamento che sta nell’angolo del salotto, in pieno fascio elettromagnetico della Tv, si stia ringalluzzendo nonostante mi sia dimenticata di darle l’acqua da giorni (e quando lo faccio la annego, sarà giusto così?). Insomma, benvenuta benedetta primavera, perché non ne possiamo più di strizzarci in piumini dal collo di pelo svolazzante, in strati di maglioni a cipolla necessari alla dura vita dell’animale urbano (perché fuori ci sono 8 gradi, ma se entri in un negozio o un bar ce ne sono 80), di soffocare i nostri piedini in calzettoni di solito inadatti a svolgere la loro funzione (d’altronde siamo in Sardegna, mica alle Hawaii). Perché anche se nella sostanza non cambia nulla, almeno non c’è quell’orrido freddino che ci intorpidisce tutti e che scongiuriamo solo cucinando vasconi di zuppe, minestre, passati di verdura e similari; perché non vediamo l’ora di metterci un po’ spogliati, mostrando temerari le braccia bianchicce in cui occhieggia il dorso a tendina. Supereremo anche quella prima timidezza, perché l’arrivo della benedetta primavera fa questo e altro, e usciremo la mattina tutti contenti del tepore e di quel diverso odore nell’aria, dimenticandoci come ogni anno che è soltanto il breve preludio ai quaranta gradi (e relativi piedi gonfi) da maggio in poi.