Tottus in Pari, 229: progetto Acquarium

Il tema della pace e della fratellanza tra i popoli è stato al centro della manifestazione "Progetto Acquarium", organizzato dalla Federazione e dai circoli sardi in Argentina, con il finanziamento dell’assessorato del Lavoro della Regione Sarda. Il progetto "Acquarium" si inquadra nel contesto internazionale di devastazione delle culture originarie e in difesa delle diversità culturale come patrimonio dell’umanità. La manifestazione che si è svolta a ottobre nella provincia di Misiones, davanti alle cascate di Iguazù, ha avuto tanti momenti di viva partecipazione. Si è esibito il Coro Polifonico di Oschiri, arrivato dalla Sardegna, ed è stata presentata l’opera prima "Piedras que cantan", creazione dell’autrice Amanda Guerreño. La manifestazione culturale "Acquarium, Concerto per la Pace" ha avuto il sostegno, oltre che della Regione Sardegna, del Servizio di Pace e Giustizia della Repubblica Argentina, diretto da Adolfo Pérez Esquivel, Premio Nobel della Pace, della Camera dei Deputati e Senatori del Congresso Argentino, della Federazione di Associazioni Italiane (Feditalia) e diversi organismi nazionali e internazionali. Hanno dato supporto all’iniziativa anche autorità dei governi provinciali e comunali argentini e l’Accademia Mondiale delle Arti e Scienze di Venezia. La manifestazione con l’atto di apertura del "Concerto per la pace, l’integrazione e la multiculturalità dei popoli" nel Salone Azzurro del Senato Argentino, alla presenza del vice presidente della Nazione, Julio César Cleto Cobos. Erano presenti il Premio Nobel della Pace, Adolfo Perez Esquivel, i rappresentanti de APES, i dirigenti della Federazione Sarda Argentina, i rappresentanti dei Circoli Sardi dell’Argentina e tantissimi emigrati sardi con le loro famiglie. Alla cerimonia ha partecipato anche il Coro Oschirese, proveniente dalla città di Oschiri. Il Tour della Pace è cominciato con la dedica di una targa a ricordo del Concerto e la messa a dimora di alcune piantine di gingko bilova (albero della Pace) è stata trapiantata anche una quercia portata dalla Sardegna come testimonianza di fratellanza tra le due nazioni: Argentina e Italia. Alla cerimonia hanno assistito anche di alunni delle scuole locali e i "Caciques" Guaraníes come rappresentanti dei popoli originari della zona. Hanno partecipato a questo evento il Ministro dei Diritti Umani della Provincia de Misiones, Perez Esquivel, Lola Brikman (del balletto Las Piedras que cantan), i rappresentanti del coro Voces Guaraniés, Giovanna Schintu (direttrice del Coro Oschirese), i delegati dei Circoli. Il Presidente della Federazione Sarda in Argentina Cosimo Tavera, il Consultore Vittorio Vargiu, insieme al Premio Nobel della Pace, hanno parlato del significato dell’avvenimento e dell’importanza che lo stesso ha per la convivenza e la comprensione tra i popoli. In seguito, nei locali della Camera dei Deputati della Provincia di Misiones, è stata inaugurata la mostra ADN (Archivio di Documenti dei Sardi in Argentina), frutto di un paziente lavoro di ricerca realizzato dal Circolo Sardi Uniti, di Buenos Aires, arricchita con diversi materiali portati dagli altri Circoli. Si tratta di una raccolta di fotografie, documenti, passaporti e diversi ricordi delle famiglie sarde che vivono in Argentina. Durante l’evento si sono svolte diverse conferenze sulla Storia della Sardegna, sui Nuraghi, tenuta dal prof. David Pau, sui Gesuiti morti nelle missioni, ed è stato proiettato il video "Federazione Sarda Argentina, la storia recente" realizzato da Viviana Vargiu, del Circolo Sardo del NOA (Tucumán). Nel punto dove si incontrano le tre frontiere (Argentina, Paraguay e Brasile), c’è stato l’atto principale del Progetto Acquarium, con la presenza del premio Nobel della Pace Adolfo Pérez Esquivel, del presidente della Federazione Argentina Cosimo Tavera, e delle autorità della Provincia di Misiones. In uno spettacolo senza precedenti, con sfondo le cascate di Iguazú, si sono esibiti il balletto sardo del Circolo di Rosario, il balletto "Las piedras que cantan", il Coro "Le Voci Guaraníes", e il Coro Polifónico de Oschiri. Tutti quanti deliziato i presenti cantando brani come "Ave Maria", "Mi pensamiento", "Fratello Sole". Il Concerto è stato trasmesso dal vivo dalla "Federacion de Radios AM" della Repubblica Argentina, flashes sono stati trasmessi dalla TV locale e su internet nel blog http://proyectoacquarium2008.blogspot.com, dove si possono apprezzare i momenti più significativi dell’evento. La giornata si è conclusa con una cena offerta dal Sindaco della città di Iguazù, come segno di fratellanza per tutti i partecipanti di questa singolare manifestazione multiculturale. Canti, balli e allegria sotto le stelle delle Tre Frontiere e davanti alle cascate più grandi del mondo.

Cesare Meridda

 

FESTEGGIATO A BUENOS AIRES IL CIRCOLO PIU’ ANTICO

I SETTANT’ANNI DI "SARDI UNITI"

L’associazione sarda più antica del mondo transoceanico, i "Sardi Uniti di Mutuo Soccorso" di Buenos Aires, ha compiuto 70 anni di vita. In quegli anni l’Argentina era il polo di attrazione per emigranti di tutto il mondo e i sardi non fecero mancare la loro presenza in questa grande nazione. I conterranei si riunivano in un bar del centro di Buenos Aires e dopo alcuni anni si fecero una propria sede nel quartiere di Caballito, al centro della metropoli più grande d’America. Oggi il circolo "Sardi Uniti" ha una sua sede di prestigio, su tre piani e con tutti i confort di cui necessita una associazione che si regge con le proprie gambe. Sono passati gli anni e molti dei sardi che fondarono l’Associazione non ci sono più, ma sono sempre vivi la loro voce e i loro sentimenti e la loro forza d’animo è la più grande eredità che hanno lasciato ai figli e ai nipoti. Per celebrare l’anniversario c’è stata una grande festa con la partecipazione di personalità e autorità della città di Buenos Aires, del Consolato e con i rappresentanti delle altre associazione italiane. Una festa piena di musica, di tango, di folklore e di tutte le diversità culturali che si sommano nelle nuove generazioni che oggi frequentano il circolo. I festeggiamenti davanti a 180 invitati, sono cominciati con un discorso caloroso, nostalgico e pieno di tenerezza e di amore per i suoi conterranei, pronunciato dal presidente della Federazione Cosimo Tavera. Come dice sempre sua figlia "mio padre ha tre figli: Tony, Margherita e i Sardi Uniti", che da il significato di cosa significhi per Tavera la guida della Federazione. E’ stata poi la volta di Angela Solinas, presidente del circolo, che ha ricevuto le offerte e i regali delle autorità. Oggi l’Argentina sta uscendo da una delle crisi economiche peggiori della sua storia con una crescita del 9% annuo. Sta
pagando tutti i suoi debiti con l’estero e con il Fondo Monetario Internazionale, e sta facendo grandi progressi sociali e economici. C’è una nuova speranza e si stanno rimettendo in piena attività culturale le associazioni.

Cesare Meridda

 

OMAGGIO AD UNA FAMIGLIA DI ARTISTI SARDI

IL MONDO DI PINO MELIS

"Maestro assoluto di stile… rigoroso signore dei colori e del pennino" – così lo definisce Antonio Faeti nella sua presentazione al catalogo – "intento a rendere visibile solo l’essenziale, quella carne minima del mondo che non si vede perché minuscola"  che è alla base della poetica espressiva dell’artista sardo Pino Melis (Bosa 1902 – Roma 1985), le cui opere sono presentate per la prima volta a Roma, dopo la sua scomparsa. La mostra è stata inaugurata il 15 novembre 2008 al Museo della Casina delle Civette di Roma alla presenza di numerosissimo pubblico ( oltre 300 persone), giornalisti della stampa e delle televisioni, nonchè di Autorità tra cui spicca la partecipazione dell’Assessore al Lavoro della Regione Sardegna, Romina Gongera, e rimarrà aperta sino all’ 11 gennaio 2009. Nel 2007 era stata la natia Sardegna ad ospitare una mostra antologica di Pino Melis, al Teatro Civico di Castello di Cagliari V. Questa è comunque la prima volta in cui, accanto ai lavori di Pino Melis che costituiscono il nucleo centrale della mostra (messi a disposizione dalla famiglia Redini Giuliani di Roma, eredi, in quanto nipoti, di Pino Melis), sono presentate anche alcune opere dei suoi fratelli Melkiore e Federico, gentilmente prestate da alcuni collezionisti privati e dalla Presidenza del Consiglio Regionale della Sardegna. La mostra "Il mondo di Pino Melis. Omaggio ad una famiglia di artisti sardi: Melkiorre, Federico, Olimpia e Pino Melis" è promossa, con il contributo della Regione Sardegna, del Comune di Cagliari e della Fondazione Banco di Sardegna, da " Il Gremio", Associazione Culturale dei Sardi a Roma, nata nel secondo dopoguerra (1948) con finalità di rilancio e diffusione della cultura dell’isola e come punto di aggregazione per i cittadini sardi a Roma. L’esposizione ha luogo con il sostegno dell’Assessorato alle Politiche Culturali Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma e il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura. L’iniziativa è curata da Maria Grazia Massafra, Responsabile del  Museo della Casina delle Civette, Maria Vittoria Migaleddu Vice Presidente del Gremio dei Sardi e Angela Redini Giuliani dell’Archivio Redini Giuliani Melis. Si tratta di oltre 150 opere di tipologia eterogenea: disegni originali per illustrazioni – di moda, accessori e gioielli – disegni per mobili e decorazioni di arredo sacro, disegni per tessuti, tessuti dipinti, filet (opera di Olimpia Melis), miniature originali, bozzetti e cartoni preparatori per vetrate, oggetti in ceramica anche dei fratelli Melkiorre e Federico, vetratine, gioielli (miniature dipinte su avorio e pergamena), materiale grafico vario per illustrazioni di libri per l’infanzia. Tra i lavori esposti, anche due ritratti di Pino Melis di Maria Letizia Giuliani e di Rolando Monti. Come evidente nel titolo, la mostra intende ricordare il raffinato illustratore editoriale sardo nella sua molteplice attività di artista-artigiano, anche inserito nel proprio contesto regionale e familiare. Famiglia di artisti, i Melis prediligono le arti applicate (ceramica, illustrazione, arredo e decorazione d’ambienti, grafica pubblicitaria, oreficeria e ricamo) e le diffondono, affermando l’identità della Sardegna in campo nazionale e internazionale, collegandosi alle grandi tendenze europee. Tra gli otto fratelli Melis ricordiamo, oltre a Pino che è il minore, Melkiorre, – noto illustratore, pittore e ceramista – , Federico, caposcuola della moderna ceramica sarda e Olimpia, innovatrice e promotrice della tecnica tradizionale del filet. In tale ambiente artistico Pino sviluppa le sue doti precoci per esordire, appena quattordicenne, con figurini di moda nella Mostra Sassarese per la Mobilitazione Civile del 1916. L’anno successivo, incoraggiato da Giuseppe Biasi, partecipa, insieme ai fratelli e ad insigni artisti isolani, alla Mostra Sarda allestita in favore degli orfani dei combattenti sardi dalla Galleria Centrale d’Arte di Palazzo Cova a Milano. Nel 1919 pubblica illustrazioni sulla "Rivista Sarda" e inizia a collaborare con il prestigioso "Il Giornalino della Domenica" di Firenze. Nel 1921 si trasferisce a Roma (sulle orme del fratello Melkiorre, che in quell’anno decora con motivi sardi una sala della Casa d’Arte Bragaglia), e si dedica allo studio della ceramica, arricchendo così l’originaria cultura familiare e isolana. Dal 1925 unisce all’attività espositiva quella di illustratore, collaborando per vari editori, e negli anni ’40 esordisce come autore di racconti e realizza copertine e illustrazioni per la SEI, la Vallardi ed altri. Nel 1952 il matrimonio con la pittrice Maria Letizia Giuliani conferma un verosodalizio artistico che lo vede a lungo impegnato nella storica vetreria omonima con la trasposizione in vetro di numerosi cartoni di soggetto naturalistico ma anche astratto e di arte sacra. Nel dopoguerra si dedica sempre alla miniatura e all’illustrazione eseguendo gioielli, disegni su tessuti, vetratine, cartoni per vetrate, lavori su pergamena e avorio. Partecipa a molte mostre personali e collettive, alle maggiori Rassegne d’arte italiane e internazionali e ad alcune Quadriennali a Roma. Alcune  sue opere si trovano alla Galleria d’Arte Moderna di Cagliari, a Parigi, Londra e a San Sebastian. La figura di Pino Melis si rivela dunque in tutta la sua ricchezza espressiva e umana scoprendone i diversi intrecci culturali, a cominciare dal fondamentale confronto con i fratelli Melkiorre, Federico e Olimpia, ognuno impegnato in un diverso percorso artistico e tuttavia in costante dialogo reciproco. Altri scambi e contatti importanti si rivelano quello con le diverse esperienze stilistiche e tecniche dei maggiori esponenti delle  arti applicate dei primi del Novecento (come Duilio Cambellotti) e, non secondario, il percorso professionale parallelo tra la famiglia sarda  Melis e la Giuliani a Roma. L’Archivio Redini-Giuliani è rimasto erede e custode di tutta la produzione d’arte di Pino Melis alla morte di quest’ultimo e di sua moglie, nel 1985. L’Associazione dei sardi " Il Gremio" ,che quest’anno festeggia i 60 anni della sua fondazione ed è la più antica associazione sarda in Italia, ha voluto che questa mostra fosse occasione d’incontro di molte espressioni artistiche della cultura sarda, talvolta rappresentata da alcune famiglie che hanno saputo comunicarla egregiamente in Italia e nel mondo. Oltre alle opere esposte, sabato 15 novembre, giorno dell’inaugurazione, sono state presentate alcune creazioni di moda delle Sorelle Piredda. Si tratta infatti anche in questo caso di una famiglia di artigiane artiste che da oltre 20 anni rielabora i colori, le forme, i disegni, le tecniche della tradizione sarda creando abiti di taglio semplice ed essenziale impreziositi da ricami e disegni antichi. Le loro creazioni hanno presto varcato il mare ed hanno partecipato alle giornate della moda romane, al
le sfilate del prêt a porter di Milano, sono state presentate in Francia, Spagna, Algeria sino ad approdare alla Accademia di Moda di Osaka in Giappone. In esclusiva per la mostra e in omaggio al Museo che la ospita, Le Sorelle Piredda hanno creato uno scialle ispirato ad un disegno di Pino Melis che raffigura una civetta, ritratta in un habitat notturno con ruderi che sembra rievocare il giardino di Villa Torlonia. Alcuni loro scialli rimarranno esposti alla Casina delle Civette durante tutto il periodo di apertura della mostra.

Maria Vittoria Migaleddu

 

SUCCESSO PER L’INIZIATIVA DEL CIRCOLO "GRAZIA DELEDDA" DI SARONNO

CONFRONTO SARDO-LOMBARDO SULLA DIFESA DELLE LINGUE LOCALI

Nella serata di  sabato 6 dicembre, a Saronno (VA),  presso Villa  Gianetti, per iniziativa del Circolo culturale sardo "Grazia Deledda", presieduto da Luciano Aru, con il sostegno della Città di Saronno, in collaborazione  con la Regione Sardegna-Assessorato al Lavoro e con la Federazione delle Associazioni Sarde in Italia (FASI), si è tenuto un approfondito dibattito sul tema "Come salvare una Lingua. Tutela e valorizzazione delle lingue locali. Lombardia e Sardegna a confronto". Relatore per la Sardegna è stato Salvatore Patatu, docente di lingua sarda, giornalista, scrittore e poeta in limba mentre la Lombardia era rappresentata da Andrea Rognoni, docente di Lettere nelle scuole superiori, pubblicista, direttore della "Casa delle Culture Lombarde" di Busto Arsizio (VA), curatore di una "Grammatica dei dialetti della Lombardia" (2005) e  di un’ "Antologia della poesia nelle lingue e nei dialetti lombardi: dal Medioevo al ventesimo secolo" ( 2006). La Regione Sardegna, anche grazie alla mobilitazione e all’impegno di ricerca degli emigrati (si veda il convegno "Autonomia, cultura, lingua sarda, nell’Italia del federalismo e nell’Europa delle Regioni" organizzato dalla FASI  a Milano il 4 dicembre 1994 e i cui atti sono stati pubblicati nel 1996),  si è dotata di un’apposita normativa, la L.R. n. 26 del 15 ottobre 1997, volta alla "promozione e valorizzazione della cultura e della lingua  della Sardegna". La Regione Lombardia solo recentemente ha approvato una legge che possiamo chiamare di indirizzo,  la L.R. n. 27 del 23 ottobre 2008, dal titolo "Valorizzazione del patrimonio culturale immateriale", che prevede, tra l’altro, che la Regione "promuova l’individuazione degli elementi del patrimonio culturale immateriale con particolare riguardo a: tradizioni ed espressioni orali, compresi i dialetti, la storia orale, la narrativa e la toponomastica". Però fin dagli anni passati per lo studio dei dialetti la Regione Lombardia ha istituito "La Casa delle Culture Lombarde" (con sede a Busto Arsizio), di cui è direttore fin dalla fondazione Andrea Rognoni e che si propone come "centro regionale di documentazione e coordinamento degli studi sulle lingue e parlate locali, dialetti, letterature e storie della Lombardia". Per quanto riguarda la Lombardia è da dire inoltre (e conosco bene l’iniziativa perché l’ho seguita per l’Assessorato alla Cultura della Provincia di Pavia) che la Regione, sulla base di un progetto elaborato dal prof. Angelo Stella, ordinario di Storia della Lingua italiana e di Dialettologia dell’Università di Pavia , ha promosso la realizzazione di ricerche tese a costituire un  "Archivio delle voci. Museo dell’oralità". Si sono videoregistrate le parlate locali lombarde documentando in particolare le testimonianze di coloro che sono a conoscenza di vocaboli ormai quasi del tutto scomparsi  perché legati a mestieri in via di estinzione (per esempio, il lessico della risaia). In Sardegna oggi all’ordine del giorno è la questione della Limba Sarda Comuna. La Giunta della Regione Sardegna ha costituito una commissione di esperti per attuare un’indagine conoscitiva sullo stato della lingua sarda e per formulare uno standard linguistico da utilizzare per la scrittura ufficiale di alcuni atti ( teoria, glossario sperimentale, proposte metodologiche e pratiche per l’utilizzo del sardo giuridico e amministrativo negli atti dell’Amministrazione pubblica in Sardegna sono illustrati nel volume di Giuseppe Corongiu "Pro una limba ufitziale", 2006, con prefazione di Paolo Pillonca e introduzione di Maurizio Virdis). Un discrimine temporale in Sardegna è rappresentato, per quanto riguarda il discorso sulla lingua sarda, dall’intervento pronunciato  in sardo dal presidente della Regione, Renato Soru, al convegno di Paulilatino (5 maggio  2007) su "Le lingue dei sardi" : "Sa prima detzisione de pigare oe est si chistionare in italianu o in sardu . (…) Pro s’atividade chi fatzo deo cada die, est prus fatzile a chistionare in italianu. Ma oe cumbenit a si pigare custa cumplicatzione e proare a chistionare in sardu" (lo stesso concetto è stato ribadito da Soru nel messaggio di presentazione ufficiale al Consiglio regionale della scelta  di dedicare "Sa Die de sa Sardigna 2008" a "sa limba sarda" ).  Il dibattito  di Saronno (al quale ha portato il saluto per l’amministrazione comunale il vicesindaco Annalisa Renoldi e che ha visto tra il pubblico i componenti del Coro polifonico "Lorenzo Perosi" di Dorgali, impegnato il giorno dopo in un concerto presso il Teatro Arcivescovile e il giorno dell’Immacolata nell’accompagnamento della messa nella chiesa di San Francesco)  ha appassionato i presenti, grazie alla verve affabulatoria di Salvatore Patatu  (che ha dato un tocco in più alla professionale presentazione in PowerPoint  delle ragioni per la difesa del sardo) e in virtù della infuocata perorazione di Andrea Rognoni a favore della tutela e valorizzazione delle  letterature e  delle lingue locali della Lombardia.

Paolo Pulina

 

UN CONCORSO INDETTO DALL’ASSESSORATO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE

BORSE DI STUDIO A FAVORE DEI FIGLI DI EMIGRATI SARDI

L’Assessorato della Pubblica Istruzione ha indetto un concorso per l’attribuzione di 3 borse di studio, a carattere annuale, per la realizzazione di una ricerca nell’ambito della lingua sarda con specifico riferimento allo studio delle metodologie della didattica di insegnamento della lingua sarda nelle scuole, in particolare nel mondo dell’emigrazione anche in confronto con altre esperienze europee relative alle lingue minoritarie. Per partecipare al concorso è necessario possedere i seguenti requisiti:

– essere figli di emigrati sardi o giovani stranieri appartenenti a paesi con maggiore presenza di emigrati sardi;

– essere residenti in una Regione italiana diversa dalla Sardegna o in un altro Stato dell’Unione Europea;

– essere in possesso di diploma di laurea in materie di area umanistica con particolare riferimento all’ambito linguistico;

– non aver compiuto il 39° anno di età alla data di scadenza del presente bando.

La domanda di partecipazione, redatta in carta semplice, sottoscritta in originale e corredata da fotocopia del documento d’identità, dovrà pervenire entro e non oltre le ore 13.00 del 29 dicembre 2008, al seguente indirizzo:

Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport – Servizio Lingua e cultura sarda  viale Trieste, 186 – 09123 Cagliari.

 

CICLO DI CONFERENZE SU STORIA E LUOGHI DI SARDEGNA

LE STRADE DEL TEMPO

Mi chiamo Mariella Cortès, vivo a Sassari (ma sono originaria di Desulo, provincia di Nuoro) e sono una giornalista e conduttrice televisiva; mi occupo di attualità, cultura, volontariato e promozione del territorio. Vi contatto in quanto insieme a Francesco Ledda,  socio come me dell’associazione Italia Nostra ( onlus nazionale per la salvaguardia del patrimonio artistico, culturale e ambientale)  e storico dell’arte, sto portando avanti un progetto mirato alla riscoperta e alla valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale per non far dimenticare quanto di prezioso conserva ancora la Sardegna. "Le strade del tempo", questo il nome della nostra idea, prevede un omonimo programma televisivo e un ciclo di conferenze locali e oltremare con protagoniste le visioni inedite e particolareggiate dei luoghi del passato, della storia, delle leggende e dei modi di vivere ma anche dei patrimoni artistici poco conosciuti della nostra Isola. I punti di partenza e di arrivo sono sempre le strade: sentieri nuragici, vie marittime, strade commerciali romane o ferrovie, insomma tutto ciò che nei secoli ha avuto un ruolo di spicco nell’evoluzione storica e culturale della Sardegna. Ogni conferenza sarà tematica e riguarderà un dato periodo storico con il racconto e la ricostruzione di una determinata era attraverso l’uso di supporti visivi quali video, immagini, ricostruzioni 3d e documenti storici. Ci rivolgiamo ai circoli dei sardi in quanto riteniamo che la conoscenza e il ricordo della propria Isola, anche se si è partiti, sia sempre importante. Questa è in sintesi la nostra idea: portare un soffio di Sardegna nel cuore di chi sta lontano e di chi ancora non la conosce. Vi chiedo quindi se i circoli potrebbero essere interessato ad ospitare una nostra conferenza, i cui costi comprenderebbero unicamente un contributo alle spese di viaggio. Consideri che la rosa degli argomenti trattati è parecchio vasta ma il filo conduttore rimane sempre quello della riscoperta delle epoche storiche attraverso i percorsi, partendo dalla Sardegna preistorica sino a quella fenicio punica senza tralasciare le invasioni dei pirati e le fortificazioni costiere. Con la speranza di un favorevole riscontro, vi saluto cordialmente.

Mariella Cortès

 

EYA, EMMO, SI: LA DOVE IL SI SUONA, S’EMMO E S’EYA CANTANT

I RAGAZZI DELLE SPADE A "NURAGHE CHERVU" DI BIELLA

La costruzione di Nuraghe Chervu a Biella, che ha coinvolto la Comunità dei cittadini piemontesi di origine sarda, ha fatto riaffiorare antiche sedimentate forme rituali, tra cui la benedizione delle "Donne del grano", le salve dei "Fucilieri", la messa a dimora di piante per ogni nuovo nato, con l’incisione dei loro nomi sulla pietra. Particolarmente suggestiva è stata la presenza dei "Ragazzi delle spade", giovanissimi di età compresa tra gli otto e i quindici anni, sardi di seconda e di terza generazione, nati, cioè, fuori dall’Isola, che hanno sfilato in corteo innalzando le insegne nuragiche risalenti al XVIII secolo a.C., a significare le antiche origini nel momento dell’entrata nella comunità degli adulti; una sorta di iniziazione, di cerimonia di passaggio, che rimanda alle strategie per andare incontro al nuovo e superare il cambiamento. A Biella, presenti le massime autorità civili e militari, in occasione dall’intitolazione di Nuraghe Chervu: "Agli intrepidi Sardi della Brigata "Sassari"/nel comune ricordo dei 13.602 figli di Sardegna/e dei 523 giovani biellesi/caduti per l’Unità d’Italia" il percorso processionale, con l’impiego simbolico di armi rituali che rimanda all’archetipo del labirinto, il tragitto inframmezzato da barriere da superare, è stato solennizzato dalle sciabole sguainate dei soldati delle "Voloire", dai fanti della gloriosa Brigata "Sassari" nelle divise storiche della Grande Guerra, dai canti "a tenore" di Su Cuntzertu abbasantesu, dall’onore ai Caduti. La mostra fotografica "I ragazzi delle spade a Nuraghe Chervu" (Biella, 20 dicembre 2008 – 28 febbraio 2009, saloni Biblioteca Su Nuraghe), viene dedicata ai nuovi soggetti attivi della Comunità sarda di Biella, ai "ragazzi delle spade", che, a partire dal prossimo mese di gennaio, saranno coinvolti nel laboratorio linguistico "Eya, emmo, sì: là dove il sì suona, s’emmo e s’eya cantant".

Battista Saiu

 

OSPITI PER LA FESTA DEL "LOGUDORO" DI PAVIA

I TENORES DI ILLORAI

Nel pomeriggio di domenica 14 dicembre, presso il salone dell’associazione, l’annuale festa sociale del Circolo culturale sardo "Logudoro" di Pavia (presieduto da Gesuino Piga) è stata rallegrata dal gruppo  "Tenores di Illorai", accompagnato con l’organetto diatonico da Guido Vercellino (figlio del famoso Mondo Vercellino). Giovanni Michele Filia (voce solista), Gianni Mula (mezza voce), Giuseppe Nieddu (basso gutturale) e Salvatore Piga (controvoce gutturale) hanno inorgoglito con la loro apprezzata esibizione i numerosi soci del Circolo originari di Illorai (SS): in prima fila Pasqualino Carta e Fausto Fois, che hanno curato la regia organizzativa dell’evento.

(ci riferisce Paolo Pulina)

 

TESTIMONIANZA FOTOGRAFICA DELLA MANIFESTAZIONE DEL CIRCOLO DI BAREGGIO

GIORNATA DELLA SOLIDARIETA’

Tavolo di lavoro del Convegno LA VALORIZZAZIONE DEL SARDO E DELLE LINGUE MINORITARIE  LINGUA SARDA E MILANESE A CONFRONTO a cui hanno partecipato:

•-       Franco Saddi: Presidente dell’Associazione Amedeo Nazzari

•-       Filippo Soggiu: Presidente onorario FASI

•-       Dott. Simone Pisano vicepresidente FASI- ricercatore dell’Università di Pisa

•-       Dott. Franco Loi, poeta Milanese

•-       Tonino Mulas, presidente FASI

•-       Prof.ssa Clara Farina (letture di poesie in ricordo di Remundu Piras)

•-       Gianfranco Brusasca (letture di poesie in sardo e in lombardo)

•-       Romano Oldani (letture di poesie in milanese)

•-       Ilde Lonati aut
rice del libro "Ràa e lumen"

•-       Monica Gibillini, sindaco di Bareggio

•-       Pompeo Crivellone, sindaco di Cornaredo

•-       Graziano Milia, presidente Provincia di Cagliari

(ci riferisce Ignazio Modica)

 

ELEZIONI PER IL NUOVO DIRETTIVO DEL CIRCOLO ICHNUSA DI BRA

SI CONFERMA PRESIDENTE PAOLO MURA

L’Associazione culturale sarda Ichnusa di Bra (Cn), in occasione della scadenza del mandato del direttivo 2005 ha indetto le nuove elezioni che ne determineranno i nuovi rappresentanti. Con grande piacere il circolo, a differenza della scorsa elezione, ha riscontrato una maggiore partecipazione manifestata dalla varietà della lista dei candidati ritrovando giovani e donne (di varie fasce d’età) a seguito di una loro assidua frequentazione all’associazione; hanno voluto così contribuire con il loro impegno alla sua crescita. Per il successo e il futuro del circolo, un grande aiuto è stato dato dall’afflusso dei votanti, vivo come sempre, risaltando una fiducia nelle persone che hanno avviato questa iniziativa e in quello che hanno portato a compimento fino ad ora. Alla chiusura dei seggi si è subito provveduto allo scrutinio delle schede, portando a conoscenza dei nuovi membri del direttivo 2008 che rimarranno in carica fino al 2011.

Risultando così formato: CONSIGLIO DIRETTIVO:MURA Paolo (presidente); CARIA Vincenzo (vice-presidente, vicario); MASSA Natascia (vice-presidente); LAMPIS Gianfranco (segretario); MASSA Roberto (amministratore). Consiglieri: CAPOCCHIA Gianluca, SECCI Stefano, SPADA Roberto, CIREDDU Benigno, CAPOCCHIA Efisio, VIDILI Oreste. COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI: SIAS Franco, GRUSSU Severio, PORCU Eraclio, Supplenti: CONTATORE Manuela, CASULA Mariano. COLLEGIO PROVIBIRI: VIRDIS Maria Teresa, PIU Tina, MASSA Vitalino. Supplenti: FULGHESU Gina, AIANA Piera.

A riconfermare con immenso piacere una vecchia carica, il Presidente MURA Paolo che ha svolto, nel vecchio mandato, un lavoro impeccabile riconquistandosi così infatti l’affetto e l’approvazione dei soci-votanti del Circolo; che hanno riposto in lui una fiducia che sicuramente sarà tenuta in conto. Una grande novità invece spicca in questa lista di nomi, entrata a far parte della Presidenza una donna, anzi una giovanissima ventunenne MASSA Natascia, che ha deciso di mettersi in gioco in questa esperienza che sicuramente lei sente dentro al cuore ma soprattutto che le permetterà una crescita interiore, spera di imparare da chi sicuramente ha più esperienza di lei e di metterci anche del suo. Il successo del circolo è comunque dovuto anche alla collaborazione tra i vari membri risultanti anche dal direttivo uscente.

(ci riferisce Paolo Mura)

PROGETTO BRINC@:PROMOZIONE E DIFFUSIONE DELLA MUSICA SARDA OLTREMARE

BANDS IN TOUR IN EMILIA ROMAGNA

Il "Progetto Brinc@" è realizzato dalla FASI e dal Coordinamento Giovani in collaborazione con l’Associazione Culturale "Che Torni Babele" (che ha sede a Bologna) e Radio indipendèntzia (la prima web radio on line sarda che si propone la diffusione del patrimonio musicale sardo sia contemporaneo che tradizionale, in collegamento e scambio con il mediterraneo e il mondo). Il progetto Brinc@ è finanziato dalla Regione Sardegna, dall’Assessorato al Lavoro, Immigrazione, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. I gruppi che sono stati selezionati (2008) per il Progetto Brinc@, progetto per la promozione e diffusione della musica sarda oltremare, sono approdati nei giorni scorsi in Emilia-Romagna per un breve ma intenso tour che ha visto protagonisti  all’Off Club di Modena gli Askra + Balentia + MyNerdPride + Arrogalla + Dj Legoman, al Mei di Faenza , con uno Show case, i The Dotch (Vincitori del Festival Radio Indipendèntzia) + My Nerd Pride (vincitore del Festival Sottosuoni). Sempre al Mei di Faenza, hanno tenuto uno Show case i Lame a Foglia D’oltremare (Vincitori del Festival Artes et Sonos) + Nasodoble + Ratapignata + Balentia e gli Askra che hanno partecipato al Punkadeka Festival, uno dei festival punk più importanti e di rilievo della penisola. Il tour è culminato all’Estragon di Bologna, con il Brinc@ Festival, accolto con entusiasmo dal pubblico, che ha offerto uno spaccato della produzione musicale sarda attuale. Si sono esibiti: Askra – Ratapignata – Nasodoble – Balentia – MyNerdPride. L’evento è stato filmato da Arcoiris Tv , la web TV accessibile gratuitamente da internet e su satellite, e abbiamo il privilegio di essere nel loro palinsesto. Questo permetterà a chiunque e da qualunque posto nel mondo di poter vedere questo primo Brinc@ Festival di cui siamo molto orgogliosi e al quale speriamo ne seguiranno molti altri. Al Mei di Faenza, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del Progetto Brinc@. Giancarlo Palermo, Responsabile Progetto Brinc@ e Presidente dell’associazione Che Torni Babele, dopo aver riportato i saluti dell’Assessore Romina Congera (Assessorato al Lavoro e Immigrazione), del Presidente della FASI Tonino Mulas e del Coordinatore Nazionale dei Giovani della F.A.S.I. Giuseppe Tidore, assenti per altri impegni, ha esposto le fasi dello sviluppo e della diffusione del Progetto sul territorio nazionale nel 2008 ed ha illustrato le concrete opportunità offerte ai gruppi che fanno parte del progetto stesso. Assieme a lui sono intervenuti alcun
i componenti dei gruppi che nella stessa giornata si sono esibiti negli show case al Mei: Lame a Foglia D’oltremare + Nasodoble + Ratapignata + Balentia + Askra. Tutti hanno sottolineato l’importanza del supporto del progetto Brinc@, che ha tra i principali obiettivi quello di promuovere e diffondere la musica sarda in continente ed infatti ha dato loro modo di effettuare dei brevi tour in varie città italiane così da potersi far conoscere. La validità e l’importanza di questo progetto, come hanno evidenziato alcuni musicisti intervenuti, è ancora maggiore alla luce delle difficoltà del "fare musica" oggi nel nostro paese e, anche per questo, l’auspicio comune è che il progetto Brinc@ possa proseguire anche nel 2009 grazie all’impegno economico della Regione Sardegna e dell’Assessorato al lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. Allo STAND PROGETTO BRINC@ AL MEI DI FAENZA numerosi operatori del settore hanno chiesto informazioni sul progetto e ritirato il materiale informativo dei gruppi che sono stati selezionati per lo stesso. Il Progetto Brinc@ ha "sposato" varie iniziative degne di merito che si sono sviluppate in Sardegna. In particolare la compilation "Fuorisessione ’08" prodotta dall’Associazione Scienze Politiche Sassari in collaborazione con il Gruppo Emergency Sassari e pubblicata dalla casa discografica Tajrà Edizioni e Produzioni di Cagliari. Nel cd, in vendita al prezzo politico di 10 euro, sono raccolti gli inediti di alcuni dei gruppi in tour in Emilia-Romagna: Askra, Nasodoble e Lame a foglia d’oltremare. Il ricavato della vendita dei Cd sarà devoluto ad Emergency. E’ stata inoltre presentata la terza compilation di "Radio indipendèntzia #3", terzo capitolo della produzione di Radio indipendèntzia (www.radioindipendentzia.net). Nella compilation è rappresentata, senza discriminazione di generi e varietà linguistica, tutta la scena musicale sarda. Lo stand ospita inoltre il mensile di musica, tradizione, cultura sarda ed eventi "Sonos & Contos" (www.sonosecontos.it): la principale rivista che offre uno spaccato obiettivo della cultura musicale in Sardegna, che ospita al suo interno una rubrica dedicata alle date del Progetto Brinc@.

Giancarlo Palermo

 

IL CALENDARIO DEL FOLKLORE 2009 DI GIOVANNI MARIA PIRAS

DEDICATO A SARA CHERCHI

E’ dedicato a Sara Cherchi, il calendario del 2009 eseguito da Giovanni Maria Piras, fotografo con la passione del ritratto femminile e dei costumi sardi della Provincia di Nuoro. Sara Cherchi, 28 anni di Irgoli uccisa  nello scorso 3 settembre  insieme al suo fidanzato Mario Mula, Piras ha dedicato la copertina di questo bel calendario e in questa foto si presenta bella, fiera  e sorridente, con indosso il prezioso costume di Irgoli che vestiva ogni volta che doveva andare a ballare con il Gruppo Folk Irgoli di cui era amata componente. "Ho voluto dedicare- afferma Giovanni Maria Piras -questa copertina a Sara perché è il migliore omaggio per il ricordo di questa ragazza tutta d’un pezzo, una tipa seria, determinata, ma dolce e solare. Una ragazza che mi ha colpito molto per la sua personalità  e la fierezza dei modi che si amplificavano nel ballo. Tanto è vero che è la seconda volta che la introduco in un calendario in quanto era presente anche in quello dell’anno scorso"  Giovanni Maria Piras è dal 2003 che esegue ritratti femminili per i suoi calendari sui costumi tradizionali delle donne della Barbagia e della Baronia-Valle del Cedrino Baronia, fotografate con sullo sfondo  splendidi scorci dei paesaggi della Sardegna.Calendari che ogni anno sono sempre più preziosi !  In questo calendario sono immortalati i costumi di  Irgoli (Sara Cherchi), di Orosei ((Veronica Frau), di Galtellì (Sara Puddu)  di Onifai (Eleonora Branchitta), di Dorgali (Maria Giovanna Secci) e di Siniscola (Serena Secchi). Inoltre sono presenti nei loro splendidi costumi ragazze di Desulo, Lodè, Oliena, Teti, Tonara e Nuoro. Visita il sito www.giovannimariapiras.com

 

 

"SARDUS PATER" 2008 PER L’IMPEGNO SCIENTIFICO NEL CAMPO DELLA GENETICA

ANTONIO CAO, UN GRANDE DELLA MEDICINA SARDA

Da pediatra-padre per migliaia di bambini a Sardus Pater che ha dato alla scienza internazionale un grande, originale e insieme specifico contributo venuto dalla Sardegna. Antonio Cao è, secondo autorevoli colleghi, uno dei tre veri "grandi" espressi dalla medicina sarda, per attività sul campo e insieme di ricerca a livello internazionale. Gli altri due sono il neurofarmacologo Gianluigi Gessa, che è stato a un pelo dal premio Nobel, e Sergio Muntoni, indimenticato primario di medicina ma anche e ancora ricercatore con studi d’avanguardia sul territorio per la prevenzione delle malattie cardiovascolari: il Cnr e istituzioni straniere hanno appoggiato e valorizzato il suo lavoro. Ce n’era un terzo, Bernardo Loddo, già affermato come protagonista della moderna chemioterapia antivirale quando è tragicamente scomparso in un incidente stradale. Il premio ad Antonio Cao va a una figura indiscussa da decenni: ha davvero onorato la nostra terra. Che lo ricambia con l’onorificenza regionale "Sardus Pater", assegnata «a cittadini italiani e stranieri che si siano distinti per particolari meriti di valore culturale, sociale o morale e abbiano dato lustro alla Sardegna». Nel suo campo, Antonio Cao, che è anche neurogenetista e neurofarmacologo, uguaglia i meriti del professore Giovanni Lilliu, al quale il premio è stato assegnato per la prima volta nel 2007. Professore ordinario di Clinica pediatrica dell’Università di Cagliari e presidente del Comitato etico dell’ospedale Brotzu, Antonio Cao – secondo la motivazione, "si è particolarmente distinto per l’impegno scientifico nel campo della genetica e dell’ematologia clinica e molecolare, contribuendo in maniera determinante a debellare la piaga della talassemia e a migliorare significativamente la condizione di vita dei pazienti oltreché per il suo impegno di Maestro della ricerca scientifica in Sardegna". L’onorificenza consiste in una pergamena riportante la motivazione del riconoscimento e in una medaglia d’oro appositamente coniata dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. La moneta &egr
ave; stata realizzata in duplice copia, di cui una destinata alla conservazione nel medagliere della Regione.

BREVE PROFILO DI ANTONIO CAO

Antonio Cao ha contribuito in maniera determinante a debellare la piaga della talassemia e a migliorare significativamente la condizione di vita dei pazienti. Il Professor Cao è nato a Cagliari il 4 maggio 1929. Laureato in Medicina nel 1954, l’anno seguente ha preso la specializzazione in Clinica pediatrica. Dal 1973 è titolare della cattedra di Clinica pediatrica all’Università di Cagliari. Nell’ateneo cagliaritano, dal 1974 al 1999 ha diretto l’Istituto di Clinica e Biologia dell’età evolutiva mentre, dal 1998 al 2004, ha ricoperto l’incarico di direttore della Scuola di specializzazione in Pediatria (di cui è Professore Emerito). Nello stesso periodo è stato membro del Comitato scientifico della Fondazione Fibrosi cistica. Condirettore della rivista Prospettive in Pediatria, dal 2006 è membro del Comitato scientifico Fase1 (Sardegna Ricerche) e Presidente del Comitato etico dell’ospedale Brotzu di Cagliari. Tra i riconoscimenti e le onorificenze assegnati al Professor Cao: 1993 Allan Award, American Society of Human Genetics; 1994 Fellow of the American Association for the Advancement of Science; 1995 First International Award "Maria Vilma e Bianca Querci";2000 Marta Philipson Award. Ricordiamo alcuni dei principali risultati scientifici conseguiti dal professor Cao e dal gruppo di ricerca da lui diretto: caratterizzazione molecolare di α, β e @-talassemie nella popolazione sarda, italiana, turca, portoghese, greca e corsa con identificazione di difetti e combinazione di difetti che hanno consentito di far progredire le conoscenze sulla patologia molecolare delle globine; definizione originale di diverse metodologie di diagnosi prenatale di β talassemia da quelle fondate sull’analisi del sangue fetale e quelle basate su analisi mutazionale; caratterizzazione molecolare di numerose malattie monogeniche nella popolazione sarda, tra cui la malattia di Wilson e la poliendocrinopatia autoimmune tipo I; precisazione del ruolo dei geni DR e DQ nella determinazione del diabete mellito insulino-dipendente; studio di linkage e di associazione tra numerosi tratti (antropometrici, ematologici, cardiologici, della pressione) in una vasta popolazione di soggetti sardi di due generazioni, utilizzando le piattaforme di 10.000 e 500.000 SNP mappanti sul genoma.

LA  GIUNTA REGIONALE HA APPROVATO IL NUOVO INDIRIZZO DELLA POLITICA LINGUISTICA

NUOVA LEGGE (E UNA WEB TV) PER LA LINGUA SARDA

Lingua sarda, adesso si fa sul serio. Non solo tutela e valorizzazione del linguaggio ma ecco i primi importanti passi per aiutarne la diffusione e l’uso, anche con l’aiuto dei nuovi media, il tutto in una cornice di rispetto per il multilinguismo. La Giunta regionale infatti, ha approvato una proposta normativa, che riscrive regole e metodi della politica linguistica a undici anni dall’approvazione della vecchia legge 26 su cultura e lingua sarda. L’esecutivo ha dato il via libera a una tv web in lingua sarda e sostegno a programmi radiofonici che dovrebbero indirizzare verso la riscoperta della lingua regionale incentivando anche l’uso. Novità principali della nuova proposta di legge, che arriva dopo quelle recenti del Friuli e della Provincia autonoma di Trento – alle quali la sarda si ispira – sono l’insegnamento del sardo, la segnaletica bilingue, la certificazione linguistica e la ricerca di un nuovo status sociale per la lingua dell’isola. Identica tutela viene riconosciuta, nei territori di competenza, alle varietà cosiddette "alloglotte" ovvero il catalano di Alghero, il Sassarese, il Ligure dell’isola di San Pietro e il Gallurese. Hanno una tutela particolare nella legge anche le parlate venete di Arborea, istriane di Fertilia e quelle Rom e Sinti parlate dalle popolazioni nomadi. Il disegno di legge, presentato dal Presidente Soru in concerto con l’assessore alla Pubblica Istruzione Maria Antonietta Mongiu, guardando all’Europa intende attuare così i principi della legge statale quadro 482 del 1999. La legge tutelerà tutte le varietà locali e conferma la scelta delle norme di riferimento sperimentali (la cosiddetta Limba sarda comuna) solo per gli atti regionali "in uscita". Gli altri enti non sono obbligati a seguirle, ma volendo le possono usare liberamente. La Ricerca sociolinguistica presentata l’anno scorso a Paulilatino ha messo in evidenza che la lingua sarda è conosciuta e parlata da circa il 70% della popolazione, ma poco usata negli spazi pubblici e formali. Secondo alcune stime, solo circa il 13% dei bambini è madrelingua (soprattutto nella zona centrorientale dell’isola) e questo fatto costituisce la preoccupazione massima per una quanto mai prossima estinzione della lingua propria dell’isola con sostituzione a favore dell’italiano regionale.

GIORGIO ASPRONI E LE INONDAZIONI DEL TEVERE

SUL FIUME, SCRITTE 14 LETTERE

Il deputato sardo Giorgio Asproni (Bitti, 1808- Roma, 1876), nella sua lunga permanenza prima nel Parlamento subalpino poi in quello del Regno d’Italia, non si curò solo di prospettare soluzioni per i problemi – storici e contingenti – della Sardegna ma fu anche attivissimo indagatore delle questioni locali e nazionali allo scopo di indicare i modi migliori per correggere storture e deviazioni e suggerire miglioramenti nei vari campi dell’azione politica e amministrativa. Sarebbe interessante oggi leggere il volumetto con le ultime sue  corrispondenze  per "Il Pungolo" di Napoli, che ebbero per argomento le inondazioni del Tevere (era ancora vivo il ricordo delle devastanti inondazioni del dicembre 1870; nel 1875 lo stesso Giuseppe  Garibaldi aveva   presentato i suoi grandi progetti per la deviazione del Tevere e per la bonifica dell’Agro Pontino). Le quattordici lettere scritte da Asproni sul fiume romano furono raccolte in volume dopo la sua morte  (avvenuta a Roma il 30 aprile 1876) per i tipi della Tipografia A. Trani di Napoli. Questa lettura certo sarebbe interessante ma potrebbe avvenire solo con qualche difficoltà: l’unica copia reperibile dell’opera, secondo quanto risulta&nb
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nel catalogo on line dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico (ICCU), è presso la Biblioteca provinciale "Scipione e Giulio Capone" di Avellino. Mi auguro che, dopo questa segnalazione, copia di questa pubblicazione possa essere prossimamente consultata anche nelle biblioteche sarde, almeno quelle più importanti. Dopo le inondazioni di fine 1870, nel gennaio 1871, per decreto del ministro dei Lavori Pubblici fu costituita una commissione di ingegneri idraulici incaricata  "di esaminare sul luogo le condizioni del fiume Tevere e dei suoi principali confluenti; di studiare quali cause accidentali o permanenti determinino i disalveamenti del fiume in Roma; e finalmente di proporre come si possano rimuovere, indicando i provvedimenti immediati e quelle opere d’arte che valgano a migliorare il sistema del fiume". Nel "Diario politico" (1855-1876) Asproni, stando a Napoli, nel mese di febbraio 1876 fa cenni quotidiani ai suoi scritti sul Tevere. "Ho cominciato il lavoro sulle inondazioni del Tevere e sui rimedi. È lavoro che costa molta fatica" (5 febbraio). "‘Il Pungolo’ di oggi ha pubblicato la mia prima corrispondenza sul Tevere. Continueremo" (12 febbraio). "Ho finito l’ultima corrispondenza sul Tevere, e sono quattordici. Pare che siano lette con piacere e giudicate con favore" (23 febbraio). Una testimonianza autografa di Asproni ci dice del suo rigore metodologico. In una lettera a Giovanni Spano, datata  Napoli 31 gennaio 1876 (è pubblicata nel volume, stampato a Pavia e curato da me e da Gesuino Piga, che raccoglie gli atti di un convegno pavese su Asproni del giugno 2008), scrive: "Pubblicherò tra breve una serie di lettere sul Tevere. Su cui fecero tanti progetti di sistemazione senza esaminare prima tutto quello che fu discusso, e operato sotto la Repubblica, sotto l’Impero Romano, e sotto i Papi. Siamo al Regno delle Consorterie, e della corruzione più svergognata". Queste aspre parole asproniane, in questi giorni, sono purtroppo tornate tragicamente di attualità e ci obbligano a commentare amaramente: "Niente di nuovo sotto il sole di Roma. Il Tevere è sempre sulla cresta dell’onda". In negativo, però. P.S. Le considerazioni qui esposte sono parte di una relazione da me svolta nell’ambito di una tavola rotonda su Asproni organizzata dal Circolo "Sarda Tellus" di Genova, presieduto dal cav. Virgilio Mazzei, e tenuta presso la sede del Circolo nel pomeriggio del 13 dicembre. Gli altri interventi sono stati  sviluppati da Tito Orrù (dell’Università di Cagliari, presidente del Comitato sardo per il Risorgimento), da Francesca Corte Enna (vicepresidente della Fondazione Biancheri di Ventimiglia) e da Gesuino Piga (presidente del Circolo culturale sardo "Logudoro" di Pavia).

Paolo Pulina

 

LA SCOMPARSA DI UNA FIGURA STORICA DEL PUGILATO ISOLANO

IN RICORDO DI FORTUNATO MANCA

La scomparsa di Fortunato Manca probabilmente non significherà nulla per moltissimi sardi indaffarati a comprare le poche strenne che questa incerta economia quest’anno ci impone. Ma per quelli come me, che negli anni Sessanta erano degli studentelli delle scuole medie, il suo nome rappresentava il pugilato sardo al massimo splendore, quello che tutta l’Italia ci invidiava, con lo stadio Amsicora di Cagliari teatro di indimenticabili incontri, col pubblico che lo gremiva in ogni ordine di posti sempre in delirio per i suoi idoli che esaltavano la "nobile arte" sarda. Cosa è rimasto oggi di quei successi, di quelle tradizioni, di quei pugili che diedero lustro alla Sardegna? Nulla, assolutamente nulla. Il pugilato era il classico sport i cui attori principali erano dei ragazzi poveri, con mezzi limitatissimi, senza arte né parte; la frequentazione della palestra pugilistica fin da ragazzi rappresentava per loro l’unica speranza di un avvenire dignitoso. Ore e ore giornaliere a sudare, faticare, soffrire, sotto la guida dei propri allenatori: privazioni, sacrifici e diciamo pure senso della dignità personale. Cose impensabili per i giovani d’oggi, alle prese con ben altre preoccupazioni, per esempio avere in mano l’ultimo grido in fatto di cellulari o frequentare le assordanti discoteche. A pensarci, la Sardegna era veramente una floridissima regione in fatto di talenti pugilistici: nelle riunioni in notturna allo stadio cagliaritano i nomi fissi erano Salvatore Boi, Gianni Zuddas, Piero Rollo, talvolta Salvatore Burruni (il migliore, che fu anche campione del mondo). E naturalmente lui, Fortunato Manca. Noi ragazzini lo chiamavamo semplicemente "fortunato di Monserrato", perché era forse il più simpatico, il più umano, quello più alla mano, allorché incontrandolo per strada si fermava a chiacchierare anche senza conoscerti. Rappresentava il classico pugile venuto dal nulla, che a costo di lunghissimi anni di preparazione era arrivato a conquistare l’eccellenza nazionale e poi europea. Diciamolo subito: non aveva una eccelsa classe pugilistica, anzi per dirla tutta non aveva classe alcuna. Fra noi dicevamo che combatteva alla "carrettonera", d’istinto, con una foga e una continuità d’azione che travolgevano l’avversario. Era il classico pugile delle periferie urbane e il suo modo di interpretare la boxe mandava in visibilio gli sportivi. A lui non si richiedeva una tecnica particolare, una sottigliezza nel colpire l’avversario, un bagaglio stilistico: il suo modo d’intendere l’incontro era quello di aggredire il suo antagonista con una martellante e continua gragnola di pugni. Normalmente i suoi incontri duravano pochissime riprese: il malcapitato avversario si arrendeva quasi subito, tra il tripudio e l’entusiasmo degli spettatori. Tanto "violento" nel ring e altrettanto tranquillo nella vita privata o quando lo vedevi passeggiare e sorridere tranquillamente per le vie. Di lui ho sempre vivo nella memoria forse il suo incontro più particolare ed eccelso, che per noi sardi rivestì un’importanza straordinaria: quello contro Duilio Loi per il titolo europeo. Noi provavamo per Loi un rapporto di odio-amore. Lo ammiravamo per la sua classe inimitabile e artistica, ed è stato indubbiamente uno dei più grandi pugili che l’Italia abbia mai avuto. Suo padre era sardo e viveva a Trieste, prima di trasferirsi per la sua attività di pugile a Milano. Noi sardi non gli perdonammo mai di aver rinnegato le sue origini, e in ogni occasione egli non fece mai riferimento alla Sardegna, terra che in qualche misura gli apparteneva.  L’incontro che ebbe luogo allo stadio Amsicora aveva anche un
significato che esulava dal puro fatto sportivo: un sardo autentico e verace che affrontava il "campionissimo" di fama mondiale che portava un cognome sardo ma che si sentiva estraneo in Sardegna. Devo ammetterlo: assistetti all’incontro dopo aver saltato con alcuni compagni di classe il muro di cinta dello stadio. Le forze dell’ordine allora erano molto comprensive. Forse capivano che a quattordici anni proprio non si avevano i soldi per il biglietto; ma di sicuro allora noi non creavamo loro i problemi che viceversa i militi devono affrontare oggi. L’incontro fu altamente spettacolare e drammatico. Come suo solito Fortunato Manca si buttò immediatamente nella mischia fin dalle prime riprese. Tutti gli spettatori assistettero al grande Duilio Loi nettamente in difficoltà di fronte allo scatenato monserratino. Forse Fortunato Manca non seppe cogliere appieno il momento favorevole, gli mancò la stoccata definitiva. Fu imbrigliato dalla maggiore esperienza e classe dell’avversario ed alla fine perse in modo onorevolissimo dopo quindici interminabili riprese. Passati tanti anni, spinto dalla curiosità, andai a trovare Fortunato presso la scuola dove prestava servizio. Si era ormai ritirato da tempo: gli chiesi cosa ricordava della sua carriera. Con una stupefacente naturalezza, modestia e ironia mi descrisse quel periodo come insostituibile veicolo della conquista dell’indipendenza economica e soprattutto l’orgoglio di aver rappresentato la Sardegna ai massimi livelli. Ignoro se ancora a Cagliari e nel circondario esistano palestre pugilistiche a tempo pieno. Ma se ancora qualcuna fosse rimasta, ho quasi la certezza che sia assente la materia prima, ovvero i giovani che sentano la necessità di frequentarla per un futuro agonistico: nessun Fortunato Manca è quindi all’orizzonte. Un altro glorioso ed importante pezzo di Sardegna che non esiste più, vinto da un cambiamento di costumi solo in teoria e apparenza migliore del precedente. Anzi, se devo dirla tutta, in repentino regresso.

Mario Sconamila

 

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