Manifestazione dei sardi di Milano contro lo sfratto del "Cscs"

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Quattro mori, una bandiera che pare comparire ogni volta che in un luogo aperto al pubblico si riuniscono più di dieci persone. Concerti, spettacoli, manifestazioni di piazza, anche partite di campionati stranieri: il vessillo della Sardegna sembra esserci sempre, o quasi, a rivendicare l’orgoglio di un’appartenenza in ogni angolo del mondo. E c’erano, a Milano, a due passi dalla Scala, sotto le finestre del sindaco Letizia Moratti. Una protesta di sardi a due passi dalla Madonnina. Quattro Mori a presidio di palazzo Marino contro lo sfratto del Circolo culturale dalla sede in Galleria Vittorio Emanuele. Erano tanti gli iscritti all’associazione che con le bandiere della Sardegna hanno presidiato piazza della Scala. Una manifestazione per dire no al foglio di via sottoscritto dall’amministrazione milanese per liberare uno spazio per il quale gli emigrati pagavano fior quattrini di affitto. E per attirare l’attenzione a bandiera non basta, c’è voluto anche l’aiuto di una armonica e melodie tradizionali dell’Isola per chiedere al sindaco, Letizia Moratti, la revoca dello sfratto dai locali che si affacciano su piazza Duomo, salotto lombardo che a lungo ha goduto di un’influenza da oltretirreno. "Sant’Ambroeus facci la grazia, che Moratti non sia per noi una disgrazia", recitava una frase ben lontana dalla Limba scritta su uno degli striscioni affissi dai manifestanti. E ancora: "Coi tagli ci han preso la mano, via i sardi da Milano", e "Non vogliamo lo sfratto, vogliamo un nuovo contratto".  Sardegna chiama Moratti, quindi. E lo fa usando una lingua che non le appartiene, che forse parlano i figli degli emigrati di prima generazione, per farsi capire. Tanto da arrivare a intonare un "O mia bela Madunina" con il testo modificato, alla quale si chiede "Diglielo tu alla tua Moratti, che non ci deve sfrattare". Il Centro Sociale Culturale Sardo di Milano ha ricevuto lo sfratto dalla sede storica di Via Ugo Foscolo senza alcun’altra proposta di sede alternativa. «Chiediamo al sindaco Moratti e a tutto il Consiglio Comunale», recita un comunicato, «che venga revocato e che si apra subito una trattativa per trovare una soluzione. Il CSCS non è un corpo separato, ma una importante istituzione culturale della città di Milano.  Il Centro paga un affitto di 80mila euro annui al Comune di Milano, ma dal 1980 ad oggi ne ha spesi oltre 90mila per la ristrutturazione e la manutenzione. Oggi, si legge in una nota polemica, «paghiamo un affitto di 396 euro a mq. l’hotel a 5 stelle in Galleria ne paga la metà».

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