L'ISTAT disegna l'Italia

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Da 130 anni l’Annuario statistico italiano, la più importante fra le pubblicazioni a carattere generale dell’Istat, offre un ritratto sintetico e aggiornato del Paese, a testimonianza dell’ampiezza del patrimonio della statistica pubblica. Schede metodologiche sulle singole fonti statistiche, glossario, bibliografia e indice analitico sono gli strumenti offerti per rispondere al meglio alle esigenze informative e di approfondimento degli utilizzatori. I dati pubblicati nei 26 capitoli, generalmente riferiti al 2007 e disaggregati a livello regionale, sono accompagnati da un confronto sintetico con i quattro anni precedenti. Per rendere più facile la consultazione del volume composto da circa 800 pagine, ciascun capitolo è preceduto da commenti a carattere esplicativo che ne agevolano la comprensione anche a un pubblico di "non specialisti".

 

Ambiente e territorio

Clima
La temperatura media annua del 2007 si è attestata su 14,8° C, con un aumento rispetto ai valori climatici 1961-1990 di circa 1,3° C. Il 2007 è stato un anno poco piovoso: in media si sono registrati 70
giorni di precipitazioni, 8 in meno rispetto alla media climatica 1961- 1990, con una frequenza media mensile più alta a marzo (nove giorni) e più bassa a luglio (un giorno). Il numero massimo di giorni consecutivi senza pioggia è stato mediamente di 54 giorni e si registra una graduale intensificazione dei periodi non piovosi man mano che si procede dalle stazioni metereologiche del Nord a quelle del Sud: in Sicilia e Sardegna si concentra la maggiore siccità.

 

Incendi forestali

Nel 2006 si contano 5.641 incendi forestali, il 30% in meno rispetto al 2005, che hanno interessato circa 15,4 mila ettari di superficie forestale, pari allo 0,2% della superfiche forestale del nostro paese. Nella mappa territoriale, quasi due terzi degli incendi si sono concentrati nel Mezzogiorno, seguono il Nord con il 20% degli incendi e il Centro con il 15,4%. Calabria e Sicilia sono comunque le regioni più colpite dal fuoco (oltre 900 roghi).

 

Rifiuti
Nel 2006 la raccolta totale dei rifiuti urbani raggiunge i 32,5 milioni di tonnellate, pari a 551,8 chilogrammi per abitante (540,5 nel 2005). La percentuale di raccolta differenziata si attesta al 25,8% dei rifiuti urbani (24,3% nel 2005), raggiunge il 39,9% nelle regioni del Nord Italia, si attesta al 20% nel Centro mentre scende al 10,2% nelle regioni del Mezzogiorno.

 

Controlli ambientali e valutazioni delle famiglie

Nel 2007 ammontano a 6.953 i controlli effettuati dal Comando carabinieri per la tutela dell’ambiente; nel 37% dei casi si è riscontrata una situazione non conforme alla normativa vigente. Il valore delle contravvenzioni comminate ai trasgressori di leggi ambientali è pari a 14 milioni di euro, quello dei sequestri, concentrati soprattutto nel settore dell’inquinamento del suolo, raggiunge i 342 milioni di euro. Nel 2008 i problemi maggiormente sentiti dalle famiglie nella zona in cui abitano sono il traffico (45,6%), l’inquinamento dell’aria (41,4%) la difficoltà di parcheggio (39,3%), il rischio criminalità (36,8%), il rumore (36,0%), il non fidarsi a bere acqua dal rubinetto (32,8%), la sporcizia nelle strade e la difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici (entrambe 29,4%). Traffico, sporcizia nelle strade, rischio criminalità e difficoltà di parcheggio sono problemi sentiti come particolarmente rilevanti nelle regioni del Centro e del Sud mentre al Nord il 45,5% delle famiglie dichiara la presenza di problemi legati all’inquinamento dell’aria.

 

Popolazione
Alla fine del 2007 i residenti in Italia sono 59.619.290, circa 488.000 in più rispetto all’anno precedente. Tale incremento si deve al saldo attivo del movimento migratorio (+494.871 unità) che neutralizza l’effetto negativo del saldo naturale (-6.868 unità) sul quale ha influito l’aumento della mortalità nel Mezzogiorno. Al 1° gennaio 2008 gli stranieri residenti sono 3.432.651 con un incremento di 493.729 unità rispetto all’anno precedente; attualmente gli stranieri iscritti in anagrafe rappresentano il 5,8% della popolazione totale, un valore che conferma il trend crescente degli anni precedenti. Guardando la cittadinanza della popolazione straniera, i flussi provenienti dall’Unione europea (27,2%) tolgono il primato all’area dell’Europa centro-orientale (24,4%) a seguito dell’ingresso nell’Unione di Polonia e Romania, i paesi a più alta componente migratoria. La fecondità delle donne residenti in Italia nel 2007 è salita a 1,37 figli per donna (da 1,35 nel 2006), si tratta del livello più alto registrato negli ultimi anni. All’interno dell’Unione Europea, ma per il confronto internazionale i dati si fermano al 2006, e fatta eccezione per la Germania (1,34 figli per donna), solo alcuni paesi dell’Europa dell’Est hanno livelli di fecondità più bassi (in particolare la Slovacchia con 1,24 e la Polonia con 1,27). In lieve ripresa i matrimoni dopo il calo osservato fino allo scorso anno, che salgono dai 245.992 del 2006 ai 250.041 del 2007, mentre il tasso di nuzialità rimane costante al 4,2 per mille. Il matrimonio religioso rimane ancora la scelta più diffusa (65%), anche se sono in continuo aumento i matrimoni celebrati con rito civile. E’ soprattutto nelle regioni meridionali a prevalere un modello di tipo tradizionale e la percentuale dei matrimoni celebrati con rito religioso è del 79,2% (contro il 53,5% del Nord e il 59,3% del Centro). Prosegue il processo di invecchiamento della popolazione: ormai un italiano su cinque è ultrassessantacinquenne e anche i "grandi vecchi" (dagli ottanta anni in su) rappresentano il 5,3% della popolazione italiana. Al 1° gennaio 2008 l’indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione con più di 65 anni e quella con meno di 15) registra un ulteriore incremento, raggiungendo un valore pari al 142,6%. Considerando i dati a livello internazionale, che però si fermano al 1° gennaio 2006, il nostro paese, con un indice pari a 139,9%, è quello maggiormente investito dal fenomeno dell’invecchiamento. Gli altri paesi dell’Unione europea in cui la popolazione ha una struttura per età particolarmente "vecchia" sono Germania, Grecia e Bulgaria.

 

Sanità e salute

Nel 2006 sono circa 46.000 i medici di base presenti sul territorio nazionale, valore sostanzialmente stabile negli ultimi anni e che equivale a 8 medici ogni 10.000 abitanti. Per quanto riguarda i medici pediatri se ne contano circa 7.500, ovvero 9 ogni 10.000 bambini fino a 14 anni. Gli ambulatori e i laboratori pubblici e privati convenzionati sono circa 17 ogni 100.000 abitanti nel 2006, in leggera riduzione negli ultimi tre anni. Rimane stabile l’offerta dei servizi di guardia medica: i medici addetti ammontano a 23 ogni 100.000 abitanti. L’assistenza domiciliare integrata è sempre più importante in una società come quella italiana, caratterizzata da un evidente processo di invecchiamento. Su 180 Asl sono 173 quelle che offrono questo servizio nel 2006. Aumentano anche i pazienti assistiti al proprio domicilio: da circa 396.000 nel 2005 a 414.000 nel 2006; gli ultrasessantacinquenni ne rappresentano una quota rilevante (l’84,8% del totale). Prosegue il processo di razionalizzazione delle risorse e delle attività nel sistema ospedaliero italiano. Nel 2004 i posti letto ordinari sono 4,0 ogni mille abitanti (4,6 nel 2000). Alla diminuzione dell’offerta di posti letto corrisponde un’ulteriore riduzione delle degenze in regime ordinario (che scendono a 8,3 milioni nel 2004 dai circa 9,4 milioni del 2000), mentre aumenta il ricorso al day hospital: la dotazione di posti letto per questo servizio passa da 27.507 nel 2000 a quasi 32.000 nel 2004 (14% circa del totale dei posti letto ordinari).
Nel 2007 il 73,3% della popolazione residente in Italia valuta buono il proprio stato di salute, con differenze di genere a svantaggio delle donne (70,2% contro 76,6% degli uomini). La presenza di patologie croniche costituisce un importante indicatore per comprendere lo stato di salute della popolazione. Il 39,2% dei residenti in Italia dichiara di essere affetto da almeno una delle principali patologie croniche, quelle maggiormente riferite sono l’artrosi/artrite (17,9%), l’ipertensione (15,8%), le malattie allergiche (10,6%) e l’osteoporosi (7,3%).

 

Assistenza e previdenza sociale

A fine 2005 i presidi residenziali (ovvero le strutture che forniscono assistenza a bambini in condizioni di disagio, anziani, disabili, indigenti) sono 8.871, per un offerta complessiva di 338.750 posti letto e una media di 38,2 posti per presidio. Il numero delle persone ospitate è pari a 298.251, in aumento rispetto al 2004 (+2,0%). Il 77% degli ospiti ha più di 65 anni, il 17% ha un’età compresa fra i 18 e i 64 anni e il 6% è costituito da minori. Nel 2006 sono state erogate 23,5 milioni di pensioni, per un ammontare di 223.629 milioni di euro; la spesa pensionistica è pari al 15,16% del Pil (+0,06 punti percentuali rispetto al 2005).
Nel 78,8% dei casi si tratta di pensioni di invalidità, vecchiaia e superstiti (Ivs) che assorbono il 90,2% della spesa totale, il 17,0% è di tipo assistenziale mentre il 4,2% è rappresentato da pensioni indennitarie. Rispetto al 2005 le prestazioni pensionistiche Ivs risultano in crescita sia nel numero (+0,7%) sia nella spesa (+4,0%), così come quelle assistenziali (+4,2% e +6,5%) mentre le pensioni indennitarie hanno registrato una contrazione nel numero (-4,0%) e nella spesa (-0,5%).

 

Giustizia civile

Nel 2006 il numero dei protesti, pari a 1.494.541, si riduce del 5,2% rispetto all’anno precedente. Il valore complessivo dei titoli protestati ammonta a 3.916 milioni di euro, con un importo medio di circa 2.620 euro. Sono 10.192 i fallimenti dichiarati nel corso del 2006 con una diminuzione del 16,1% rispetto al 2005 e un forte addensamento fra le società (91,6% del totale.). In calo il numero dei ricorsi presentati nel 2006 (-6,7%); di questi il 61,7% è rappresentato dai ricorsi relativi all’attività della pubblica amministrazione. Nel 2006 sono stati concessi 49.534 divorzi (+5,3% rispetto al 2005) e 80.407 separazioni (-2,3%). I figli minori coinvolti sono stati affidati alla madre nel 58,3% dei casi di separazione e per il 67,1% dei divorzi.

 

Giustizia penale

Nel 2006 sono 3.129.994 i procedimenti pendenti presso i tribunali ordinari (erano 3.178.367 alla fine del 2005), 18.795 quelli pendenti presso i tribunali per i minorenni (contro i 18.380 dell’anno precedente). Nel 2006 i delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria sono 2.771.490, con un aumento del 7,5% rispetto al 2005. Tra le tipologie di delitti gli omicidi volontari crescono del 3,3% rispetto al 2005, le rapine del 9,4%, i furti del 5,4%, le truffe e le frodi informatiche del 20,5% e le violenze sessuali del 12,3%. I condannati per delitto (uomini nell’85,6% dei casi) sono 198.263 (-10,4% rispetto all’anno precedente); di questi il 59,2% aveva già precedenti penali. Per il 67,0% dei condannati la sentenza ha previsto la pena della reclusione mentre al rimanente 33,0% è stata comminata una multa. I minorenni condannati costituiscono l’1,4% del totale. In aumento i suicidi, pari a 3.061 nel 2006 (erano 2.892 nel 2005), nel 76,9% dei casi si tratta di maschi; anche per quanto riguarda i tentativi di suicidio la componente maschile registra una leggera prevalenza (53,4%) confermando la tendenza degli anni più recenti.

 

Istruzione

Sono 8.938.005 gli studenti iscritti all’anno scolastico 2006/2007, 28.898 in più rispetto a quello precedente, a conferma del trend positivo avviato nel biennio 2000/2001. Il tasso di scolarità si attesta ormai da qualche anno intorno al cento per cento per la scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, mentre è in continuo aumento quello della secondaria di secondo grado, passato dall’89,8% del 2001/2002 al 92,5% del 2006/2007. L’aumento della scolarizzazione ha prodotto, nel corso degli anni, un costante innalzamento del livello di istruzione della popolazione italiana; la quota di persone con qualifica o diploma di scuola secondaria superiore si attesta al 32,4%, mentre il 10,2% possiede un titolo di studio universitario. I giovani iscritti per la prima volta all’università nell’anno accademico 2006/2007 sono poco più di 308.000, circa 16.000 in meno rispetto all’anno precedente (-5,0%), confermando una fase di flessione delle immatricolazioni rilevata a partire dal 2004/2005; in controtendenza le immatricolazioni ai corsi triennali dei gruppi chimico-farmaceutico (+5,2%) e ingegneria (+4,7%). Nel complesso la popolazione universitaria è composta da 1.809.186 studenti, con una mobilità territoriale piuttosto elevata: uno studente su cinque studia in una regione diversa da quella di residenza. La partecipazione agli studi universitari risulta particolarmente elevata in Molis
e, Abruzzo, Basilicata e Lazio, regioni in cui per 100 residenti di 19-25 anni, più di uno su due è iscritto a un corso accademico, spesso fuori sede. Le donne sono più propense degli uomini a proseguire gli studi oltre la scuola secondaria (le diplomate che si iscrivono a un corso universitario sono circa 71 su 100, i diplomati circa 61), ma anche a portare a termine il percorso accademico (le laureate sono circa 24 ogni 100 venticinquenni contro i 17 laureati ogni 100 maschi della stessa età). Le migliori opportunità lavorative si presentano ai laureati provenienti dai corsi lunghi dei gruppi ingegneria (81,3% svolge un lavoro continuativo iniziato dopo il conseguimento della laurea), chimico-farmaceutico (73,7%) ed economico-statistico (65,7%). Le laureate nei corsi lunghi incontrano più difficoltà dei loro colleghi maschi nel trovare lavoro; per i laureati triennali, invece, non si rilevano differenze significative tra i due sessi. Al Nord lavorano continuativamente il 66,3% dei laureati nei percorsi lunghi e il 54,9% nei corsi triennali; seguono i laureati del Centro (rispettivamente con il 53,6% e il 45,9%) e quelli del Mezzogiorno (con il 43,4% e il 34,7%).

 

Attività culturali e sociali varie

Oltre 34 milioni e 439.000 persone, hanno visitato, nel 2007, i 400 luoghi di antichità e arte (di cui 197 musei e gallerie e 203 monumenti e aree archeologiche) presenti nel nostro Paese, con una leggera contrazione (-0,1%) rispetto all’anno precedente. Nel 2006 sono stati pubblicati 61.440 libri (+2,8% nel confronto con l’anno precedente), per una tiratura complessiva di oltre 268 milioni di copie. Nel 2008 il 65,2% della popolazione di sei anni e oltre ha fruito di almeno uno spettacolo o intrattenimento fuori casa. Il cinema si conferma in cima alle preferenze: una persona su due (di più di sei anni) è andata almeno una volta a vedere un film in sala. Nella graduatoria seguono le visite a musei e mostre (28,5%), gli spettacoli sportivi (26,8%), la frequentazione di discoteche e balere (22,7%), le visite a siti archeologici e monumenti (21,4%), il teatro (20,7%), gli altri concerti di musica (19,9%) e, all’ultimo posto, i concerti di musica classica che interessano appena il 9,9% della popolazione. Il teatro è l’unica attività fuori casa, fra quelle considerate, in cui la partecipazione femminile è maggiore rispetto a quella maschile (22,5% delle donne contro il 18,7% degli uomini). Guardare la televisione è un’abitudine consolidata per il 94,3% della popolazione di 3 anni e più, mentre il 57,7% ascolta la radio tutti i giorni. Meno diffusa è l’abitudine alla lettura di giornali e libri: legge un quotidiano almeno una volta a settimana il 56,6% delle persone di 6 anni e più (erano il 58,8% l’anno precedente) mentre il 44,0% dedica parte del proprio tempo libero alla lettura di libri. Sempre nel 2008, il 44,9% della popolazione di 3 anni e oltre dichiara di utilizzare il personal computer e il 40,2% si collega ad Internet. L’uso del pc coinvolge soprattutto i giovani e tocca il livello massimo nella fascia di età tra i 15 e i 19 anni (oltre l’80%); con il crescere dell’età diminuisce l’uso e nella fascia 65-74 anni la percentuale scende al 9,1%, raggiungendo l’1,9% per i 75 anni e oltre. A livello territoriale, permane uno squilibrio nell’uso del pc (Nord e Centro rispettivamente 49,5% e 46,9%, Mezzogiorno 37,7%) e di Internet (Nord e Centro rispettivamente 45,0% e 42,9%, Mezzogiorno 32,6%).

 

Lavoro

Nel 2007 gli occupati aumentano di 234.000 unità, arrivando a 23.222.000 (+1% rispetto all’anno precedente). Dalla rilevazione continua sulle forze di lavoro emerge inoltre che il numero delle persone in cerca di occupazione è sceso a 1.506.000, 167.000 in meno rispetto al 2006 (-10%); il tasso di disoccupazione si attesta dunque al 6,1% dal 6,8% del 2006. Sia il numero degli occupati sia quello dei disoccupati appaiono al livello migliore dalla fine del 1992, quando è iniziata la nuova serie della rilevazione. Come nel 2006, anche nel 2007 la componente straniera ha contribuito in maniera rilevante all’aumento della occupazione complessiva: circa i due terzi di tale aumento riguarda i cittadini stranieri (+154.000), di conseguenza la quota di lavoratori stranieri sale dal 5,9% del 2006 al 6,5%. La crescita dell’occupazione coinvolge entrambi i sessi, ma è la componente femminile a far registrare in percentuale la crescita maggiore (+1,3% contro +0,8% dei maschi). Il tasso di occupazione continua a salire, giunge al 58,7% dal 58,4% del 2006, pur restando ben al di sotto del dato medio dell’Ue (65,4%); salgono i tassi di occupazione sia maschile (dal 70,5% al 70,7%) sia femminile (dal 46,3% al 46,6%). Sul piano settoriale, il numero degli occupati scende nell’agricoltura (-5,9%, pari a -58.000 unità), mentre aumenta leggermente nell’industria in senso stretto (+0,4%, pari a +22.000 unità). In crescita, seppure meno rapidamente rispetto al 2006, l’occupazione nel terziario (+1,4%, pari a 215.000 unità), invece nel settore delle costruzioni, dopo sette anni consecutivi di aumento e la battuta di arresto del 2006, si registra di nuovo una dinamica positiva pari a +2,9%. Sotto il profilo territoriale, emerge una crescita nel Centro-nord e una sostanziale stabilità nel Mezzogiorno. Nel Nord gli occupati crescono dell’1% (+118.000 unità) e nel Centro salgono del 2,5% (+116.000 unità).

 

Famiglie e aspetti sociali vari

Nel 2008 la percentuale di persone di 14 anni e più che si dichiarano molto o abbastanza soddisfatte della propria situazione economica scende al 43,7% dal 51,2% del 2007 e dal 64,1% del 2001; la quota più alta di soddisfatti si registra al Nord (51,8%), mentre si attesta al 43,1% nel Centro e si riduce al 33,4% nel Mezzogiorno. Le persone per niente o poco soddisfatte sono invece il 53,7% (33,1% nel 2001); la quota più alta di insoddisfatti si trova al Sud (64,2%), meno rilevante quelle del Nord (45,9%) e del Centro (53,5%). Nello stesso anno l’80,1% della popolazione di 14 anni e più esprime un giudizio positivo sul proprio stato di salute (dato di poco superiore al 2006); il 12,9% è poco soddisfatto, mentre le persone del tutto insoddisfatte sono il 4,4%. Nel Nord il livello di soddisfazione si attesta all’82,8%, nel Mezzogiorno scende al 77,3%. Nel 2008 la percentuale di famiglie che denunciano difficoltà di accesso ai servizi di pubblica utilità costituisce una realtà rilevante. Le situazioni di maggiore difficoltà di accesso continuano a manifestarsi relativamente al pronto soccorso (55,7%), alle forze dell’ordine (40,6%), agli uffici comunali (35,3%), ai supermercati (31,5%) e agli uffici postali (27,9%). Permangono differenze a livello territoriale; infatti, le famiglie meridionali hanno più problemi nell’accesso ai servizi, ma il divario diventa più contenuto nel caso dei negozi di generi alimentari e dei supermercati. Nel 2008 la partecipazione, in termini di impegno, dei cittadini alle attività sociali e di volontariato risulta stabile rispetto al 2007. Nel 2008 il 9,
0 % delle persone di 14 anni e più partecipa alle attività gratuite di volontariato, l’8,8% a riunioni di associazioni culturali, mentre il 15,8% si limita a versare soldi a un’associazione. Il Nord è più impegnato, infatti le attività di volontariato nell’area coinvolgono l’11,9% dei cittadini di 14 e più anni, tale quota scende all’7,8% nel Centro e al 5,8% nel Sud. Sempre nel 2007, rimane sostanzialmente stabile la quota di persone di 3 anni e più che dichiara di praticare uno sport con continuità (21,6%) o saltuariamente (9,7%). La percentuale di sedentari, cioè coloro che non si dedicano a uno sport né a un’attività fisica nel tempo libero, è pari a 40,2%, con le donne più numerose degli uomini (44,9% contro 35,3%). Nel 2007, ben il 73,7% delle famiglie è proprietaria dell’abitazione in cui vive, mentre quelle che pagano un canone d’affitto rappresentano il 17,2% del totale. Tra le famiglie in affitto, la maggior parte vive in abitazioni di proprietà di un privato (70,8%, nel 2006 erano il 70,6%), mentre le famiglie che vivono in case di proprietà di enti pubblici sono il 22,3% contro il 20,5% del 2006. L’equo canone conferma il trend decrescente, le famiglie che hanno questo tipo di contratto passano dal 23,8% del 2006 al 21,8% del 2007, ma diminuiscono anche quelle con un tipo di contratto patti in deroga che passano dal 24,3% del 2006 al 23,5%.

 

Trasporti e telecomunicazioni

Negli ultimi dieci anni la mobilità di passeggeri e merci è cresciuta in misura maggiore di quanto non sia accaduto in passato, favorita dal progresso tecnologico e da nuovi comportamenti sociali. Nel 2007 la quota prevalente del trasporto continua ad indirizzarsi verso il traffico su strada: sono oltre 40 milioni gli autoveicoli circolanti nel 2007, e fra questi si contano più di 35 milioni di autovetture. Non a caso, tra i mezzi di trasporto privato il più utilizzato, nel 2008, è ancora l’automobile, sia per gli occupati, come conducenti, che la usano negli spostamenti per recarsi al lavoro (69,7%) sia per gli studenti, come passeggero (36,3%). Sempre nel 2008 poco meno di un quarto della popolazione di 14 anni e oltre usa i mezzi pubblici urbani, il 16,8% quelli extra-urbani mentre il 29,4% ha preso almeno una volta il treno. Rispetto alla qualità del servizio erogato, in particolare per quel che riguarda la frequenza delle corse, la puntualità e il posto a sedere, gli utenti dei pullman extra-urbani sono più soddisfatti di coloro che utilizzano autobus e treno. La puntualità dei treni è ancora l’aspetto che incontra la percentuale di soddisfazione più bassa fra gli utenti, appena il 42,6%, in diminuzione rispetto al 2007 (44,2%). A fine 2006 si contano 7,4 milioni di abbonati alla telefonia fissa digitale xDSL. Le linee mobili attive sono 81,6 milioni (erano 71,9 milioni all’inizio del 2006) mentre le carte telefoniche prepagate attive ammontano a 73,7 milioni (erano 65,3 milioni ad inizio 2006). Le utenze Internet sono circa 11,6 milioni; la maggiore diffusione si registra nell’Italia nordoccidentale (3,5 milioni) e nel Mezzogiorno (3,2 milioni).

 

Credito e assicurazione

Alla fine del 2007, le attività finanziarie dei residenti italiani risultano pari a 2.338.975 milioni di euro con un incremento di 171.883 milioni rispetto al 2006 (+7,9%). L’ammontare dei depositi bancari ha raggiunto i 749.430 milioni di euro con un aumento di 21.766 milioni, il 2,9% in più sull’anno precedente. Dei 749.430 milioni di depositi bancari il 65,8% appartiene a famiglie e istituzioni sociali e private, il 21,7% a società non finanziarie, il 4,0% ad amministrazioni pubbliche e l’8,6% a società finanziarie. Gli sportelli bancari sono 33.225, pari a 5,5 ogni 10.000 abitanti. La situazione si presenta differenziata a livello territoriale: in Trentino-Alto Adige se ne contano 9,5 ogni 10.000 abitanti (10,5 a Trento e 8,5 a Bolzano), mentre in Calabria appena 2,7. Quanto al settore assicurativo, nel corso del 2006 i risultati delle gestioni danni e vita sono pari rispettivamente a 2.808 milioni e 1.995 milioni di euro. Il risultato dei due conti determina un utile d’esercizio di 5.161 milioni di euro. Il peso dell’attività del settore vita sul totale dei premi raccolti continua ad attestarsi su livelli superiori a quello del ramo danni (rispettivamente, 65,1% e 34,9%). Le uscite per sinistri, in riferimento al portafoglio italiano, sono ammontate nel 2006 a 80.415 milioni, di questi 57.301 milioni hanno interessato l’assicurazione vita e capitalizzazione e 23.114 milioni l’assicurazione contro i danni.

 

Industria

Nel 2007 l’attività industriale registra una crescita dello 0,5% rispetto all’anno precedente (+2,0% nel 2006). I migliori risultati, a livello settoriale, sono quelli delle industrie tessili e dell’abbigliamento (+4,4%) e della fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici (+3,4%), mentre i peggiori si rilevano nelle industrie della concia e delle calzature (-5,8%) e nella fabbricazione di macchine elettriche e apparecchiature elettriche e ottiche (-6%). Di poco in rosso l’energia elettrica e gas (-0,2%). Quanto ai consumi di energia elettrica, nel 2006 sono stati consumati 317.533 milioni di kWh. La produzione lorda nazionale nello stesso anno è pari a 314.090 milioni di kWh; così ripartita: termica tradizionale 262.164,7 milioni (83,5% del totale), idrica 43.424,9 milioni (13,8%), geotermica 5.527,4 milioni (1,7%), eolica 2.970,7 milioni (0,9%), fotovoltaica 2,3 milioni (0,1%). La produzione lorda di energia elettrica degli impianti da fonti rinnovabili, sempre nel 2006, è pari a 52.239,4 milioni di kWh dai 55.087,6 milioni del 2001

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