di Ennio Neri *
La morte venuta dal cielo, con diverse vittime in tre ore di diluvio dopo mesi di siccità. Il nubifragio ha spazzato con la forza di uno tsunami il territorio da Capoterra a Cagliari. Evento eccezionale, 370 millimetri di pioggia cadute in tre ore da Apocalisse. Ma i disastrosi effetti, provocati da un’ondata di piena respinta dalla mareggiata che flagellava la costa, sono anche frutto della mano dell’uomo, del dissesto idrogeologico. La natura ha fatto il suo corso terrificante, conseguenze gravi ci sarebbero comunque state. Ma se non si fosse costruito dove ogni regola imporrebbe di non farlo. Se tante lottizzazioni non fossero state localizzate lungo la sponda del Rio San Girolamo. Se le vie di fuga dell’ondata non fossero state ostruite e l’acqua avesse potuto defluire su terreni liberi, il disastro sarebbe stato contenuto, meno catastrofico e tragico. Gli accertamenti potranno appurare fin dove si può imprecare contro un nubifragio travolgente e quanto si deve invece accusare l’uomo: la natura non si vendica, semplicemente e periodicamente continua il suo corso, a volte di violenza incontenibile. Ma ora è il tempo del dolore e della solidarietà. Per i morti. E 600 famiglie isolate a Poggio dei Pini. La zona di Capoterra porta i segni più evidenti del disastro. Piegata da una frana scatenata dal violento nubifragio che si è abbattuto sul Cagliaritano. Colpiti anche il capoluogo, Monserrato, Assemini, Uta e San Sperate. Danni materiali che ammontano complessivamente a 15 milioni di euro. Avviate le procedure per lo stato di calamità naturale.
* Altra Voce
Saludi a tottus, per i disastri di Capoterra vorrei riportare una testimonianza che se confermata sarebbe
agghiacciante. Ieri mattina siamo andati, un gruppetto improvvisato di compagni ed amici, a dare una mano a San Girolamo per portare via fango e detriti dalle case. C’era tanta gente al lavoro. Parlando con i residenti, ci hanno detto che gli allagamenti a Poggio (a monte) sono iniziati verso le 7 / 7 e mezza del mattino di mercoledì, e che l’onda d’acqua (due metri circa di acqua e fango
che ha trasportato con se detriti di ogni specie – un camper è arrivato sopra il tetto di una casa) è arrivata a San Girolamo, cioè a valle tra le 9 e le 9 e mezza. E che in questo lasso di tempo (due ore) nessuno dalla Prefettura ha avvisato gli abitanti a valle. Se aggiungiamo la notizia che circola secondo la quale dal Lazio avevano proposto sin dal giorno prima l’invio di rinforzi (protezione civile, credo) e che questi sarebbero stati rifiutati dalla prefettura, non c’è da
commentare nulla, ma da verificare e denunciare. Pubblicamente.