di Pietro Porcella
Sono un cittadino americano oltre che italiano, o un sardo-hawaiiano se preferite. Sono soprattutto un sardo! Orgoglioso di esserlo e grato di questo dono della natura (del destino) che mi ha accompagnato e ci accompagna ovunque noi siamo nel mondo e qui in Italia. Volevo RACCONTARVI LA MIA ESPERIENZA, e spiegarvi perché stò con Soru e perchè son contento di esserlo. Vengo da una numerosa famiglia che culturalmente e socialmente ha fatto cose importanti in Sardegna, ma che si è sempre mantenuta umile, direi quasi volutamente povera economicamente. I miei genitori erano due insegnanti scolastici con 7 figli e tutto casa e chiesa. Io però mi sentivo estremamente ricco per i principi morali e la sardità nobile che regnava nelle nostre famiglie. Ero animato da mire diverse. Io ho voluto seguire una mia strada, diversa da quella classica dei miei genitori o dei miei fratelli e sorelle, diversa anche da quella che era diventata la strada obbligata dei miei colleghi insegnanti o giornalisti. A vent’anni mentre mi stavo diplomando all’ISEF ho lasciato la Sardegna, seguendo l’invito dell’ editore Mursia, per andare a Milano col sogno segreto di fare il giornalista sportivo in giro per il mondo. HO POSTO L’ASTICELLA UN PO’ PIU’ IN ALTO E HO PROVATO A SALTARLA. CI SONO RIUSCITO e sono andato avanti senza curarmi di chi cercava di frenarmi o di combattermi. Ho diretto riviste, collaborato con tante testate ed editori internazionali, ho fatto lo speaker nelle gare di Coppa del mondo ho seguito due olimpiadi. Per venti anni ha girato il mondo quasi non stop in lungo e in largo con e senza windsurf, nei cosiddetti paradisi delle vacanze. E spesso, con tristezza li vedevo trasformati da un anno all’altro, E ogni volta mi dicevo, ma da noi in Sardegna non è più bello? Speriamo da noi non succeda questa trasformazione del paesaggio. Per trent’anni sono rientrato a spizzichi in Sardegna e solo in questi ultimi 2-3 anni ho sentito il vento del cambiamento come mai era avvenuto prima. Al raggiungimento dei miei obiettivi mi ha aiutato e mi aiuta tantissimo, quell’equilibrio spirituale che si raggiunge dal fatto di avere l’animo sardo. Nel 2000, mi sono trasferito con la famiglia a Maui nelle Hawaii, un’isola ai nostri antipodi che già ben conoscevo. Un’isola che in trent’anni si è trasformata. Passando dal commercio delle canne da zucchero alla ‘ricchezza’ portata da un turismo praticato 12 mesi all’anno, sfruttando le loro bellezze naturali. Da tempo penso che anche noi possiamo e dobbiamo seguire questa politica. Non costruendo i palazzoni sulle spiagge, ma sfruttando le zone interne, ancora più intriganti, ancora più caratteristiche. Dove il forestiero, può entrare nel tessuto della nostra società della nostra cucina, dei nostri modi di essere. Quando nel 2003 ho sentito che Soru voleva entrare in politica e candidarsi alle Regionali, ho avuto uno scatto di entusiasmo. Finalmente un tecnico con il cuore per la Sardegna. Poi à arrivata la legge salvacoste e lì ho esultato. Da sardo cittadino del mondo mi son sentito protetto, Questo ‘fermo biologico’ del cemento sulle nostre coste è un stato un gesto di rara lungimiranza che anche chi scalpita adesso capirà e beneficerà tra 10-15 anni. PIU GIRO IL MONDO E PIU’ AMO LA SARDEGNA E PIU’ LA SENTO LA MIA TERRA. IL MIO MASTER L’HO FATTO, GIRANDO IL MONDO COME SPEAKER E GIORNALISTA, ADESSO VORREI FARE IL BACK…… NEGLI ULTIMI 5 ANNI INSEGNANDO, COME SUPPLENTE, NELLA SCUOLA PUBBLICA AMERICANA TUTTE LE MATERIE, DALLE ELEMENTARI AL LICEO, ho capito ancora una volta la differenza, a nostro favore, tra quello che idolatriamo (il mito americano) e ciò che abbiamo in casa. Tre anni fa ho fatto rientrare mia moglie con le nostre due figlie in Sardegna. Volevo che assorbissero le radici della nostra cultura, il nostro modo di intendere la famiglia, l’amicizia. Ma anche io vorrei tornare in pianta stabile in Sardegna, non solo per stare più spesso con mia moglie e le mie figlie, ma anche per vivere nella mia terra e restituirle qualcosa, se ne son capace. Vorrei contribuire a creare in Sardegna quel flusso turistico a cui accennavo prima. Per questo sto con Soru, per questo spero possa continuare il suo programma. Il nostro ambiente, il nostro territorio, difendiamolo! Valorizziamolo con le giuste attenzioni. Da qualsiasi parte della Sardegna proveniamo. I nostri sapori, i nostri colori, le nostre pietre, le nostre piante, i nostri vini ma anche le nostre chiese, i nostri nuraghi, le nostre montagne, le nostre spiagge. La nostra lingua, così bella, così espressiva. Son tutte cose di valore, che conosciamo bene quando siamo nel nostro territorio, che amiamo profondamente e che ci mancano quando ne stiamo lontani troppo a lungo. E son cose che spesso non sappiamo di aver la fortuna di avere, fino a quando non andiamo fuori e facciamo il confronto. Io credo che realmente in Sardegna nei prossimi decenni si possa vivere in larga misura con l’indotto creato da un turismo sostenibile. Un turismo legato all’ambiente. UN TURISMO LEGATO AI NOSTRI PERCORSI A PIEDI O IN BICICLETTA. Allora, impariamo le nuove professioni legate al turismo ambientale, legate alle energie rinnovabili, legate all’informatica e la comunicazione, perché è da quelle che troveremo le nuove occupazioni o le troveranno i nostri figli che vorranno sempre tornare indietro, a vivere in Sardegna. Per questo credo in Soru e spero possa continuare questo processo di rinnovamento e valorizzazione che ha iniziato.
Belo, bello e commovente. Vorremo tutti essere come Porcella. Ci accontentiamo di essere sardi veri come lui.