“IL PORTO” DEL NULVESE PIETRO PIREDDA: DA CINQUANT’ANNI A BERLINO, ‘UNISCE’ LA CITTA’ CON LA SUA CUCINA

al centro Pietro Piredda

Quando arrivò a Berlino, nel 1974, il muro era ancora tristemente in piedi, simbolo ed ultimo baluardo della “guerra fredda”. La città era divisa in due modelli di società distinti. Ma Pietro Piredda portava in quella strana città un elemento di unione e di condivisione: il cibo. Anzi il buon cibo italiano, anzi le specialità della Sardegna. E il suo ristorante “Il Porto”, al 45 dell’Angerburger Allee, dopo mezzo secolo è ancora lì a rappresentare magnificamente la cucina della Sardegna. Il ristorante è ora uno dei più apprezzati dai berlinesi, frequentato da una clientela raffinata e da personalità della politica nazionale e internazionale, dello sport e dello spettacolo. Una vera istituzione a Berlino dove il suo 50esimo anniversario viene festeggiato in questi mesi da tutti con grande partecipazione, come un autentico avvenimento.

Ne è felicissimo Pietro Piredda, 75 anni, nulvese, che a Berlino era approdato dopo una lunga e intensa esperienza nel settore della ristorazione in giro per l’Europa. La sua è una bella storia di emigrazione, di grandi sacrifici ma anche di grandi successi. «Sono andato via da Nulvi a 16 anni dopo aver fatto diversi piccoli lavori – racconta Piredda – e dove già a otto anni lavoravo per 8 ore a notte in uno dei forni del pane e venivo pagato con un chilo e mezzo di pane al giorno. Quindi sono andato a Como dove ho iniziato a lavorare in un ristorante come commis di sala, riuscendo anche a sostenere i miei familiari rimasti a Nulvi. Pietro diventa subito molto bravo e dopo qualche anno si sposta in Svizzera per lavorare in un prestigioso hotel come chef de rang. Dopo alcuni anni, insieme alla moglie conosciuta proprio in Svizzera, decidono di trasferirsi a Berlino, per lavorare nel lussuoso Hotel Palace, albergo a 5 stelle. Qui capisce però che è arrivato nel posto giusto e decide di mettersi in proprio e di aprire un suo ristorante che chiama “Il Porto” dove inizia a proporre menù assolutamente nuovi per quella città, con le migliori tipicità della cucina sarda. Malloreddus e culurgiones, ravioli di ricotta, speciali arrosti, pane carasau, cannonau e vermentino, formaggi pecorini e salumi della nostra isola che si fa arrivare direttamente a Berlino e altre ghiottonerie che in poco tempo conquistano i palati dei tedeschi e non solo il ristorante diventa un vero e proprio tempio gastronomico. La città era ancora divisa dal muro ma non solo con i tedeschi ma anche con gli americani e gli inglesi si facevano affari d’oro – ricorda Piredda – soprattutto perché oltre ai piatti sardi proponevo un pesce freschissimo, cucinato secondo le più svariate ricette sarde, che è stato sempre uno dei piatti forti e più attrattivi del mio locale». Pian piano è arrivato il successo e al “Porto” approdavano davvero tutti, compresi alcuni importanti politici italiani come i presidenti Cossiga e Scalfaro, Francesco Rutelli, allora vice presidente del Consiglio, Mirko Tremaglia, ministro per gli italiani nel mondo. I suoi menù sono particolarmente apprezzati anche dalle squadre di calcio tedesche e dai grandi campioni del basket. 

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