IL VOLO DI CRISTIANA SECCI, RICORDI E PROGETTI DI UN’ARTISTA CHE SI MUOVE TRA PITTURA, SCULTURA E INCISIONE

Cristiana Secci

Da Dorgali a Copenaghen, il volo artistico di Cristiana Secci. Dopo aver conseguito il diploma Disegnatori di architettura e arredamento a Nuoro, ha frequentato l’Accademia di Belle a Sassari e la Scuola internazionale di grafica d’arte Il Bisonte a Firenze. Dal 2008 lavora a tempo pieno nella sua casa di Cala Gonone. Oggi si dedica interamente alla scultura, ma intende riprendere presto l’incisione che aveva lasciato per immergersi interamente nel colore.

La sua prima personale è datata 1992, allestita a Sassari alla Galleria 2π su proposta del gruppo di pittori “I Fiori Blu”, quando a 21 anni aveva appena iniziato a dipingere su tela.

“E’ stata una grande emozione – ricorda Cristiana -, i riscontri sono stati buoni e anche quello mi aveva ulteriormente gratificato”.

Numerose esposizioni a Gonone, Dorgali e Nuoro. Ha conseguito l’attestato di incisore-stampatore professionale presso la Scuola Internazionale di grafica d’arte Il Bisonte a Firenze. A seguire una collettiva a Bologna e due personali a Copenaghen.

“Ho amato dipingere fin da piccola – prosegue -. Il mio maestro delle elementari Gavino Trombotto ci faceva fare le gare di disegno in classe, come premio colori e pennarelli”.

I soggetti che più attraggono Cristiana Secci sono i giullari, le metamorfosi, i personaggi surreali e indefiniti che popolano il mondo animale e vegetale e che spesso rappresentano una sorta di evasione dalla realtà. Una dimensione onirica in cui si immerge alla ricerca di una via di fuga dove lei si muove quasi in trance. Al di là di tutto la sua visione positiva della vita si evince dalla luminosità dei colori accesi e gioiosi che si amalgamano in un sincretismo pittorico che sprigiona pace e bellezza.

Cosa prova quando si separa da una sua opera?

“Sono molto lusingata, ma allo stesso tempo mi rattrista perché sento ogni quadro come una mia creatura che si allontana”.

Pittura raffinata e originale quella della Secci. I soggetti dei suoi quadri sono esseri fluttuanti, un girotondo di figure che, interagendo con l’artista, giocano a rincorrersi. Un mondo felice, rappresentato in olio e smalto, dove punti e linee, come personaggi sospesi nel vuoto, rimandano a Mirò in una sorta di prospettiva che offre scampoli di libertà e di fuga dal quotidiano.

“Forse perché mi ha sempre attratto il volo – spiega Cristiana -, simbolo di evasione che consente all’artista di librarsi in una dimensione privilegiata”.

Il volo, metafora di sublimazione dell’arte e dell’artista. Una pittura popolata da figure leggere senza peso, libellule che danzano verso una fonte luminosa che travalica spazio e tempo. Spirali di luce che suggeriscono il continuo divenire, cicli e ricicli dell’esistenza umana, per riproporci messaggi universali.

Quali i progetti futuri?

“Il mio sogno sarebbe quello di fare l’Illustratrice di libri per ragazzi perché amo rappresentare l’infanzia attraverso l’arte. Vorrei organizzare laboratori formativi per bambini, educarli a cogliere gli stati d’animo dei soggetti mediante l’uso del colore e dei pennelli per veicolare emozioni. Sensibilizzarli alla poesia in ogni forma d’arte che, in quanto rivelatrice dell’anima, permette di realizzare sogni e desideri.

A chi si è ispirata nel suo percorso artistico?

“Al pittore fiammingo Bosch (1453-1516) che ha influenzato l’arte italiana, creatore di un mondo esclusivo, popolato di simboli e allusioni; Chagall (1887-1985), pittore russo naturalizzato francese, artista lirico e visionario, un vero poeta ispirato dal mondo dei sogni e poi van Gogh (1853-1890), il tormentato artista olandese cofondatore del post-impressionismo e padre dell’arte moderna”.

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