“THE NEW YORKER” E LA SARDEGNA: CINQUANT’ANNI FA IL CELEBRE ILLUSTRATORE SAUL STEINBERG RAFFIGURAVA L’ISOLA

Saul Steinberg illustra la Sardegna nella copertina del prestigioso magazine “The New Yorker”

Il 12 ottobre 1963 il celebre illustratore Saul Steinberg raffigura sulla copertina di The New Yorker una conversazione in salotto tra due eleganti signore che fumano e bevono un drink. Il loro dialogo è reso graficamente da due fumetti sotto forma rispettivamente di una mappa della città e di una mappa geografica che emerge dalle loro labbra rosse. Una bolla ha mostrato la Parigi della Rive gauche e il quartiere di Rue S. André des Arts, tanto amati da Le Corbusier, disseminati da gallerie d’arte che espongono arte contemporanea, antiquariato e, soprattutto, arte “primitiva”, l’altro illustra la Sardegna e le sue molte peculiarità. La Sardegna e la cultura dei suoi luoghi remoti divenne così un argomento di conversazione dei salotti più esclusivi della città e potrebbe entrare in dialogo con Parigi e l’arte d’avanguardia del XX secolo.

A New York Steinberg fu un simpatico testimone dell’amicizia tra Le Corbusier e Costantino Nivola e del ritorno di Antine alle sue radici culturali. La copertina del settimanale più sofisticato e cosmopolita di New York sembrerebbe così raffigurare il dialogo tra l’arte matura di Nivola, fortemente connotato dalla Sardegna, e più avanguardista di Le Corbusier e arte universale, nata nell’ambiente cubista parigino degli anni ’20.

Il “maestro dell’architettura moderna” e il giovane artista sardo si sono incontrati a New York nel 1946, durante la visita di Le Corbusier per il progetto per la Sede centrale dell’ONU. Nel suo tempo libero dal lavoro nel comitato internazionale, Le Corbusier fu spesso ospite della famiglia Nivola e nello studio del giovane artista, con il quale strinse un’importante amicizia, e alla quale sono state date scarse attenzioni (così come per l’avventura del dopoguerra di LC a New York), nonostante l’alto valore attribuito ai due Carnet Nivola, che Antine gli regalò e che sono catalogati con la dicitura “document très important!” negli archivi della Fondazione Le Corbusier di Parigi.

Tra il 1946 e il 1948, Le Corbusier era a New York come delegato francese per il progetto per la sede dell’ONU, ma soprattutto per proporre il suo programma universale per la pianificazione urbanistica e architettonica globale della ricostruzione del Dopoguerra attraverso i Congrès internationaux d’architecture moderne (Congressi Internazionali di Architettura Moderna) proposti come organismo ufficiale dell’ONU.

L’ambiente della diaspora degli artisti europei, l’ospitalità dei Nivola e la loro accogliente atmosfera familiare gli hanno permesso di completare la formulazione teorica del suo Modulor come sistema armonico per l’industrializzazione del settore edile e la sua realizzazione nell’”espace indicible” che avrebbe poi ispirato i suoi progetti di architettura a Marsiglia, Chandigarh e Ronchamp.

Costantino Nivola aveva trascorso la sua infanzia in un luogo geograficamente isolato, un’ambiente rurale, un piccolo borgo governato dai riti della Sardegna arcaica e dai codici non scritti dell’artigianato edilizio tradizionale. Il suo sviluppo artistico, però si svolgerà a Milano, che all’epoca, nel 1930, è stata la capitale del fermento architettonico europeo più ideologicamente contraddittorio, un ambiente culturale sofisticato con un inevitabilmente rapporto ambiguo con il regime fascista.

A New York, la sensibilità artistica di Nivola ha goduto del privilegio della dialettica tra opposti polari: il suo background natio e le dinamiche metropolitane, con esiti altamente creativi. Il suo lavoro, in particolare le sue sculture realizzate con la tecnica del sand-casting, ha interpretato gli idoli della cultura neolitica mediterranea, proprio quando l’arte d’avanguardia di New York si stava spostando dall’impressionismo astratto alla pittura informale.

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