di STEFANIA CUCCU
La Basilica di Bonaria rappresenta uno dei luoghi di culto più importanti della Sardegna. La sua storia racconta di conquiste in epoche lontane e incanta i fedeli tra preziose reliquie e leggende straordinarie. Fu edificata nella prima metà del 1300 quando l’intera isola era in mano agli aragonesi.
Alfonso di Aragona fece costruire sulla sommità del colle, soprannominato Bon Aire (“buona aria”) una cittadella fortificata che lasciò all’Ordine di Santa Maria della Mercede, quando più tardi abbandonò la Sardegna.
I frati convertirono la cittadella in zona di culto, costruendo un piccolo convento con una chiesetta di stile catalano – aragonese.
La costruzione della Basilica, che affianca il piccolo Santuario, avvenne diversi secoli più tardi.
Nei primi del 1700, i frati affidarono i lavori all’architetto Antonio Felice de Vincenti, ma l’opera subì un’interruzione a causa della scarsità dei fondi. La Basilica era stata progettata in origine in stile barocco. Verso la fine del XVIII secolo i lavori vennero affidati all’architetto Giuseppe Viana che rielaborò il progetto in stile neoclassico; la chiesa vide finalmente la luce nel 1926 e nel 1952 fu elevata a Basilica da Papa Pio XII.
Per accedere si entra dal portale in stile gotico, recuperato dalla medievale Chiesa di San Francesco in Stampace che fu demolita nel XIX secolo.
L’interno, sempre in stile gotico-catalano, è a navata unica con volta ogivale. Sul lato sinistro si aprono tre cappelle anch’esse in stile gotico, voltate a crociera, mentre sul lato destro si trova l’arco che unisce il Santuario alla Basilica.
In fondo all’aula, sopraelevato rispetto al pavimento, si trova il presbiterio che termina con l’abside poligonale dedicato al l’altare maggiore; questo è il cuore del Santuario, perché sull’altare è intronizzata l’imponente statua lignea trecentesca della Madonna col Bambino, detta Nostra Signora di Bonaria, meta della devozione dei fedeli che, per venerarla, salgono le scalette ai due lati dell’altare trovandosi così ai piedi della statua.
Nel chiostro del convento si trova il Museo del Santuario che conserva testimonianze archeologiche, modellini navali, arredi sacri ed ex voto.
A causa dei bombardamenti la Basilica subì numerosi lavori di modifica. Nel 1960 fu completata la scalinata in pietra bianca che dal mare consente di raggiungere la Chiesa.
E proprio dal mare, secondo la leggenda, arrivò la statua della Madonna che oggi si trova nella Basilica.
Si racconta che, per sopravvivere ad una violenta tempesta, il 25 marzo del 1370 una nave fu costretta a gettare in mare tutto il suo carico tra cui anche una pesante cassa in legno che, nonostante la tempesta, non affondò. I marinai si invocarono alla Madonna e la tempesta si placò.
Seguendo quella cassa verso la costa, i marinai riuscirono ad approdare sani e salvi al porto di Cagliari. Poi tutti si precipitarono verso la spiaggia di Bonaria, a Su Siccu, per cercare di aprirla e
dopo inutili e svariati tentativi, chiamarono i frati mercedari del convento situato sul vicino colle di Bonaria. Loro riuscirono in pochi istanti e, con grande sorpresa, all’interno del baule trovarono una statua della Vergine Maria con in braccio il bambino Gesù che tiene in mano una candela, rimasta accesa nonostante il viaggio per mare: la chiamarono Nostra Signora di Bonaria e, da quel giorno, il nome è rimasto legato al santuario e alla Basilica costruita in epoca successiva.
La devozione alla statua miracolosa si diffuse immediatamente in tutta la Sardegna, specie tra i marinai che la invocano come protettrice.
Una leggenda narra di come una navicella d’avorio (offerta in ringraziamento alla Vergine di Bonaria da una devota e appesa davanti alla statua con una corda di canapa) avesse iniziato a muoversi segnando i venti che spiravano fuori dal golfo di Cagliari e che i marinai, prima di prendere il mare, si recassero sempre nel santuario.
Questa leggenda si diffuse anche tra i conquistatori spagnoli che, per devozione, diedero il nome di Buenos Aires alla città che successivamente, divenne capitale dell’Argentina.
Durante l’anno liturgico a Cagliari si celebrano tre feste solenni in onore della Madonna di Bonaria: il 25 Marzo, il 24 Aprile e la prima Domenica di Luglio.
-Il 25 Marzo, mentre in tutta la Chiesa si celebra l’Annunciazione della Vergine, a Bonaria si ricorda in maniera solenne una data fondamentale della sua storia: l’arrivo prodigioso del Simulacro della Vergine, avvenuto nell’anno 1370.
-Il 24 Aprile 1870, in occasione del quinto centenario dell’arrivo della Madonna, il Simulacro della Vergine fu incoronato durante una solenne cerimonia con decreto del Capitolo Vaticano. In tale occasione il papa San Pio X inviò la sua benedizione apostolica, stabilendo che quello fosse il giorno liturgico per la celebrazione della festa di Nostra Signora di Bonaria, proclamata protettrice di tutta la Sardegna da Papa Pio XII il 13 settembre 1907.
-La prima domenica di Luglio, infine, si celebra una festa popolare, nata ad opera di alcuni giovani reduci della guerra combattuta contro gli Austriaci nel 1866. In questa occasione tutta la città si mobilita. Il Simulacro della Vergine, Protettrice dei Naviganti, esce di casa e, attraversando viale Bonaria tra due ali di popolo osannante, si dirige verso il porto dove sale su un rimorchiatore assieme al Clero, mentre tanti fedeli, sistemati su altri battelli, seguono l’imbarcazione che porta la Madonna. Dopo un primo giro nell’ampio golfo degli Angeli, da un elicottero militare vengono gettate in mare corone di alloro – precedentemente benedette – in memoria dei caduti di tutte le guerre. Alla fine del rito si fa ritorno alla Basilica di Bonaria, dove l’Arcivescovo conclude le celebrazioni con un discorso e la benedizione.
Queste tre feste richiamano sempre una moltitudine immensa di fedeli provenienti da ogni parte della Sardegna; gente pia e devota che, con sacrifici immensi, intraprendono il loro pellegrinaggio per pregare ai piedi di Maria e mettersi sotto la sua materna protezione.
Nella notte tra il 24 e il 25 Aprile, è ormai tradizione andare in pellegrinaggio, a piedi, da Sinnai alla Chiesa di Bonaria. Numerosi fedeli percorrono i chilometri che separano la piccola comunità dalla città di Cagliari; un percorso di fede, tra preghiere e silenzi, svolto in piena notte che culmina alle prime ore del mattino all’interno della Chiesa dove viene celebrata la messa.
Un rito che in questi ultimi due anni non è stato portato a compimento a causa delle restrizioni legate al covid. I fedeli hanno dovuto rinunciare al cammino di fede a loro tanto affezionato lungo le vie della città, ma non hanno rinunciato a percorrere il cammino interiore di preghiera e di devozione nei confronti di Colei che, attraversando il mare in tempesta nel lontano 1370, venne ad abitare e a proteggere la nostra isola.