LA REGIONE SARDEGNA COSTRETTA A RICOMPRARE LE SUE SPIAGGE: STANZIATI 7 MILIONI PER EVITARE CHE MOLTI GIOIELLI DELLA NATURA FINISCANO ALL’ASTA


di Ignazio Dessì

La giunta regionale sarda ha deciso di comprare alcune delle spiagge più belle dell’Isola. Per farsi un’idea: Le Bombarde e Punta Negra ad Alghero, Portixeddu, San Nicolò e Cala Domestica tra Buggerru e Iglesias, Cala Sinzias e Cala Pira a Castiadas, Capo Ferrato a Muravera. E ancora: S’Ena Arrubia, Pauli Pirastu e San Giovanni ad Arborea. La cosa appare però paradossale: queste perle fatte di sabbia bianca e acqua turchese appartengono infatti già alla Regione. Come si spiega allora la decisione dell’esecutivo regionale? In pratica – stando a quanto si legge sui giornali locali, e in particolare sull’Unione Sarda – quelle aree appartengono al patrimonio della Società Bonifiche Sarde, attualmente in acque prefallimentari. Questa società è praticamente soffocata dai debiti ed è finita in liquidazione. La quasi totalità delle sue azioni è in mano alla Laore, l’Agenzia regionale per i progetti in agricoltura, che le ha cedute in usufrutto alla Sfirs, società finanziaria della Regione. E l’idea è di far anticipare i soldi per l’acquisto delle spiagge e dei terreni limitrofi proprio dalla Sfirs, per conto dell’Assessorato agli Enti Locali.

 “L’obiettivo finale è la tutela da possibili speculazioni, unita alla futura valorizzazione – spiega l’assessore al Bilancio Raffaele Paci – Se Società Bonifiche Sarde fosse sana non sarebbe necessario acquisire le aree. Ma purtroppo ha 14 milioni di debiti a fronte di un patrimonio immobiliare di 20 milioni, e continua a pagare pesanti interessi passivi. In questo modo si evita il fallimento e chiudiamo una liquidazione in piedi da tempo immemorabile”.

Come dire che le meraviglie della natura di cui si parla in questo momento sono intoccabili, ma in futuro – alla luce della situazione delle società interessate – non è dato saperlo. Non per nulla, nel 2014, il liquidatore di SBS aveva provato a far cassa, e 5 ettari di terreni alle spalle di Cala Sinzias erano finiti all’asta per 350mila euro. Per fortuna era stato tutto arginato da una sollevazione di popolo e l’Assessore all’Agricoltura aveva revocato il bando. Ha preso dunque corpo l’idea di mettere nella vicenda dei soldi della Regione per assicurare un futuro senza problemi a quel tesoro naturale.

I fondi pare ci siano: 3 milioni sono previsti nel 2016, 2 per il 2017 e 2 per il 2018. I soldi però non possono essere erogati subito, e in tal modo i tempi della liquidazione non coincidono con quelli della contabilità regionale. Per questo si è pensato ad una opportuna soluzione ed è pronta una delibera: sarà la Sfirs ad “anticipare gli stanziamenti, la cui erogazione consentirà il corretto rientro delle linee di credito che dovessero essere accordate dalla legge finanziaria regionale”. In pratica la Regione compra dei terreni che sono già suoi. L’unico modo per salvarli da probabili appetiti famelici?

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