UNA PIETRA CHE PARLA SARDO: DAI PASTORI DI ABBASANTA AGLI EMIGRATI SARDI DI BIELLA


di Eulalia Galanu

Un masso di basalto, “in pedra bia”, in “pietra viva”, scavato a bacino è stato donato dai pastori di Abbasanta (Oristano), alla comunità dei Sardi di Biella. Proviene dalle campagne del Centro Sardegna. Il luogo col suo toponimo, Abbasanta, “acqua santa”, rimanda alla sacralità dell’acqua. “L’Acqua è il bene più prezioso esistente sulla Terra, dal momento che solo là dove c’è acqua c’è vita”, ricorda papa Francesco nella recente enciclica “Laudato si’”, a significare la primaria importanza di questo elemento nella quotidianità dell’esistenza e nella spiritualità. Nel sacramento del Battesimo, l’acqua purifica, è fonte di vita e sepoltura con Cristo con il quale rinascere a nuova vita. La vasca lustrale proveniente da Abbasanta è stata collocata nella chiesa di San Grato e Sant’Eusebio di Canton Gurgo a Pettinengo: sarà utilizzata per la somministrazione dei primi battesimi. Grazie alla collaborazione di Su Cuntzertu abbasantesu, gruppo locale di canto a “tenore”, segnatamente al presidente Felice Cau, “sa oghe”, la voce solista e a Franco Piras, “sa contra”, il baritono, l’antica pietra è stata individuata su indicazione di Peppino Cocco, “mesu oghe”, il contralto della formazione, veterinario che conosce pastori, animali e ogni anfratto delle campagne abbasantesi. La chiesa che i Sardi di Biella e gli abitanti di Pettinengo stanno restaurando dispone ora di “una pietra che parla sardo”, rimando materiale all’Isola e alla sua millenaria cultura.

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